Ingressi scaglionati, una quarantina di operatori anti-assembramento, un nuovo sistema di videosorveglianza sui bus, integrato da un software conta persone di ultima generazione. Tutto è pronto, nella nostra provincia, per la ripartenza in sicurezza delle scuole superiori al 70%, nuovo limite che scatta da oggi lunedì 26 aprile con il ritorno dell'Emilia-Romagna in zona gialla. Un anno particolarmente faticoso, fatto di continue chiusure e riaperture, calcoli sulle percentuali sia per quanto riguarda la presenza degli studenti che la capienza degli autobus. "Abbiamo compiuto davvero tutti un grande sforzo - commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni ed Ilenia Malavasi-. Abbiamo ripreso in mano il piano operativo elaborato a dicembre in vista di una riapertura mai avvenuta, aggiornando le nostre valutazioni e rifacendo i conti in base alla percentuale del 70%".
Ingressi scaglionati
D'intesa con Agenzia mobilità e Seta, gli orari sia di entrata che di uscita saranno due, con distanziamenti che variano da una a due ore a seconda dei distretti. Con una capienza massima del 50%, la Regione ha investito in altri 7 autobus per un totale di 62 mezzi aggiuntivi dal 2020, che fa così salire il totale a 281 autobus dedicati al trasporto scolastico.
Nel distretto di Reggio Emilia gli ingressi avverranno alle 8 e alle 10, le uscite alle 13 e alle 15. A Castelnovo ne' Monti il distanziamento sarà invece di un'ora e mezzo all'entrata (8 e alle 9.30) e di due ore all'uscita (13 e 15). Nel resto della provincia - dunque negli istituti di Correggio, Guastalla, Montecchio e Scandiano - la campanella suonerà invece alle 8 e alle 9, mentre le uscite avverranno alle 13 e alle 14.
Per gli orari delle singole classi, si ricorda di consultare sempre i siti degli istituti scolastici.
Operatori anti-assembramento
Alle principali fermate dei plessi scolastici per garantire sicurezza, coordinare la salita e la discesa dai mezzi e coadiuvare il rispetto delle regole di distanziamento, torneranno in azione i circa 40 operatori anti-assembramento che, come concordato nel tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura, e come segnalato dal mondo della scuola, dagli studenti e dai sindacati, insieme anche alle pattuglie della Polizia provinciale potranno supportare il prezioso lavoro di controllo che sarà assicurato dalle forze dell’ordine e, a bordo, dagli addetti di Seta. L'assunzione a tempo determinato degli addetti anti-assembramento è stata possibile grazie a una quota di un finanziamento di 720.000 euro concesso dalla stessa Provincia a Seta ed Agenzia Mobilità, utili anche per l’installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza sui bus, integrato da un software conta persone di ultima generazione, già operativo su gran parte dei mezzi del trasporto scolastico.
"Il nostro obiettivo è quello di riportare tutti i ragazzi a scuola in sicurezza e questa nuova ripartenza è un nuovo inizio, che ci porterà a sperimentare una nuova programmazione scolastica, nuovi orari dei trasporti, cambiando le nostre abitudini quotidiane - aggiunge la vicepresidente Malavasi-. Crediamo sia però corretto ripartire con una percentuale del 70% e, qualora i dati epidemiologici lo consentano, siamo pronti a risederci al tavolo con le altre istituzioni, a partire da quelle scolastiche, per valutare insieme come portare ancora più ragazzi a scuola, in sicurezza. Non possiamo che ringraziare tutti per il lavoro che si sta facendo in queste ore, per essere pronti lunedì ad accogliere gli studenti”.
Esprimo qui la mia perplessità, forse frutto di un mio fraintendimento di intenti.
Premetto che ho utilizzato prima i canali ufficiali, con rappresentanti di genitori, sortendo solo perplessità e non risposte razionali o efficaci.
Non entro in merito alla richiesta di aumentare la didattica in presenza, non mi compete di certo, ma contesto fortemente la modalità con cui, nel giro di un fine settimana, si è deciso di applicarla a Castelnovo!
Vivo in montagna da sempre, figlia di un bravo autista (una volta ACT) di corriere e pendolare per motivi di studio, per quasi trent’anni (tra scuole e università…), ho tre figli.
Come è possibile pensare che sia attuabile un orario scolastico shiftato in avanti di “mezzo periodo” (per dirla in fisica spicciola)?
Poco più di un’ora in avanti rende IMPOSSIBILE a buona parte dei ragazzi raggiungere la sede scolastica nel giusto tempo con gli attuali mezzi pubblici e, qualora riuscissero nell’intento, il rientro poi al proprio domicilio avrebbe costo salato: lo scotto di orari disumani.
