L’emanazione dell’ultimo DL permetterà, finalmente, il rientro in classe di tutti gli studenti fino alla prima media.
Questo significa che moltissimi studenti continueranno a rimanere esclusi dall’insegnamento in presenza e potranno esercitare il loro diritto allo studio solamente attraverso la Didattica A Distanza. E’ una soluzione giusta ma soprattutto equa?
La pubblicazione dello studio "A cross-sectional and prospective cohort study of the role of schools in the SARS CoV-2 second wave in Italy" smentisce ogni correlazione tra aumento dei contagi e didattica in presenza. L'indagine, svolta su un campione di oltre 7,3 milioni di studenti e 70mila insegnanti, il 97% della popolazione scolastica, si basa su dati epidemiologici del Miur, dell'Ats e della Protezione Civile.
Riteniamo questa proroga dell'imposizione della didattica a distanza inaccettabile sotto ogni punto di vista. La DAD, infatti, priva la scuola di ogni tipo di contatto umano, riducendola alla mera trasmissione di nozioni, che si rivelano più complesse da apprendere quando ci si trova dietro ad uno schermo. Ogni prospettiva di scuola che educhi alla socialità e alla vita in collettività è inevitabilmente compromessa da questa forma di didattica che non è scuola.
La didattica a distanza non rappresenta uno strumento democratico, in quanto accresce la disuguaglianza sociale. Inoltre, il peso economico della DAD grava principalmente sulle spalle delle famiglie, contravvenendo all'Articolo 34 della Costituzione Italiana, che garantisce un'istruzione gratuita e specifica che i ‹‹capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi››.
I nostri giovani stanno pagando un prezzo altissimo a livello fisico, psicologico e di apprendimento. L’aumento dei tentavi di suicidio, dei disturbi alimentari, degli atti di autolesionismo, dei casi di Hikikomori e dei sintomi depressivi in genere, testimoniano le condizioni in cui riversano i nostri ragazzi.
Per questi motivi, abbiamo deciso di costituire un comitato che cerchi di contrastare questa situazione, unendo le forze, le esperienze e soprattutto le speranze di molti genitori preoccupati dell’avvenire dei propri figli.
Il nostro comitato “Progetto Scuola Appennino” vuole essere un punto di incontro per tutti coloro che desiderano proporre ed attuare alternative alla Didattica A Distanza, nel nostro territorio Appenninico.
La nostra volontà, è richiedere soluzioni differenti dalla DAD ora, ma anche in futuro, qualora questa situazione non accenni a cambiare nell’arco dell’estate. Il prossimo anno scolastico non può e non deve essere uguale a questo e nemmeno a quello passato.
E’ necessario anticipare gli imprevisti, specialmente in questa situazione pandemica, che abbiamo visto essere ciclica, mettendo in atto progetti e soluzioni alternative proprio in caso in cui venga decisa, nuovamente, la chiusura della scuola.
Organizzare lezioni all’aperto, sfruttando il nostro territorio che si presta benissimo ad attività di questo tipo, oppure prevedere, per il futuro anno scolastico, l’utilizzo di altre strutture (al di fuori di quelle scolastiche) dove poter accogliere classi meno numerose, sono alcune delle nostre proposte.
Inoltre, chiediamo che la scuola e le amministrazioni, con la disponibilità del comitato a collaborare, utilizzi questo tempo utile per adeguare le strutture scolastiche, i dpi e valutare ipotesi alternative alla Dad nel caso il ministero alla salute (che attualmente sembra orientato a togliere discrezionalità di decisione restrittiva alle Regioni rispetto alla chiusura scuola) decida per la chiusura anche nel anno scolastico 2021/2022, in caso di ulteriori ondate pandemiche.
Queste soluzioni potrebbero riguardare prioritariamente un adeguamento delle scuole con sistemi di areazione tecnologici, adozione di mascherine più adatte di quelle distribuite attualmente, previsione di attività di studio in asincrono per chi, per diverse ragioni non riesce a partecipare alla Dad; annullamento delle assenze da giustificare in Dad nel caso di chiusura scuola (siamo in uno stato di emergenza, rinunciare al lavoro, ad esempio, per alcuni genitori e in particolare per le madri per seguire i figli a scuola è una situazione discriminante sotto molti punti di vista); pre-valutazione e convenzioni di spazi extrascolastici al chiuso a piccoli gruppi in collaborazione con le associazioni locali (sul modello di Reggio Emilia-Musei civici), nel caso sia necessario un ulteriore distanziamento; creazione di uno strumento informativo pubblico sui dati relativi al contagio intrascolastico locale.
Progetto Scuola Appennino, inoltre, entra a far parte della rete nazionale scuola in presenza.
Il nostro è un comitato apolitico, senza scopo di lucro, senza discriminazione alcuna: chiunque voglia unirsi a noi, apportando il proprio sapere può contattarci tramite mail [email protected]
“La Libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti.” disse Mandela. Insieme possiamo alleggerire il carico di tutti.
Progetto Scuola Appennino
Segnaliamo un refuso nel nostro articolo, quando lo abbiamo redatto a più mani eravamo in zona rossa.
Attualmente la situazione scuola è cambiata nuovamente e la parte relativa alla prima media è cambiata (l’incipit del nostro articolo).
Questo dovrebbe fare già riflettere sulla schizofrenia che fa da sfondo alla nostra vita: non si fa in tempo ad elaborare un pensiero che già lo scenario è cambiato ancora.
Resta comunque il senso della nostra nascita, il messaggio del nostro articolo, la necessità di fermarsi a riflettere e dialogare tra istituzioni e società civile utilizzando questo tempo per prepararsi ai prossimi anni scolastici; pensare a scenari possibili; l’invito ai genitori ad esserne parte e, infine, la richiesta a pensare diversamente il futuro scolastico ed educativo dei nostri bambini e ragazzi, nonostante le incertezze, un futuro PRESENTE.
Progetto Scuola Appennino
Bravi bravissimi ..
Commento firmato