Non tutti sanno chi era Celio Rabotti, sindaco di Castelnovo Monti e Podestà di Reggio Emilia ai tempi del fascismo e della Repubblica sociale. A lui è dedicata, anche, una foto tra l'elenco dei sindaci di Castelnovo, in Municipio, oltre che una pagina di Wikpedia. Si interessano a lui i gruppi di opposizione Castelnovo Libera, per voce del capogruppo Alessandro Davoli e del consigliere Paolo Pigoni, e il Movimento 5 Stelle, tramite il capogruppo Luca Maioli. "Chiediamo che sia rimossa la sua foto: Celio Rabotti, deputato, approvò le leggi razziali e fece parte della loggia P2 nel dopoguerra".
La foto, per la precisione, la si trova nel municipio castelnovese nella sala d'attesa di fronte all'aula consiliare. Qui sono riportati tutti i sindaci del paese dall'Unità d'Italia in poi, o meglio la foto è presente laddove possibile, per gli altri è presente solo nome e cognome.
Celio Rabotti, fu sindaco di Castelnovo per 12 anni, negli anni '20. E' lo stesso sindaco che ritroviamo il 2 ottobre 1927 alla presenza del principe Umberto avvenne all'inaugurazion
e del monumento ai caduti sul monte Bagnolo, celebrato da una nota cartolina. Quindi nel 1934 fu eletto una prima volta al Parlamento, e nel 1939 alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. In seguito il 12 ottobre 1942 divenne commissario prefettizio di Reggio Emilia per essere poi nominato podestà il seguente 20
novembre mantenendo l'incarico fino al 3 agosto 1943.
Sulla rimozione della sua foto i due gruppi d'opposizione hanno presentato una mozione da discutere in consiglio comunale. "Nel quarantennale del rinvenimento della lista degli aderenti alla loggia massonica segreta Propaganda 2 - spiegano i firmatari - chiediamo al consiglio comunale di condannare fermamente l'appartenenza ad associazioni segrete e di rimuove dall'atrio del secondo piano del palazzo comunale la foto dell'ex sindaco Celio Rabotti, per la sua appartenenza a quell'associazione segreta, nata con finalità eversive. Il 17 febbraio 1981, durante una perquisizione ordinata dalla Procura della Repubblica, venne rinvenuta, a Castiglion Fibocchi (Arezzo), presso una fabbrica di proprietà del criminale Licio Gelli, una lista di 963 nomi di persone affliate alla loggia denominata Propaganda Due. Il nome di Celio Rabotti, già sindaco e poi podestà di Castelnovo Monti, deputato del Regno e successivamente eletto alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, e quindi per due volte Podestà di Reggio Emilia, sino al marzo del 1945, risulta iscritto nell'elenco degli affiliati di una successiva lista, come riporta Wikipedia nella pagina a lui dedicata".
Il documento enumera poi le inchieste in cui è stata coinvolta la loggia P2, e prosegue: "Bisogna verificare se quanto affermato dalle fonti giornalistiche e storiche indicate risulta vero, anche tramite opportuno approfondimento tramite storici locali, data la notorietà e l'importanza rivestita da Rabotti nelle istituzioni statali del Regno, a partire dagli anni '20 del '900. Non va nemmeno taciuta la sua posizione attiva nel promulgare le famigerate leggi razziali, ad iniziare dal Regio decreto legge 5 settembre 1938, convertito nella Legge 5 gennaio 1939. Fu risoluto nell'organizzare la confisca dei beni di famiglie e cittadini reggiani di etnia ebrea, e al successivo internamento e deportazione nei campi di sterminio tedeschi. Se i fatti menzionati fossero riscontrati come veri, ovvero l'affiliazione alla loggia massonica segreta ed eversiva Propaganda Due, già del Grande Oriente d'Italia, e l'approvazione, come membro della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (Parlamento), delle leggi razziali nel 1938-39, si provvederà alla rimozione della fotografia di Celio Rabotti dalla sala antistante l'aula del consiglio comunale ove sono afssi i volti e i nomi dei sindaci, dei podestà e dei commissari prefettizi che hanno governato il Comune di Castelnovo Monti per oltre 160 anni, dall'Unità d'Italia ad oggi, lasciando nello spazio vuoto il nome e la motivazione della rimozione".
