Da qualche tempo ormai, i primi di febbraio, anche l'Italia può contare sugli anticorpi monoclonali: due quelli che dal 3 febbraio hanno ricevuto il via libera dal ministro della salute, Roberto Speranza, Regeneron e Eli Lilly.
Ad oggi, l’arma in più per combattere il Covid arriva anche in Emilia-Romagna: il via alle somministrazioni di anticorpi monoclonali su persone affette dalla malattia è iniziata a Bologna, ed è gestita dagli infettivologi del Policlinico Sant’Orsola.
Come il plasma, sono anticorpi 'esogeni' ovvero sostituiscono quelli prodotti dall'individuo stesso in seguito all'esposizione al virus o al vaccino. Diversamente dal plasma, però, consentono di industrializzare il processo produttivo.
La popolazione candidabile al trattamento con gli anticorpi monoclonali, evidenziava il parere della Cts Aifa, dovrà essere rappresentata "unicamente da soggetti di età maggiore di 12 anni, che presenta sintomi lievi-moderati, che non sta male e che non necessita di un ricovero in ospedale, quindi viene curato a casa". Tuttavia ha caratteristiche cliniche tali per cui il suo rischio di evolvere verso una forma grave di Covid è considerato molto elevato: è il caso ad esempio di un paziente immunodepresso, o un paziente trapiantato.
La terapia a base di anticorpi monoclonali (che vanno somministrati per via endovenosa entro pochi giorni dai sintomi) per essere somministrata necessita di due figure: un “proponente”, che sarà prevalentemente il medico di base del paziente o un medico dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziali attive su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini); ed un “validatore”, una figura ospedaliera che prescriva la proposta terapeutica e abbia l’accesso al registro dell’Aifa, al fine di avere la fornitura del farmaco da parte della farmacia ospedaliera. Ciò dovrà avvenire in stretta collaborazione con il livello territoriale, che contribuisca a definire il luogo, la modalità e di monitoraggio dell’infusione, essendo necessario osservare il paziente per l’ora successiva: a questo riguardo, la proposta di somministrare i farmaci anche a domicilio, mentre nel frattempo la maggior parte del territorio si sta organizzando per la somministrazione all’interno di ambulatori ospedalieri.
La scelta in merito alle "modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole Regioni".
Il Veneto è stata tra le prime regioni destinatarie del test, in quanto Luca Zaia, subito dopo l'ok di Aifa, ha dato disponibilità all'uso, aspettando che entro fine mese dovrebbero ricevere una consegna di oltre 30mila fiale.
Anche negli ospedali della capitale, lo Spallanzani ha iniziato la somministrazione degli anticorpi monoclonali anti-Sars-Cov2 secondo il programma del ministero della salute-Aifa-Regione Lazio.
In Liguria si è partiti il 19 marzo: all’ospedale San Martino di Genova “abbiamo trattato il primo paziente in Liguria con anticorpi monoclonali. E’ un signore di 71 anni con cardiopatia “ricoverato per circa un’ora e poi tornato a casa”, racconta Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.
In Campania, a Napoli, la fase dei monoclonali è cominciata il 20 marzo, mentre dal 23 marzo le consegne previste in Toscana contano 1080 dosi dalla Eli Lilly da ricevere entro fine mese, dichiarando che entro giugno gli anticorpi saranno direttamente prodotti in regione grazie al lavoro svolto da Toscana Life Sciences.
Ora, anche l'Emilia Romagna intraprende la strada dei monoclonali: “Percorriamo questa nuova strada con fiducia, confidando che la terapia con gli anticorpi monoclonali possa essere efficace, soprattutto per ridurre i rischi di complicanze gravi in pazienti con particolari quadri clinici - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini-. Le nostre strutture sanitarie sono pronte; come Regione, abbiamo subito predisposto specifiche indicazioni organizzative, indispensabili per un utilizzo il più possibile proficuo”.
Sulla base di questa fiducia, il ministero della Sanità ha da poco consegnato un ingente quantitativo di confezioni monodosi, più di 2.500, e ne sono attese circa altre 1.000 domani, tutte destinate ad altrettanti pazienti. E la Regione ha già predisposto, attraverso uno specifico Gruppo di lavoro, le raccomandazioni per l’utilizzo dei monoclonali e la definizione degli aspetti organizzativi. Le dosi saranno distribuite a tutte le Aziende sanitarie e Ospedaliero-Universitarie del territorio in proporzione all’incidenza dei nuovi casi di Covid diagnosticati nel periodo che va dall’8 al 14 marzo 2021.