Legambiente Appennino: "A Bismantova un delicato equilibrio, da tutelare"
La Pietra di Bismantova è senza dubbio uno dei siti di interesse più noti e importanti del nostro Appennino. Tanto importante da essere inclusa nel Parco nazionale e nella Riserva Uomo e Biosfera Unesco, Geosito di rilevanza regionale e Zona Speciale di Conservazione Natura 2000, rete che l’Unione Europea ha individuato proprio per la tutela di habitat e specie di particolare interesse conservazionistico e a rischio di degrado.
E’ anche innegabile come negli ultimi anni la frequentazione, sia da parte di residenti che turisti, sia aumentata in modo esponenziale, mettendo in evidenza diverse criticità, alcune più palesi, come le difficoltà nella gestione del traffico veicolare, la maggior frequenza di comportamenti inadeguati come l’abbandono di rifiuti, l’accensione di fuochi e i bivacchi e la maggior necessità di servizi a supporto dei visitatori, altre invece meno evidenti, come ad esempio gli effetti della maggiore pressione sulle componenti naturali del luogo.
E’ infatti molto frequente la tendenza da parte di turisti e visitatori a considerare questi luoghi di naturale bellezza come una gradevole scenografia che fa da sfondo alle proprie escursioni e ai momenti di svago, mentre quando si visita un’area naturale è invece importante considerarne il valore intrinseco, in quanto insieme di preziosi ecosistemi che ospitano habitat e specie animali e vegetali in un delicato equilibrio.
Questi luoghi non sono quindi soltanto un meraviglioso e suggestivo fondale per le nostre passeggiate.
Proprio su questo principio si fonda l’idea di turismo sostenibile, che nelle aree protette può essere uno degli strumenti più efficaci per valorizzare il patrimonio naturale e culturale, contribuendo al contempo al benessere anche economico delle comunità locali e creando opportunità per il settore turistico.
Oggi il turismo delle destinazioni naturali rappresenta circa il 50% del turismo internazionale ed incrementa notevolmente ogni anno. Se non si interviene per ridurre al minimo gli impatti negativi si rischia di giocarsi proprio quel patrimonio che rappresenta l’attrattiva principale delle aree protette. E bisogna giocare d’anticipo, senza aspettare che il danno si sia verificato.
La gestione sostenibile di aree di pregio naturalistico deve partire proprio dalla calibrazione delle attività con gli obiettivi e i valori di queste aree, dando priorità alla protezione a partire dalla conoscenza, e a una strategia che preveda però la cooperazione e il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse; questo è fondamentale per aumentare la consapevolezza dei valori e delle emergenze presenti e per accrescere la disponibilità delle persone a prendersene cura.
Come Legambiente Appennino Reggiano accogliamo quindi favorevolmente la limitazione degli accessi a biciclette ed e-bike al pianoro sommitale della Pietra di Bismantova, luogo unico e di elevato valore.
Ci preme peraltro sottolineare come gli usi tradizionali non siano intaccati dalla Delibera del Consiglio Direttivo del Parco, che si aggiunge alle ordinanze sindacali che negli anni scorsi hanno escluso, sempre sul pianoro, l’accesso ai mezzi motorizzati e le attività di bivacco e uso di fuochi, andando a delineare una serie di tutele che vanno nella direzione di una gestione che tiene conto della particolarità dell’area in termini di valori ambientali, culturali ma anche tradizionali. In merito alle attività tradizionali, ci preme infatti sottolineare che l’attività agricola di sfalcio per la produzione di foraggio sul pianoro non solo non è oggetto di limitazione, ma è considerata dal Piano di Gestione del Sito Natura 2000 un’attività necessaria al mantenimento in un buono stato di conservazione degli habitat presenti.
Riteniamo pertanto che l’interdizione dell’accesso limitatamente alla sommità e per le sole biciclette non rappresenti un provvedimento tale da compromettere od ostacolare la tradizionale fruizione di questo importante sito di attrazione del nostro Appennino ma possa contribuire, tutelandolo, a valorizzarlo ancora di più.
