e al mattino ubriachi di rugiada
ascoltano il concerto degli uccelli
anelando l'amplesso con il sole.
Quanto vi amai
soavi fiori di primavera!
nei giorni dei desideri e delle fughe
voi foste i miei compagni d'avventura.
Andammo insieme a cercare
gli occhi ridenti delle ragazzine
che scendevan correndo
accarezzando i sassi dei selciati.
Spadoni e viole sulle vecchie strade
che uniscono le case del paese
qualche rosa antica già mi ammaliava
con il suo profumo.
Una gran voglia di giovinezza
nelle notti gravose di pandemia
qui dove tutto è rimasto uguale
incurante dei secoli e dei morti.
Pur nella mia vecchiezza
io sono eternamente giovane
posso ascoltare i battiti del cuore
a ricordare un volto...una canzone.
Dove sei capinera?
c'è stato tra di noi più che un amore
che scherzose scintille
al dialogare dei proibiti sogni!
E ancora resta l'estrema leggerezza
del favolar ridendo
guardando ancora e ancora
i delicati fiori di primavera!
Da " La cultura dell'alba" inedita Diritti riservati.