Non è possibile declinare nella nostra realtà un metodo che in città avrebbe un razionale: posticipare un’entrata o un’ uscita a Reggio significa razionalizzare l’occupazione dei mezzi pubblici, distribuendo l’utenza su diversi veicoli: COSA BUONA.
Qui i trasporti da sempre sono “sartoriali” su misura per ogni paese (dove ci sono), calibrati da sempre su orari canonici di scuola (penso alla linea di Morsiano, Ligonchio, Toano, Busana)…e già così, alcuni partono e arrivano a orari “duri”, ma ce la fanno!
L’ospedale stesso, l’indotto più grande del nostro appennino, calibra l’attività dei dipendenti tenendo conto degli orari dei figli a scuola!
La corriera stamane è passata sempre al medesimo orario, per alcuni paesi l’unico, i ragazzi arrivano prestissimo rispetto all’ingresso, stanno in giro, creando incolpevole assembramento, come è loro naturale (che ci siano o meno dei sorveglianti); dopo l’uscita, dovranno aspettare molto per la corriera, nuovi assembramenti in giro, e partiranno da Castelnovo con corriere tardive e faranno ritorno a casa quasi a sera…
Per non parlare del pasto: fino ad ora il momento del pranzo “ammucchiava” i soli studenti degli istituti tecnici che prevedevano i pomeriggi; d’ora in poi, con questo sistema, i ragazzi che mangiano panini a maschera abbassata e in compagnia saranno anche quelli dei licei!!!
L’alternativa per molti sarà l’assenza.
Sono un medico, purtroppo per me non epidemiologo, ne’ virologo, altrimenti avrei potuto dire questo nell’ennesima intervista… siamo troppo occupati a far tirare fiato ai pazienti, per cui forse mi sfugge l’utilità di questo piano d’avanguardia…
Perciò chiedo a voi: “a che PRO”?
Sanitario? Lo escludo: mancata riduzione della calca sulle corriere che ad oggi non mi risultano potenziate; aumento degli assembramenti sia prima che dopo la scuola con il forte rischio dell’ora del pasto!
Logistico? Le aule e gli spazi in comune, spero siano gli stessi che li hanno accolti all’inizio dell’anno, rispettosi dei canoni di sicurezza.
Chiedo nuovamente e rispettosamente: a che pro?
Se chiarite un’utilità sociale o sanitaria siamo pronti tutti, come sempre, a venirci incontro con una mutualità “montanara” stupefacente: li porteremo anche col trattore! Ma il gioco deve valere la candela: mi auguro che la risposta non sia solo un “devo obbedire”, come mi è stato già riportato.
La figura di “responsabile” implica una mediazione bi-direzionale: si rispettino le direttive, ma si reclami una libertà decisionale locale che garantisca il monte ore richiesto, ma con programmazioni ragionevoli, ad hoc… magari anche non cambiando nulla rispetto agli orari di inizio anno: collaudati, efficienti e meno carichi, a mio modesto parere, di potenziali rischi di contagio.
Grazie.
Condivido in pieno il commento precedente e faccio presente che da ormai 14 mesi nulla è stato fatto per le scuole dal Ministero. Anche dall’anno prossimo ci ritroveremo con classi da 24 a 30 ragazzi, assolutamente non distanti.
Mi unisco al commento e ne ripropongo la domanda : a che pro? Il dubbio maggiore riguarda l’ aspetto qualitativo che ritengo prioritario nel campo della istruzione- apprendimento.
E visto che tutto era programmato e ormai funzionante ( e tutto è stato cambiato), mi chiedo come in poco tempo si possa ottenere un aumento della qualità quando si sa che per ogni cambiamento sia necessario un periodo di assestamento che non sarà materialmente possibile avere.
Questa ennesima riorganizzazione scolastica contribuisce a demotivare e scoraggiare i ragazzi, a cui nessuno pensa, quando ormai esausti di un anno impegnativo si trovano a dover fronteggiare l’ultima, si spera, assurdità voluta da una becera volontà politica. E pensare che questo reale sconvolgimento comporterà un aumento nella didattica di ben 5 o al massimo 6 giorni in presenza.
Complimenti
Sono assolutamente d’accordo con i commenti precedenti. Aggiungo che accade che nelle ultime ore siano previste materie molto impegnative e mi chiedo se i ragazzi siano in grado di recepire le nozioni o che invece la mancata attenzione generi lacune da colmare.
Ne vale la pena?
Marzia Bonicelli