Quarta cooperativa di comunità dell'Appennino quella nata a Vetto il 20 marzo scorso. Dopo La Valle dei Cavalieri di Succiso (1991), I Briganti del Cerreto (2003) e La Officina di Costabona (2021), la cooperativa Il Pontaccio è l'ennesimo esempio della forza di volontà dei suoi abitanti, che si alleano di fronte a un problema comune: lo spopolamento dei paesini di montagna.
La cooperativa si presenterà ufficialmente agli abitanti di Vetto domani alle ore 20.30, nella sala polivalente, con tanti progetti in cantiere. Negli ultimi 20-25 anni, Vetto ha conosciuto un lento e inesorabile declino, che si è tradotto nella chiusura di gran parte delle attività commerciali, nell’abbandono di molti abitanti e nella paralisi di ogni iniziativa turistica.
Italo Nobili, uno dei consiglieri della nuova cooperativa, da molti anni si chiede come sia possibile rianimare questa situazione di abbandono, per permettere agli abitanti di riattivare una socialità comunitaria messa a dura prova non solo dalla pandemia ma anche dalla mancanza di luoghi di ritrovo. "Per mangiare un gelato – continua Nobili – dobbiamo andare nei paesi vicini. I giovani non hanno uno spazio per ritrovarsi, così come non esiste un locale con cucina tipica del nostro territorio".
In questi anni, qualche giovane di buona volontà ha cercato di riattivare la vita sociale e la vena turistica del paese: dalle escursioni nelle bellezze del territorio alle serate estive in piazza. Altri, due anni fa, hanno costituito Bike Extreme Alta Val d’Enza, un gruppo di amici che ha tracciato e reso disponibili per tutti una serie di percorsi per mountain bike nei boschi del comune.
Scopo del Pontaccio sarà dunque, innanzi tutto, quello di dare un nuovo volto a quella piazza desolata e, con essa, di costruire un’immagine diversa del paese, rimettendo insieme una serie di attività commerciali e non che mancano da tempo, partendo da una gelateria e "poi si vedrà".
Dato l'elevato numero di richieste, al fine di non escludere nessuno e di permettere a tutti di partecipare, l' incontro previsto per venerdì 7 maggio si svolgerà on-line. Per tanto, è ancora possibile iscriversi all' incontro, inviandone specifica richiesta all' indirizzo di posta elettronica [email protected]. Entro le ore 18:00 di venerdì 7 Maggio, verrà inviato, singolarmente, a tutti i partecipanti, il link di accesso all' aula virtuale.
Credo che come “paesini di montagna” si intendano convenzionalmente le frazioni o borgate dei Comuni appenninici, e non a caso lo sono quelle che hanno visto sorgere le tre Cooperative di Comunità qui citate, dove avevano verosimilmente “chiuso i battenti” molti dei cosiddetti esercizi di vicinato (o fors’anche tutti, ma non sono in grado di dirlo).
La piazza “desolata” di cui qui si parla è invece situata nel capoluogo di Vetto, che non è una frazione, o almeno non lo è ancora, salvo che non si voglia già prefigurare la sua prossima, e non lontana, annessione a Castenovo Monti, secondo una linea di pensiero che vedrebbe “ardentemente” in tal senso il futuro vettese (e che periodicamente riaffiora).
Vetto non sfugge di certo alla crisi e allo spopolamento che ha investito il territorio montano, ma mi sembra ancora fornito dei cosiddetti servizi essenziali, e vi è in attività più d’un esercizio di vicinato – motivo per il quale ho sentito persone che vi cercano casa – e vi sono ore della giornata in cui la piazza in questione è tutt’altro che vuota e deserta.
I sostenitori della Coop. vettese possono legittimamente spendere tutte le proprie ragioni a suo sostegno e “promozione”, e ora non resta che vedere quanto ci riserverà al riguardo il passare del tempo, ma mi sentirei comunque di dire che l’amore al proprio paese deve far innanzitutto apprezzare le cose che ci sono, frutto di lavoro, impegno, dedizione, sacrificio.
P.B. 06.05.2021
‼️ AGGIORNAMENTO INCONTRO PUBBLICO VENERDÌ 7 MAGGIO ‼️
Dato l’elevato numero di richieste, al fine di non escludere nessuno e di permettere a tutti di partecipare, l’incontro previsto per VENERDÌ 7 MAGGIO si svolgerà ON-LINE.