Celio Rabotti morì a Brescia, dove era andato a vivere, nel 1975.
Un sincero plauso all’opposizione per questa iniziativa. La storia non va dimenticata! Seguirò con interesse la posizione della maggioranza in proposito.
Spero che il prossimo passo avvenga a livello nazionale, e che la Lega prenda analoga posizione sul suo storico alleato Cav. Silvio Berlusconi, affiliato alla P2 con tessera N° 1816 – fascicolo N° 625.
Ricordo inoltre che a palazzo Chigi, nell’anticamera della Sala Verde, è tuttora esposta in bella mostra la foto di un certo Benito Mussolini. Se la memoria non mi inganna, anche lui votò le leggi razziali…
Andrea
Avrà pure fatto sbagli imperdonabili, ma ha comunque fatto parte della storia, chi sbaglia anche gravemente c’è anche oggi e magari piace anche alle persone.
Anonimo
La richiesta è legittima. Dall’altra mi chiedo come si possa sostenere e fare parte di un partito che da anni è alleato di quel Berlusconi proprio iscritto alla P2. La coerenza direbbe che in certi ambienti non ci si dovrebbe stare, invece…
Simon
Non capisco lo spirito di questa iniziativa. I fatti della storia nel bene e nel male non si cancellano togliendo una fotografia.
Ho sempre sentito parlare molto bene di Celio Rabotti come persona buona e stimata, personaggio illustre della nostra montagna.
Mi risulta che dopo la liberazione per toglierlo dal pericolo di sentenze sommarie e affrettate è stato piantonato dai partigiani in una camera del vecchio ospedale di Reggio Emilia in quanto il comando partigiano aveva deciso di salvarlo perchè persona degna.
Pur essendo esponente del governo fascista ha collaborato per aiutare la popolazione della montagna e in particolare gli abitanti di Villaminozzo. Dopo l’incendio delle case e dei terreni del 1944 la popolazione era stremata, Rabotti collaborò con suor Iole Zini affinchè fossero consegnate le tessere alimentari. Villaminozzo ne era stato escluso in quanto territorio partigiano.
Ha aiutato il cugino don Filippo Rabotti nello scambio dei prigionieri.
Mi sento in dovere da antifascista convinta di esporre dati certi contro accuse generiche.
Maria Montipò
Sono colui che ha organizzato, essendo in quel tempo assessore, la raccolta delle foto con l’aiuto fondamentale di Gabriele. Amo la storia e mostre simili ci sono in tanti comuni. Lo ho vissuto come ricerca storica, senza politica o colore. In quel periodo storico erano tutti fascisti – monarchici ecc ( parlo di sindaci prefetti – podestà ) e come scritto non mi risulta che Rabotti abbia mai fatto male a nessuno, anzi, come già scritto nel commento precedente
Bertoncini Savio
Avanti col “pensiero unico” e soprattutto col “revisionismo a senso unico”! … altri tempi e situazioni della Storia! … Fortunati quelli che sapranno revisionare e cancellare la “storia” di oggi!
Italo Montano
L’unica cosa interessante di questa proposta è che mette in luce una buona considerazione per questa persona morta decenni fa e solo oggi denigrata.
Ma se la si piantasse di prendere a prestito dalla storia argomenti per far polemica ad ogni costo e si rimanesse sui temi dell’oggi…
Gianni
Leggendo stamane sul giornale, il nome di Rabotti non compare nella lista della P2.
Vien da chiedersi come si possa far sfoggio di tanta approssimazione.
Come possono nascere questi bisogni di screditare senza alcun contesto da cui partire?
Non bastano le fake tossiche di facebook?
Gianni
Penso che la nostra storia ci appartenga nel bene e nel male, anche quel periodo ci appartiene, togliere una foto non credo possa cambiare la storia.
Giovanni Annigoni
Buongiorno Giovanni
io credo che nessuno abbia intenzione di cancellare ne cambiare la storia, quelle sono azioni che appartengono ai nazifascisti o agli stalinisti.
Difatti, una foto esposta in un luogo istituzionale non è documentazione storica, ma piuttosto celebrazione di una personalità, che sono due cose ben distinte ma che spesso vengono confuse, e questo è a mio avviso un grave errore.
Eliminare qualcuno dai libri di storia sarebbe, quello si, un fatto molto grave. Al contrario, proprio per non cancellare la storia, credo sia importante da un lato che questi personaggi e le loro azioni rimangano ben impresse nella nostra memoria e nei libri, e che dall’altro non vengano celebrati in quanto figure fortemente colluse con un regime basato su valori oggi inaccettabili ed anticostituzionali, come la mancanza di democraziona, l’annullamento della libertà di espressione, la superiorità della razza. L’adesione ad una loggia massonica deviata, pur essendo oggi tendenzialmente sdoganata grazie a un noto ex presidente del consiglio, non aiuta ad elevare il profilo del soggetto.
Leggere poi accuse di pensiero unico per “difendere” chi fu commissario prefettizio della repubblica di Salò, governo fantoccio dei nazisti che ha applicato sistematicamente tortura, confino, deportazione e uccisioni per chiunque si permettesse di esprimere dissenso, mi fa semplicemente sorridere…
Andrea
Risposta alla signora Maria Montipo’ e a Savio Bertoncini, l’assessore della giunta di Gianluca Marconi, che ha seguito l’affissione dei ritratti dei sindaci e podestà del comune di Castelnovo Monti, nell’atrio davanti all’aula del Consiglio comunale.
Savio, ecco chi è stato il tuo “buon uomo”, Celio Rabotti. Signora Montipo’, Ex assessore Bertoncini, essere ignoranti non è una colpa, ma difendere un assassino di uomini e donne innocenti, lo è. Forse si può provare almeno un po’ di vergogna, nel continuare a ignorare quanto male hanno fatto alcuni castelnovesi in camicia nera come lui, oppure i viaggi ad Auschwitz dei nostri studenti sono solo una gita “politica” ?
Ad Auschwitz sono morti i dieci ebrei fatti arrestare e deportare a dicembre del 1943 dal “buon uomo”, commissario prefettizio Celio Rabotti !
Da ISTORECO, cronologia della Resistenza, 11 dicembre 1943:
“11 dicembre 1943, Reggio Emilia. Ha inizio l’applicazione della SOLUZIONE FINALE contro gli ebrei reggiani. Il commissario prefettizio del comune di Reggio Emilia, Celio Rabotti, impone agli ebrei cittadini, con apposita circolare, di denunciare tutte le opere d’arte da essi possedute, entro il giorno 19 dicembre, in vista del relativo sequestro. Dieci nostri concittadini di religione israelitica vengono arrestati dalla polizia fascista e consegnati ai tedeschi. Internati a Fossoli, nel febbraio 1944 furono deportati poi ad Auschwitz, da dove non fecero ritorno.Deportati ad Auschwitz finiranno tutti e dieci nelle camere a gas. I loro nomi: Oreste Sinigaglia, Benedetto Melli, Lina Jacchia in Melli, Ada, Olga e Bice Rinaldi, Beatrice Ravà ved. Rietti e le sue due figlie Irma e Jole, e Lucia Finzi.
Ho chiesto al consiglio comunale di pronunciarsi in merito alla rimozione della foto dell’ex legionario fiumano, ex console della milizia fascista, ex deputato fascista, ex podestà fascista di Castelnovo Monti, ex Podestà fascista di Reggio Emilia, infine Commissario prefettizio fascista dal 1943 al 1945, negli ultimi mesi terribili e sanguinosi della Repubblica Sociale fascista. Chi fece arrestare e deportare i dei dieci reggiani di religione israelitica uccisi nelle docce, e inceneriti nel Lager di Auschwitz? Un “uomo buono”? Rimuovere il suo ritratto dalla sala che onora i sindaci di Castelnovo Monti è il minimo che un comune democratico e antifascista possa fare. Al suo posto metterei le foto dei dieci cittadini gassati e inceneriti ad Auschwitz.
Oppure Savio Bertoncini e l’antifascista Maria Montipo’ sono ancora contrari ?
Saluti ai lettori,
Alessandro Raniero Davoli
Consigliere comunale, capogruppo CASTELNOVO LIBERA (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC)
Alessandro Raniero Davoli
Sig. Davoli
come può immaginare, sono sempre colui che, viste le divergenze politiche, mai le risparmia critiche anche feroci.
Questa volta, però, giù il cappello.
Solo una domanda, se posso permettermi. