Un campione “a chilometri zero”. Così si definisce Giuliano Razzoli, presentandosi in videoconferenza agli studenti dell’Istituto comprensivo Bismantova collegati in Dad nell'ambito del progetto "Multisport ne' Monti", un modo per fare educazione fisica a distanza.
“Con gli sci a piedi sono nato e cresciuto nel nostro Appennino e solo dopo i 18 anni ho iniziato a viaggiare grazie allo sport. Fino ad allora mi sono allenato a Civago, a Febbio e al Ventasso con i maestri, gli istruttori e le persone più autentiche del nostro territorio”. Con queste parole il campione olimpico di Vancouver ha risposto alla prima domanda che gli è stata posta dai ragazzi di seconda media di Castelnovo ne’ Monti e di Felina. “Ricordo la prima gara al Cerreto, avevo 9 anni e mai avrei allora immaginato che ci poteva essere una medaglia olimpica nella mia vita e che Razzolo (la frazione villaminozzese dove l'atleta è cresciuto e dove vive ancora la sua famiglia) fosse così vicina a Vancouver".
"Non ho fatto niente di speciale perché solo passo dopo passo, anno dopo anno – ha detto Razzo (come lo chiamano simpaticamente amici e conoscenti) - ho sentito crescere le mie ambizioni e quando nel febbraio 2010 sono partito per il Canada ero consapevole di potermela giocare, mi sentivo in forma e pronto per scendere in pista con grandi ambizioni”.
Dopo una breve presentazione del moderatore, Luca Simonelli e dopo un bellissimo video che in 4 minuti ha riassunto la storia del campione olimpico, sono partite a raffica le domande degli studenti. Federico, Aura, Alessia, Ramon, Giovanni, Luca, Roberto, Leon e altri hanno spaziato dalle emozioni del podio all’attesa fra la prima e la seconda manche, dai sacrifici per arrivare in alto nello sport agli sciatori più simpatici del circuito, dalla scelta fra il calcio e lo sci alpino, allo sciatore al quale si ispirava quando eri giovane.
Proprio grazie a quest’ultima domanda Giuliano Razzoli ha confermato la sua grande ammirazione per Alberto Tomba, campione che aveva preso come riferimento dei suoi sogni. Nel dialogo con gli studenti non sono mancati l’attaccamento alla famiglia di Giuliano e la sua gioia di impegnarsi nelle attività della tenuta di Razzolo: “Quando arriverà il momento di chiudere la carriera di sciatore - afferma Giuliano - arriverà l’ora di inaugurare l’acetaia Razzoli, anzi no, penso che la inaugureremo prima, perché di sciare ad alti livelli ne ho ancora tanta voglia”.
Nelle fasi conclusive dello streaming è intervenuto il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, che ha voluto personalmente ringraziare Giuliano Razzoli quale “ragazzo del nostro territorio che con la sua voglia di emergere e la capacità di impegnarsi e avere pazienza ci ha insegnato tanto nello sport e nella vita”.
Oltre agli studenti di quattro classi, alla videoconferenza hanno partecipato anche gli insegnanti Marta Brogliatto, Annamaria Bacci e Gerardo Torluccio e Roberto Zanini di Polisportiva Quadrifoglio, società sportiva capofila del progetto.
L’incontro si è concluso con Giuliano Razzoli che, a distanza, ha scritto una dedica e autografato una propria cartolina con un abile utilizzo in modalità “sign pad” del proprio computer, offrendo così agli studenti il più originale degli screenshot.