Per tanto, è ancora possibile iscriversi all’incontro, inviandone specifica richiesta all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
Entro le ore 18:00 di domani, venerdì 7 maggio, verrà inviato, singolarmente, a TUTTI I PARTECIPANTI il LINK di accesso all’aula virtuale.
Grazie a tutti!
Mi sembra di capire dal commento del Sig. P.B. che Vetto deve restare così, con gli attuali esercizi di vicinato e che la cooperativa sia qualcosa che non serve e forse disturba pure.
Il Sig. P.B.ne aspetta i risultati, come dire se andasse male io l’avevo detto.
Pensiero rispettabilissimo, ma che personalmente aborro da questo modo di pensare.
Il tempo passa Signor P.B., il tempo passa e il mondo cambia.
Il turismo è cambiato come le esigenze delle persone sono cambiate, come è cambiato il mondo del lavoro e, che cambierà ancora.
Se si vuole rendere un paese vivibile e attrattivo servono lavoro e servizi in primis.
Non so se la cooperativa riuscirà nell’intento di rianimare il paese, ma almeno da quanto letto ci prova, e la ritengo un’iniziativa di grande interesse.
Dico bravi a questo gruppo di ragazze/i che si impegnano per un obiettivo chiaro, ridare servizi, posti lavoro e cercare di rendere il paese più attrattivo.
Gli auguro un grande in bocca al lupo!!
L’ultimo commento – di ieri 6 maggio, ore 22.57 – mi attribuisce un retro pensiero piuttosto “cattivo”, ossia l’auspicio che la Cooperativa vettese vada male per poter poi dire che lo avevo previsto, ma a me sembra difficile che un tale sentimento possa albergare in chi rispetta moltissimo il lavoro, a cominciare da quello di quanti, in questi anni, hanno mantenuto in vita le attività di questo territorio.
Metto comunque in conto che nella fattispecie ciascuno legga le mie parole alla propria maniera, e del resto ogni qualvolta si esprime una opinione c’è sempre il rischio che qualcuno possa fraintenderla, o vedervi l’uno o altro sottinteso, ma in ogni caso io non vorrei rinunciare a dire rispettosamente la mia, anche quale contributo ad evitare un altro non piccolo rischio, ossia quello del pensiero unico.
Da ultimo, vista la tesi che abbiamo letto sull’argomento, secondo la quale le Cooperative di Comunità possono sorgere ovunque, stante la loro utilità, i sostenitori di quella vettese potrebbero promuoverla e reclamizzarla senza addurre motivi come la “piazza desolata”, o come un paese da rianimare, quasi che fosse in agonia, se non esanime, perché credo che Vetto non meriti di apparire così.
P.B. 07.05.2021
Egregio Sig. Italo Nobili, suppongo Lei parli in nome e per conto della neonata Coop. Il Pontaccio dichiarando che “Vetto (non tutto il territorio montano) negli ultimi 20/25 anni ha conosciuto un lento ed inesorabile declino ed alla paralisi di ogni iniziativa turistica, riconoscendo altresì a giovani vettesi di essersi impegnati per riattivare la vita sociale e la vena turistica del paese e pertanto scagionando almeno una parte di popolazione dalla responsabilità di tale degrado. Da ciò ne deduco che, almeno stando a quanto da Lei scritto, che la maggior parte di responsabilità debba essere imputata a chi ha amministrato Vetto dalla fine degli anni 90 ad oggi. Se questa sua analisi, che io credo superficiale e semplicistica, rispondesse al vero, io stesso dovrei essere il primo a scusarmi con tutti i miei compaesani avendo contribuito a titolo personale ed in rappresentanza di una organizzazione politica locale alla formazione di tali coalizioni, civiche o politiche che dir si voglia e che si sono sobbarcate l’onere di amministrare Vetto. Coalizioni che ancora oggi raccolgono un elevato consenso da parte dei Cittadini.
Ma se la sua analisi fosse completa e sinceramente nutro dubbi in proposito, non trova strano che eletti in tali coalizioni e che hanno ricoperto ruoli di importanza primaria in tali Amministrazioni e pertanto da considerarsi quanto meno corresponsabili del degrado attuale di Vetto possono ora presentarsi quali salvatori delle sorti del paese solo e semplicemente perché operano in nome de Il Pontaccio?
Alberto Tondelli