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In ricordo di don Romano Zanni: il cordoglio del Vescovo Camisasca, della Diocesi e del Pd provinciale

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In Madagascar col Vescovo Camisasca e don Ganapini

Messaggio di cordoglio del Vescovo Massimo per la morte di don Romano Zanni

Don Romano Zanni è stato un mio importante collaboratore durante questi anni di servizio episcopale a Reggio Emilia, come Vicario Episcopale per la Carità e le Missioni in quanto delegato vescovile della Caritas e direttore del Centro Missionario diocesani. Con lui ho condiviso tante iniziative, ma soprattutto i viaggi missionari. Questi ultimi sono stati l’occasione nella quale mi ha fatto partecipe del suo grande cuore e della profonda conoscenza delle missioni. Mi ha parlato di un passato recente che potevo avvicinare solo nella testimonianza di chi lo aveva vissuto.

Attraverso don Zanni ho potuto sentire un po’ accanto a me don Prandi, di cui è stato uno dei figli prediletti, e ho conosciuto le Case della Carità, soprattutto il loro dono per tutta la Chiesa.

Don Romano è stato un uomo esigente, per sé e forse anche per gli altri, severo e assieme benevolo, riservato e assieme estroverso.

È stato un traghettatore della Congregazione Mariana verso una riforma, in una riflessione che continua sul posto della loro Famiglia nella Chiesa. Dopo don Prandi sono cresciuti sull’albero altri rami. Di tutto ciò don Zanni si è fatto carico, con una grande spesa di energie spirituali e psicologiche.

I suoi ultimi mesi di vita sono stati segnati dall’aggravarsi della malattia, vissuta con una grande, miracolosa serenità e un totale abbandono al disegno di Dio. Mi ha sempre confortato incontrarlo in questi ultimi tempi. Ho chiesto a Dio per me di avere la stessa confidenza e lo stesso santo desiderio.

+ Massimo Camisasca

Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

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Don Romano Zanni

Casa di Carità di Cella con San Giovanni Paolo

Don Romano Zanni, vinto dalla malattia che da tempo lo aveva colpito, ha incontrato questa mattina  “sorella morte” nella casa di preghiera di Albinea attigua all’antica pieve.

Don Romano, carismatica ed emblematica figura del clero reggiano-guastallese, ha sempre fatto della carità e delle missioni il campo privilegiato del suo generoso e prezioso apostolato.

Nato a Castellazzo il 31 luglio 1945, fratello della carità, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1987 dal vescovo Gilberto Baroni che subito dopo lo ha nominato parroco di Fontanaluccia.

Alla Magliana con Papa Francesco

Con queste parole in Cattedrale don Romano Zanni, ricordò il vescovo Gilberto nel diciassettesimo anniversario della morte: “Personalmente ho un grande debito verso di lui, per avermi chiamato al sacerdozio e avermi ordinato, e accompagnato con paternità vigile, vigorosa ed affettuosa, soprattutto i primi anni della successione a don Mario Prandi alla guida della Congregazione Mariana delle Case della Carità, mostrando una grande paternità, ma anche tanta misericordia”. Don Romano sottolineò che il vescovo Gilberto aveva definito le Case della Carità “la pupilla dei miei occhi”.

E fu proprio don Romano Zanni ad accompagnare il 6 giugno 1988 Papa Giovanni Paolo II presso la Casa della Carità di Villa Cella nel corso della memorabile visita del Santo Padre alla Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla.

Don Romano con suor Ines e don Capotorto

Don Romano, nipote di don Artemio Zanni storico parroco di Felina, ha guidato la parrocchia in cui mons. Mario Prandi fondò la Congregazione mariana delle Case della Carità fino al 1999, assumendo anche la guida delle comunità di Romanoro, Morsiano e Rovolo. Nel 1999 diveniva parroco “in solidum” moderatore di San Luigi alla Pappagnocca.

E’ stato superiore generale della Congregazione Mariana della Case della Carità dal 1992 al 1998 e riconfermato dal vescovo Caprioli nel 2005 al termine del capitolo nella celebrazione eucaristica in Ghiara in cui l’italiano, il malgascio, l’inglese e il portoghese sono state le lingue utilizzate per la celebrazione del rito.

Attualmente era alla guida dei fratelli della carità. Ha ricoperto anche l’incarico di direttore e di delegato vescovile della Caritas Diocesana e di direttore del Centro Missionario Diocesano.

Sacerdote di profonda fede e di intensa preghiera , ha ben saputo declinare nel quotidiano del suo prezioso ministero l’icona delle tre Mense: Parola, Eucarestia, Poveri, che contraddistingue la Congregazione Mariana delle Case della carità.

