"Prendiamo atto che alla banca non interessa nulla del servizio offerto ai propri utenti, ma guarda meramente al solo proprio tornaconto finanziario". Queste le parole dei residenti del Comune di Ventasso dopo l'annuncio nei giorni scorsi della chiusura dell'Unicredit a Busana per l'inizio di aprile. "Certamente non tutti accetteranno passivamente il passaggio dei propri conti correnti in un'altra filiale Unicredit".
Questo gruppo di residenti ha costituito un comitato popolare contro la chiusura dell'istituto di credito, annunciata poche settimane prima dell'effettiva chiusura. Scrive il comitato, composto soprattutto da clienti e utenti della banca: "Rimaniamo attoniti, increduli e particolarmente delusi sulle modalità e sulla comunicazione della chiusura. A inizio aprile verrà infatti chiusa definitivamente la filiale, con solo un paio di settimane di preavviso e nessuna comunicazione riportata direttamente ai correntisti. Arrivano come semplici annunci, senza rendersi minimamente conto di cosa può comportare una scelta di questo tipo per i residenti locali".
Come più volte ribadito anche dallo stesso sindaco di Ventasso, Antonio Manari, "In un territorio come quello di Ventasso la scelta di chiudere il front-office crea non pochi disagi, specialmente negli anziani, che sono la maggior parte della popolazione". Da qui le difficoltà per i clienti di usufruire dei servizi di home banking, sia per la poca dimestichezza delle persone più anziane con le tecnologie digitali, sia per problematiche legate alla poca copertura internet del territorio.
Oltre alla chiusura dello sportello, inoltre, sembra probabile anche quella del bancomat. "Sarebbe la beffa finale - prosegue il comitato-. Senza il bancomat non potremmo né ritirare né versare il contante, un servizio essenziale alle poche, ormai, attività commerciali rimaste, che verrebbero penalizzate ulteriormente in un periodo di crisi che già mette a dura prova la resistenza di queste realtà economiche sul territorio. La scelta comporterebbe quindi pesantissimi disagi a livello personale ai correntisti, ma in generale comporterebbe un durissimo colpo all'economia del territorio".
E mentre l'amministrazione spinge Regione e Provincia a rafforzare il servizio postale con l'aumento degli orari di apertura, il comitato conclude: "È l'ennesimo sopruso che viene inflitto alle comunità della montagna, che già sono in difficoltà e vengono spinte verso il baratro per interessi privati. Chiediamo che a tutti i livelli istituzionali si prenda una posizione e si esprima forte contrarietà a queste scelte prive di rispetto nei confronti dei correntisti e utenti della montagna: non solo dei singoli numeri, ma una comunità che con le proprie forze sta cercando di resistere".
Più che solidale con il Comitato Popolare che ha preso posizione contro la chiusura di Unicredit ritenendosi giustamente delusi da Istituti di Credito che hanno raccolto nei tempi passati ed ora che le istituzioni ed i cittadini tutti sono impegnati, ognuno nel proprio ruolo, in un importante tentativo di rilancio della Zona Montana attraverso il progetto Aree Interne, tali istituti non si sentono partecipi mettendosi alla finestra in attesa di tempi migliori per poter eventualmente riprendere a lucrare.
Non lo considero un problema limitato al Comune Ventasso ma di tutto il Distretto. Nessun comune può ritenersi immune da tali scelte. Un mondo che sta diventando sempre più virtuale, dall’amicizia alla moneta dalla economia ai servizi che avranno ricadute pesanti sullo sviluppo della zona e sulla identità dei montanari. Tutti debbono sentirsi coinvolti e solidali per attivarsi concretamente a sostegno Comitato del Ventasso.
Dalle Amministrazioni al singolo cittadino. Ognuno per la sua parte.
Alberto Tondelli
Alberto Tondelli
Le considerazioni esposte da Alberto Tondelli sono ineccepibili, ma temo che non vada lontano dal vero Sergio – nel suo commento all’articolo “I sindacati sulla nuova chiusura di banche a Ventasso” – laddove scrive che la “frittata è fatta”, aggiungendo poi che ormai è “come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”.
Quando Tondelli dice che “tutti debbono sentirsi coinvolti e solidali …”, occorre cioè far fronte comune – il che è ugualmente sensato – viene però da chiedersi se sia avvenuto altrettanto da parte della politica, corpi sociali intermedi, ecc…, e pure da ciascuno di noi, onde evitare o contenere a suo tempo il “declino” della montagna.
Io penso che questo sforzo comune e corale sia allora mancato, per ragioni varie, anche di natura ideologica, e che, salvo casi rimasti pressoché isolati, abbiano altresì scarseggiato proposte per così dire “organiche” in grado di sostenere il tessuto socio-economico montano, arginando lo spopolamento e, di riflesso, la perdita di servizi.
Difficile pure sapere se la “comunità montanara” abbia sottovalutato i rischi del progressivo spopolamento, nonostante i tanti segnali pervenuti, o ne sia rimasta indifferente, o abbia prevalso un senso di impotenza e fatalismo, ma sta di fatto che oggi ci troviamo in questa situazione (auspico comunque che la voce del Comitato non resti inascoltata).
P.B. 30.03.2021
P.B.
A mio modesto avviso, una soluzione c’è, ed è possibile la seguente. Però serverebbe una montagna ? unita nelle genti e non nelle inutili UNIONI, dei palazzi. Se i Montanari agissero, come un sull’uomo, allora sì che l’arma dissuasiva, sarebbe poderosa. Se invece distinguiamo la montagna d dalla Sparavalle in su, da quella dalla Sparavalle in giù, le nostre frecce, sarebbero spuntate. Ora, tutto ciò premesso, vado con la mia “RICETTA”.
Ah sì, tu UNICREDIT decidi di chiudere i battenti? ? Bene ;allora, noi Montanari decidiamo che, tutti noi, Castelnovesi compresi, chiudiamo tutti i nostri conti, accesi negli anni, presso di te!!! Io sono pronto a chiudere i miei, presso UNICREDIT. E voi??? ?
Umberto