D’altra parte provvedimenti di questo tipo sono stati presi ovunque nel nostro paese, dal tanto celebrato Trentino Alto Adige fino a sempre più numerosi parchi e aree protette in tutta Italia, dove i danni ai sentieri e ai versanti e l’erosione dovuti alle scorciatoie create dagli escursionisti irrispettosi è sempre più frequente, così come i problemi di sicurezza dovuti alla fruizione con diverse tipologie di mezzi quando i sentieri sono stretti e ripidi. Divieti a parte, la questione dell’educazione di chi frequenta la montagna, non solo in bicicletta, è un elemento centrale, e indubbiamente si tratta anche di una questione culturale. E’ necessario lavorare molto sul fronte della sensibilizzazione e della diffusione di una conoscenza adeguata dei valori che caratterizzano il nostro territorio: il limite che oggi viene visto come un'imposizione deve trasformarsi in un valore aggiunto, dove l’escursionista, il biker, il turista a cavallo possano viaggiare tranquilli, nel rispetto delle regole, delle aspettative dell’altro, e nella consapevolezza che la tutela di luoghi unici e particolari consentirà alle generazioni future di trovare questo stesso patrimonio conservato correttamente.
Il territorio del Parco offre opportunità di fruizione per tutti, ma è necessario che ci sia anche senso di responsabilità e reciproco rispetto delle regole e dell’integrità dei luoghi. Le biciclette hanno a disposizione migliaia di chilometri di percorsi di ogni tipo sui quali divertirsi. Gli escursionisti, a loro volta, devono poter camminare tranquillamente e senza doversi preoccupare di biciclette che scendono, a volte a notevole velocità, su percorsi stretti e disagevoli.
(Legambiente Appennino)
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Cervi, Comitato etico della Pietra: “Tutelare la sommità di Bismantova significa custodire il Creato”
Nella ricorrenza della Giornata della Terra appena trascorsa ha assunto particolare significato l’impegno, avviato dal Parco nazionale dell’Appennino, nei confronti della sommità della Pietra di Bismantova e del suo Eremo. Con l’atto di comodato sottoscritto nel 2016 tra il convento benedettino di Parma ed il Parco nazionale per l’affidamento all’Ente del settore paesaggisticamente più significativo del pianoro sommitale della Pietra di Bismantova si sono create le condizioni per avviare un percorso virtuoso che nel volgere di breve tempo ha condotto anche alla salvaguardia del complesso dell’ex eremo, in un intento di divulgazione della tematica della custodia del Creato e di didattica dell’ambiente e delle sue peculiarità geologiche.
Nell’articolo 1 del comodato viene infatti specificato che “Il Proprietario concede in uso gratuito al Parco il terreno di sua proprietà affinché quest’ultimo provveda alla sua manutenzione, conservazione, ordine e pulizia, nonché sostenendo e promuovendo iniziative rivolte alla crescita della consapevolezza della bellezza e custodia del Creato e dell’etica della tutela della Natura”.
Obiettivamente prendiamo atto che nel corso degli ultimi anni nello scenario di Bismantova si sono affacciati con sempre maggiore forza delle pratiche estreme che travalicano il sedime etico insito in tutto il complesso della Pietra, riducendolo sempre più al livello di un mero e spettacolare substrato roccioso da sfruttare per finalità che non soltanto sono estranee alla vocazione del sito, ma che costituiscono motivo di potenziale pericolo non solo per chi le pratica e soprattutto per coloro che si recano in visita alla Pietra. Occorre inoltre sottolineare come l’utilizzo della Pietra per le attività estreme contribuisce notevolmente a diffondere, specie negli strati giovanili, messaggi di egoistica soddisfazione, per catturare una grande attenzione da parte dei media. Il risultato è il perseguimento sfrenato della propria passione, ponendo a rischio sé e altri.
Oltre al tema delle pratiche estreme, anche il diffondersi sempre più intenso di pratiche sportive che utilizzano mezzi meccanici, come le bicilette da montagna anche a trazione elettrica, si pone anch’essa sul medesimo rapporto di sfruttamento della Pietra unicamente sulla base di uno spettacolare substrato fisico: in questo caso, peraltro, l’utilizzo di tali mezzi determina gravi danni al delicato substrato edafico della zona. La recente delibera del Parco nazionale rivolta a regolamentare la pratica dei cosiddette pratiche estreme a Bismantova unitamente ad altre attività che incidono negativamente sulla conservazione del contesto ambientale della Pietra, costituisco un atto dovuto non soltanto ai sensi di quanto stipulato con i Benedettini di Parma, ma innanzitutto per trasmettere un forte segnale di impegno nel perseguire gli intenti di diffusione del messaggio riguardante la custodia del Creato che sono alla base di quanto si intende attuare nell’ex eremo.
(Giuliano Cervi, presidente comitato scientifico centrale (Csc) Cai, presidente Pro Natura, designato del Comitato Etico per la Pietra indicato da Monastero dei Benedettini)