Il sorriso accogliente, la franchezza sono sempre state sue peculiarità, così come la capacità di coinvolgere i partecipanti agli incontri da lui guidati,

2014 Felina anniversario don Artemio Zanni col sindaco Bini e il vescovo Rabitti

ricorrendo anche dialetto; il 3 febbraio 2019 tenne in Sant’Agostino un memorabile partecipato incontro in cui “raccontò” la carità sotto tre diverse prospettive: virtù teologale, tradizione, scelta di vita e fermento del territorio. Nel giugno 2016 al rientro del viaggio in Madagasca ebbe ad affermare: “Ai Fratelli della Carità ho dedicato tempo ed energie, come era giusto. Sapendo che la perfezione la raggiungeremo solo in cielo, posso affermare che i Fratelli della Carità stanno andando abbastanza bene, che le comunità camminano con una maggiore assunzione di responsabilità e di condivisione. Come pure mi è parso di cogliere in loro il desiderio di camminare nella volontà di Dio e la ricerca di una santità quotidiana: fatta di preghiera, di lavoro, di fatiche e prove, che nessuno si nasconde, ma riconoscendo anche tante grazie, soprattutto nel rapporto con gli Ospiti delle singole Case. E’ stato bello condividere con loro e godere della loro vivacità, esuberanza e gioia di vivere. Sono passato da quasi tutte le Case della Carità e l’incontro con la Sorelle, anche se breve, è stato un momento bello e positivo, soprattutto quando si è potuto celebrare insieme l’Eucaristia, commentando la Parola e pregando insieme per tutta la Famiglia. Abbiamo condiviso le gioie e i dolori, vicini e lontani. Eventi in cui abbiamo sperimentato l’abbraccio grande dell’amore di Dio attraverso la l’appartenenza alla nostra Famiglia che in vario modo si è fatta presente”.

Lo stesso anno don Zanni guidò con grande competenza il percorso formativo per operatori delle Caritas parrocchiali e dei Centri di Ascolto; nel 2017 predicò gli esercizi spirituali in India nelle Case della Carità di Bombay e nel Kerala.

Giuseppe Adriano Rossi

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IL CORDOGLIO DI CONFCOOPERATIVE

Confcooperative esprime profonda commozione per la scomparsa di don Romano Zanni.
“Un testimone di carità instancabile – ricorda la centrale cooperativa – che si è speso sempre per i poveri e per i più fragili, divenendo trascinatore di tante donne e di tanti uomini in questo cammino a fianco degli ultimi”.
“Le case della carità, di cui don Romano è stato Superiore, e la Caritas diocesana e il Centro missionario, di cui è stato direttore – prosegue Confcooperative – sono solo alcune delle più evidenti espressioni del suo amore e del suo impegno per i più deboli, ma tutta la sua vita è stata vissuta con uno sguardo sempre orientato alle tante povertà che colpiscono persone e famiglie. La cooperazione sociale, soprattutto, ha costruito con don Zanni diversi progetti di inclusione sociale e lavorativa, apprezzandone la passione e gli stimoli per sostenere quelle persone fragili che rischiano di diventare invisibili o di essere dimenticate”.
Parroco di Fontanaluccia subito dopo l’ordinazione sacerdotale, don Romano venne nominato parroco di Fontanaluccia, poi di Romanoro, Rovolo e Morsiano; “una realtà, quella appenninica – ricorda Confcooperative – che non ha più lasciato e nella quale sino all’ultimo ha continuato ad esercitare il suo ministero come aiuto festivo nelle più piccole parrocchie del crinale, là dove lo chiamava il servizio a quanti vivono spesso condizioni di solitudine.”  
“Don Romano – conclude Confcooperative – lascia alla comunità reggiana un grande patrimonio di opere e, soprattutto, una straordinaria testimonianza di umanità, di fede e di carità”.

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IL COMUNICATO STAMPA DELLA DIOCESI

Aveva 75 anni. Il funerale, presieduto dal Vescovo Massimo, sarà venerdì alle ore 16 in Cattedrale

Nella Casa di preghiera dei Fratelli della Carità in Albinea don Romano Zanni si è spento alle 8.45 di mercoledì 12 maggio. Aveva 75 anni. La notizia non è giunta purtroppo inaspettata: gravemente malato da alcuni anni, il sacerdote aveva intrapreso su sua richiesta l’ultimo tratto della sua salita al Calvario con il conforto dei sacramenti - l’Unzione degli infermi e la santa Comunione – e delle cure palliative.

