Cervarolo, un paesino sperduto fra i monti , i nostri monti dell’Appennino Emiliano, dove regnano il silenzio e la pace, ha conosciuto, nel lontano 20 marzo 1944, l’orrore di una strage nazi-fascista. Alla luce di un pallido sole, le case furono incendiate e poveri civili messi a morte. Tra le urla delle donne e lo sbigottimento di vecchi e di bambini , l’odio infuriò su quell’aia.
Molti poeti si sono espressi su questa terribile vicenda, riportiamo i versi di Marino Fontanini di Gazzano che ci racconta, con tanta crudezza, quella triste giornata. Il poeta chiude la sua poesia con la speranza che le vittime possano trovare la pace eterna e che tutti noi possiamo creare una rete d’amore che annulli l’odio.
Per non dimenticare, lanciamo un invito ai frequentatori dell’Appennino: “Fermatevi in quell’Aia, toccate quelle pietre e quella terra , sedetevi e riflettete.
La pace e il silenzio di oggi sono il frutto di un caro prezzo: nonni, padri, fratelli, si sono sacrificati per la nostra libertà.