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Le testimonianze belliche raccolte dal Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Baiso

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Baiso dal fascismo alla Seconda Guerra Mondiale 

La diffusione del movimento fascista nella montagna reggiana cominciò a verificarsi a partire dal 1921 e gradualmente, nell’arco di pochi anni riuscì a far breccia nella maggior parte dei comuni, facendo decadere le amministrazioni in carica.

Il 22 giugno 1923 veniva costituita la Federazione dei comuni fascisti della provincia e, da un verbale dell’assemblea dei sindaci, si apprende che nei comuni di Baiso, Carpineti e Villaminozzo resistevano ancora amministrazioni del fronte popolare. Tuttavia, non passò molto tempo che anche queste dovettero capitolare. L’amministrazione di Baiso fu, infatti, costretta alle dimissioni il 13 marzo 1924, a seguito di una manifestazione pubblica fascista, organizzata col preciso scopo di destituire gli amministratori popolari.

Il 1943 fu un anno di svolta nello scenario bellico: il 25 luglio venivano ufficialmente annunciati la caduta del Fascismo e l’arresto di Mussolini per ordine di Vittorio Emanuele III; l’Italia si alleava con le forze angloamericane, con la conseguente rappresaglia da parte dei tedeschi, che invasero il nostro territorio, mantenendone il controllo tramite i prefetti, i questori e i commissari prefettizi dei comuni.

Nel settembre del 1944 era stato costituito il Comando Zona Montana, presieduto dal comandante generale Augusto Berti a cui faceva parte anche Pasquale Marconi, in qualità di vice commissario generale. La figura del dottor Marconi richiama immediatamente alla memoria quella di Monsignor Filippo Rabotti, allora arciprete di Baiso, poiché nella canonica di Baiso, alla presenza di Don Rabotti e di Don Nestore Franzoni come garanti, avvennero alcuni incontri tra Marconi e il generale Leibold delle truppe tedesche, al fine di decidere scambi di prigionieri.

La canonica di Baiso è infatti ricordata come “nodo importante per lo scambio di prigionieri”. Fortunatamente non si verificarono nel territorio di Baiso stragi di massa come, purtroppo, accaddero in altre località della montagna. Tuttavia il disegno conclusivo della liberazione veniva completamente realizzato solo nella primavera del 1945.

Tra gli episodi che videro Baiso in primo piano, di cui si ha testimonianza, va ricordato lo scontro del 22 febbraio 1945 tra una squadra del distaccamento “Cusna” ed una pattuglia tedesca, costretta alla fuga.

Il 21 aprile gli anglo-americani, dopo aver sfondato la linea gotica, entrarono a Bologna e in pochi giorni liberarono le altre città emiliane.

All’indomani della conclusione della guerra, il sindaco Luigi Rivi inviava una relazione alla Prefettura, attestante la situazione post-bellica di Baiso.