Si spegne un faro della carità e della missione, uno dei sacerdoti più amati dal popolo di Dio reggiano-guastallese. Per comprendere al meglio la sua figura, è necessario presentarne la singolare “genealogia sacerdotale”.

Romano Zanni nasce il 31 luglio 1945 a Castellazzo (Reggio Emilia) da Giacomo e Bruna Brighenti. Giacomo, mezzadro, ha ben quindici fratelli, tra i più noti dei quali vi sono padre Leone (1897-1975) -  ex combattente della Grande Guerra, esempio quasi leggendario di missionario comboniano - e don Artemio (1914-1990), il quale già dal seminario decide di essere prete diocesano, ma con uno spirito missionario come il fratello; don Artemio fu parroco nel 1945 a Felina dopo l'uccisione di don Giuseppe Iemmi, fondatore di “Casa Nostra”, missionario con don Mario Prandi e don Dino Torreggiani.

Come padre Leone e don Artemio avevano scelta la via del sacerdozio sulle orme dello zio don Antonio Zanni (1870-1938), così anche quattro loro nipoti scelgono sul loro esempio il sacerdozio e le missioni: i fratelli don Eleuterio e padre Giancarlo Anceschi, padre Umberto Davoli e don Romano; va ricordata anche la sorella Rosanna, carmelitana minore della Carità.

Romano trascorre un’infanzia e una gioventù serene. Già maggiorenne si fidanza con una ragazza della montagna e, le volte che sale per trovarla, si ferma dallo zio don Artemio; intanto però matura la svolta decisiva della sua vita e grazie all’incontro con don Mario Prandi mette a fuoco le sue aspirazioni più profonde. Fra il 1971 e il 1972 trascorre alcuni mesi presso don Artemio coadiuvandolo nella gestione di “Casa Nostra”. Nel frattempo don Artemio, dopo un lungo viaggio in India nella prima metà del 1969 presso la dottoressa Bianca Morelli, decide di impegnarsi a costruire un lebbrosario per gli hanseniani degli “slums” di Bombay: con le Suore dell’Immacolata si accorda di finanziare l’impresa, che sarà gestita dalla religiose. Nel settembre 1972 Romano entra fra i primi Fratelli della Carità; subito dopo, d’accordo con lo zio e con don Prandi, che già intravede una nuova apertura missionaria, si reca in India presso i missionari del PIME di Eluru, nell’Andra Pradesh, collabora con il lebbrosario locale e dà prova di saper fare di tutto, dal meccanico al fabbro, al falegname, al cuoco. Nel novembre 1973 Romano si trasferisce a Bombay (oggi Mumbai, stato del Maharashtra) in aiuto a suor Luigina, contribuendo all’avvio dei lavori, ma pochi mesi dopo deve rientrare a Reggio per scadenza del visto turistico. Un ‘buco’ temporale (1974-1977) nelle sue lettere non permette di precisare quando Romano ritorna in India; vi arriva stavolta con il permesso di soggiorno grazie a un diploma di terapeuta leprologo; collabora più che attivamente con le Suore dell'Immacolata nell’attuazione del piano sanitario quinquennale (1975-1980) denominato “Zona Kappa”. Il lebbrosario è inaugurato il 17 e 18 novembre 1977, presente una delegazione guidata dal vescovo Baroni. Il 30 aprile 1978 don Mario Prandi parte da Reggio per andare in India a concludere le trattative per aprirvi una Casa della Carità, accanto al lebbrosario di Versova: sarà il cuore della missione reggiana. Grazie alle esperienze precedenti, in due anni fratel Romano costruisce la prima Casa della Carità in India, inaugurata il 24 giugno 1980.

Il 13 aprile 1981 fratel Romano e don Prandi vanno ad incontrare Madre Teresa a Calcutta per una visita di due giorni, da cui usciranno corroborati sia la storia delle “Case” in India, sia la vocazione presbiterale di Romano. In effetti, terminato il decennale soggiorno indiano, Baroni lo “chiama” a diventare sacerdote. Romano, pur continuando la vita di Fratello della Carità, dedica alcuni anni allo studio del latino e alla formazione teologica, mentre è evidentemente avanti sulla preparazione pastorale.

Il 27 giugno 1987, a soli nove mesi dalla morte di don Mario Prandi (10 ottobre 1986), Zanni riceve l’ordinazione sacerdotale. Subito viene destinato come parroco a Fontanaluccia (1987-1999, con la successiva aggiunta di Romanoro e Rovolo, dal 1992, e di Morsiano dal 1993). Don Romano è anche l’immediato successore – dal 15 ottobre 1987 - di don Prandi come Superiore della Congregazione Mariana delle Case della Carità. È lui, insieme a suor Maria Giubbarelli, a ricevere il decreto di approvazione della stessa Congregazione. Sarà nuovamente Superiore dal 2005 al 2014.

