Dal commento di una persona che ha mantenuto l’anonimato e alla quale porto il massimo rispetto:
“Pietro era dei Manenti di Valbona una ricca e importante famiglia che aveva in casa anche un prete e un notaio. E’ vero che era diventato originale per aver dovuto lasciare l’amata non approvata dalla famiglia. Andava a Bondolo dai Parisoli della Torre, che erano suoi primi cugini. Lì alla Torretta aveva una stanza costruita apposta per lui dove riposare e rifugiarsi a suo piacimento, ma soprattutto trovare sempre un piatto di minestra. E’ vero che anche a Bondolo possedeva un buon numero di terreni tra prati e boschi. Il Manenti vagabondo è scomparso quando gli è venuto quello “scarabocchio” che lo ha costretto prima in ospedale poi alla casa di riposo. Chi lo è andato a trovare lo ha descritto come irriconoscibile, un distinto serio elegante uomo, che ragionava a filo. Riposa a Valbona”.
Tutto questo ha scatenato in me un’altra ondata di ricordi, quando chiedevo a Giuliano:
“L’hai accompagnato a Bondolo?”
Lui che naturalmente parlava sempre con questo Manenti naturalmente tutte queste cose le sapeva e rispondeva:
“Sì alla Torretta”.
Poi mugugnava qualcosa, alla quale non davo importanza, sempre presa da altre cose. Poi lui era tanto abituato al segreto professionale che senz’altro avrà messo dentro allo sportellino segreto anche le storie di Manenti, per non dare adito a altre chiacchiere di paese.
Io tutto mi sarei immaginata, ma mai che lui fosse cugino di primo grado dei Signori della Torre, che io conoscevo bene per mezzo di mia madre.
Ricordo la signora Elisa, nubile, alta magra indossava sempre vestiti di stoffa pregiata, si fermava il lunedì a cambiarsi le scarpe prima di arrivare in paese, lasciava a casa mia quelle infangate durante il lungo tragitto percorso, allora non esistevano macchine, si andava dignitosamente a piedi.
Poi Nazzareno suo fratello di poche parole, serio, preoccupato era rimasto vedovo molto presto con una nidiata di bambini.
Il Maresciallo dalla Torre, lui arrivava in estate con la sua signora e si fermavano a salutare la mamma, andava a incontrarli “Giuvanìn da Bondle” che poi li seguiva portando le valige attaccate al “basle” una davanti e una dietro.
Poi l’Afra lei era una Tagliati della Croce, molto amica di mia madre, aveva sposato un Signore della Torre Giuseppe (Iusfùn dala Töra). Anche lei durante il cambio delle scarpe infangate “che poi lasciavano lì in custodia”, si fermava in chiacchiere, grassottella non molto alta sempre un po’ sudata, ma trattata con molto affetto da mia mamma, la conosceva da quando era bambina, sapete quelli della Croce per andare a scuola passavano dalla Macchiusa e loro si aspettavano per fare il tragitto assieme.
Poi ho conosciuto anche i figli di Nazzareno, ricordo Luciano lui abitava con gli zii a Minozzo, ma veniva spesso a trovare il padre, poi la ragazzina che era andata a casa dello zio Maresciallo, lui e la sua signora non avevano figli e infine Leone il prediletto della zia Elisa credo fosse il più piccolo dei fratelli che forse ce n’erano degli altri, ma non riesco a ricordare. Leone che conoscevo meglio di tutti aveva intrapreso la carriera militare come lo Zio era molto giovane, ma già col grado di Maresciallo, purtroppo un giorno che in servizio faceva dei controlli su una superstrada è stato investito da una macchina che passava a tutta velocità e ha perso la vita.
Questi erano tutti parenti stretti del nostro Manenti, ma credete io non sarei mai stata in grado di immaginarlo e sono certa che neanche quelli di Bondolo lo sapessero.
Elda Zannini
Elda, con il suo racconto mi entra in casa. Di Manenti ho i ricordi di un bambino: una persona interessante con tante sorprese nelle tasche e ancora di più nella sua stanza. Tante cose appese al trave centrale, un grande e alto letto, fiaschi in un angolo, una grande cassa con chissà cosa dentro e tanta carta. Dei Parisoli ho conosciuto Luigi, Elisa, Iusfun, Pedrin e Tugnin il maresciallo ma degli ultimi due e dell’ Afra non ho ricordi, troppo piccolo. Nazzareno era un Ferri con sei figli, nell’ ordine: Pietro (Piero), Anna, Leone, Luciano, Rachele, Apollinare (Rino). Caso vuole che mentre pubblicava il suo racconto venisse a mancare Rachele, la ragazzina del maresciallo. Io sono Davide dalla Torra, figlio di Rino, figlio di Nazzareno, marito di Luigia Parisoli, figlia di Maria Manenti, sorella del padre di Pietro.
Grazie, grazie di cuore ieri il primo racconto è uscito anche sulla “Libertà” tante persone lo hanno conosciuto. Ho riconosciuto Rachele sulla foto che la ritraeva giovane com’era nel mio ricordo. Mi fa piacere che alla Torretta ci sia qualcuno che mi legge grazie ancora. Elda Zannini