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Decreto Sostegni: 8 milioni di euro per l’Appennino emiliano-romagnolo

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Dei 700 milioni di aiuti nazionali, sono 8 i milioni per l’Appennino emiliano-romagnolo in attesa di formalizzazione da parte del ministero: 3,5 milioni per sostenere gli impianti di risalita, un milione per maestri di sci e scuole di sci e 3,5 milioni per le imprese turistiche danneggiate dalle chiusure per limitare la diffusione della pandemia.

L’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini risponde in modo netto agli entusiasmi di alcuni esponenti delle opposizioni che si sono intestatati il merito delle risorse destinate al comparto della montagna dell’Emilia-Romagna previste dal DL Sostegni. “Voglio dirlo in modo semplice affinché sia chiaro: questi 8 milioni di euro previsti dal Decreto Sostegni per l’Appennino emiliano-romagnolo saranno, non appena approvati, il frutto del lavoro che la Regione Emilia-Romagna ha fatto in commissione Turismo dove, insieme alle altre Regioni, sono stati concordati i criteri di ripartizione delle risorse nazionali. Non è quindi vittoria o merito di una parte politica sull’altra, semmai un risultato che fa bene ai nostri imprenditori così duramente colpiti dalla pandemia. Ricordo, peraltro, che già alla fine dello scorso anno abbiamo lavorato, primi in Italia, per far arrivare i ristori ai maestri di sci e alle imprese ricettive della montagna”.

“Le risorse nazionali sono ovviamente un ottimo risultato ottenuto, lo ripeto, con il concorso di tutte le Regioni- continua Corsini-. Sottolineo che, appena arriveranno, andranno  ad aggiungersi ai fondi già stanziati dal bilancio regionale: un milione di euro per i maestri sci, 5mila euro per ogni singolo albergo dei Comuni dell’Appennino. Fondi che stanno arrivando sui conti correnti delle nostre imprese, anticipando le misure nazionali”.

Conclude Corsini: “quando si siede al governo e si ricoprono cariche importanti bisognerebbe astenersi dalla propaganda spicciola e ricordare che i risultati raggiunti sono sempre frutto di un lavoro corale e di mediazione. Siamo tutti impegnati a far fronte con ogni mezzo alle difficoltà dei nostri imprenditori per agganciare la ripartenza. Sarebbe meglio parlare coi fatti, come noi siamo abituati a fare, anziché cercare di strappare qualche consenso sul lavoro di altri”.