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Nella giornata dedicata a San Giuseppe lavoratore, don Pietro ci propone una riflessione dalla lettera apostolica ‘Patris Corde’ di Papa Francesco

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Riceviamo e pubblichiamo

 


Zona Pastorale di Felina
2.05.2021 Domenica V di PASQUA anno B


 

Introduzione alle letture

At 9,26-31: Paolo torna a Gerusalemme dopo la sua conversione
e viene presentato alla Chiesa, diffidente su di lui, da Barnaba.

Salmo Responsoriale Sal 21,26b.27; 28.30ab; 30c-32:
Il salmista ci invita ancora a lodare Dio per la sua magnanimità verso gli uomini.

1Gv 3,18-24:
Giovanni ci ripete che l’amore ai fratelli è la misura dell’amore a Dio.

Gv 15,1-8: Gesù ci parla della vita divina, che egli ci ha meritato
con la sua Pasqua, mediante l’immagine della vite.


 

Calendario settimanale

Sabato 1 Maggio san Giuseppe lavoratore
Nessun giovane, nessuna persona... senza lavoro! Ma come è possibile? C’è veramente lavoro per tutti? La dimensione del lavoro è una dimensione “amica della vita” e non uno scotto da pagare. Nella mia esperienza ho scoperto che questa spinta naturale a “fare tanto”, a “fare bene”, rischia di essere una modalità di affermazione presuntuosa di sé e delle proprie capacità, in fondo una forma di potere sugli altri. Nel tempo grazie a dei “maestri” di vita ho imparato a guardare le persone, scoprendo che le doti di ognuno, la loro sensibilità, le loro caratteristiche, poiché misteriosamente provenienti da Dio, hanno sempre uno scopo, un senso, e quindi un’utilità.
Da circa dieci anni sono direttore di una cooperativa sociale e le persone che lavorano con noi, spesso affette da disabilità o con S. Giuseppe disagi sociali di tutti generi, sembrano non avere risorse, sembrano non poter essere utili… ed invece, un punto particolare, una caratteristica positiva la si trova sempre, e spesso si riesce a farla diventare un’occasione di lavoro. Quindi alla domanda iniziale risponderei sì, è possibile un lavoro per tutti: certo serve continuamente la grazia di San Giuseppe per farci convertire lo sguardo da quel che manca, da quello che non va, verso il positivo, verso il divino che c’è in ognuno di noi.
Patris Corde cap. 6

 

Mercoledì 5 Maggio
Ore 20.30 In chiesa parrocchiale a Felina
Incontro con i genitori dei ragazzi di II Media.

Giovedì 6 Maggio
Ore 20.30 In chiesa parrocchiale a Felina
Incontro con i genitori dei ragazzi di 3 Elementare.

Domenica 9 Maggio Domenica VI di Pasqua
Ore 15.30 A Felina battesimo di Valentini Giovanni
Di Matteo e Ganapini Silvia

 

Mese dedicato a Maria con la preghiera del santo Rosario
nelle proprie case o in luoghi aperti ben distanziati

 

La CARITAS necessita di: Olio, Biscotti, Farina, Zucchero.
Possono essere consegnati agli incaricati o in parrocchia
Anche le offerte in denaro andranno per l’acquisto di questi beni.


 

Un racconto per l’anima:

Analogia
Analogia di S. Giovanni Crisostomo — «Se una spina penetra nella pianta del piede, tutto il corpo la sente e n’è sollecito; il dorso si spiega, le mani si tendono per estrarla, il capo s’abbassa e gli occhi guardano con prestezza e gran cura... Il dorso, le mani, il capo e gli occhi non trascurano il bene del piede, né dicono: Che me ne importa? — ma ogni membro, a modo suo, corre subito in aiuto al membro sofferente ».

Così nessun cristiano può disinteressarsi del fratello; ma facendo tutti parte d’un solo corpo spirituale, «mistico», deve adoperarsi per il bene di tutti..

Analogia di S. Giovanni Crisostomo — «Se una spina penetra nella pianta del piede, tutto il corpo la sente e n’è sollecito; il dorso si spiega, le mani si tendono per estrarla, il capo s’abbassa e gli occhi guardano con prestezza e gran cura... Il dorso, le mani, il capo e gli occhi non trascurano il bene del piede, né dicono: Che me ne importa? — ma ogni membro, a modo suo, corre subito in aiuto al membro sofferente ».

Così nessun cristiano può disinteressarsi del fratello; ma facendo tutti parte d’un solo corpo spirituale, «mistico», deve adoperarsi per il bene di tutti..


 

Enciclica Laudato sii del Santo Padre Francesco
Capitolo V:La giustizia tra le generazioni

160. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi? Pertanto, non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra.


 

Per pregare con il Vangelo della prossima Domenica

Domenica VI di PASQUA (Anno B)
9 Maggio 2021
Vangelo secondo Giovanni (Gv. 15,9-17)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto que-ste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

 

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