Dopo l’esperienza in montagna, don Zanni diventa parroco in città, a San Luigi, dal 1999 al 2006. Nel 2000 il vescovo Caprioli lo nomina direttore della Caritas diocesana, fino al 2005, quindi Delegato vescovile della Caritas (2005-2018).

Durante l’episcopato di monsignor Camisasca don Romano è stato Vicario episcopale per la Carità e le Missioni dal 2013 al 2018, direttore del Centro Missionario Diocesano dal 2014 al 2017 e Superiore dei Fratelli della Carità dal 2014. Era inoltre canonico del Capitolo della Cattedrale (dal 2018) e assistente spirituale dell’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia “Don Luigi Guglielmi”.

Quanti hanno conosciuto don Zanni o ascoltato le sue conferenze ne conservano l’immagine vivida di un prete che ha connotato il suo quotidiano progetto di vita con il motto “Caritas Christi urget nos” e ne aveva fatto la sostanza dei suoi giorni, in una serenità che comunicava fede e speranza.

Nelle giornate del 12 e del 13 maggio la salma di don Romano Zanni sarà visitabile nella chiesa della Pieve di Albinea. Qui giovedì alle ore 20 sarà recitato il santo Rosario.

La mattina di venerdì 14 maggio il feretro sarà trasferito nella Cattedrale di Reggio Emilia; alle ore 9 sarà recitato il Rosario e alle ore 16 il vescovo Massimo Camisasca presiederà la Celebrazione delle esequie.

La liturgia verrà trasmessa in diretta a cura del Centro diocesano Comunicazioni sociali e si potrà seguire in streaming sul canale YouTube La Libertà Tv e sulla pagina Facebook del settimanale La Libertà e in televisione su Teletricolore.

La salma di don Romano sarà tumulata nel cimitero di Fontanaluccia.

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IL CORDOGLIO DEL PD PROVINCIALE

La Segreteria provinciale del Partito Democratico si unisce al cordoglio della Diocesi e della Congregazione delle Case della Carità per la morte di Don Romano Zanni, figura molto conosciuta e apprezzata in tutti gli ambienti.

Missionario in India prima di diventare sacerdote, ha continuato a promuovere tutte le presenze missionarie della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla in Madagascar, India, Brasile, Rwanda, Albania. Uno spirito missionario e di servizio che lo ha contraddistinto anche nel suo essere parroco, oltre che Direttore della Caritas e del Centro Missionario.

Una figura molto paterna, sempre aperta al dialogo, piena di idee e progetti, instancabile nella cura e attenzione per le persone più povere, fragili, sole, ai margini della società, in Italia e nel mondo.

Difensore dei diritti di tutte le persone, la politica lo ha conosciuto per la sua determinazione nei richiami alle Istituzioni per responsabilizzare  e chiedere conto a chi è preposto alla costruzione del bene comune, con spirito costruttivo e concreta disponibilità anche personale alla collaborazione.

Ha contribuito in modo creativo e intelligente alla nascita e crescita di progetti e servizi di cui beneficia, ancora oggi, tutta la comunità reggiana.

Figlio di contadini, della nostra terra emiliana, ha assunto i toni schietti e la bontà propri della “nostra” gente. Manualità ingegnosa, sempre pronto alla battuta, amante della buona cucina e della compagnia, ha messo la sua persona a totale servizio della promozione umana, fino ai confini del mondo.

Non aveva nemici, era capace di discutere sostenendo le proprie idee frutto di una forte identità cristiana. Allo stesso tempo, era capace di mediare e di cercare soluzioni condivise, a beneficio del più ampio bene comune.

Ci uniamo nel ricordo e porgiamo le più sentite condoglianze ai famigliari, alle famiglie delle case della Carità, al Vescovo Camisasca e a tutta la comunità diocesana, consapevoli che il suo ricordo e la sua testimonianza rimangono un monito per tutti nell’opera di costruzione di un mondo più giusto e solidale.

Gigliola Venturini Segretaria Provinciale PD Reggio Emilia

 

 

 

 

2 COMMENTS

  1. Don Romano è una perdita immensa per la Chiesa, non solo Reggiana. Una vita spesa al servizio degli ultimi e dei più piccoli che va oltre il sacerdozio. Un uomo diretto e premuroso come un padre, è stato una guida carismatica e testimone di Carità per tutti.
    Sarà sempre nei nostri cuori.
    Andrea Fiocchi

    • Firma - Andrea Fiocchi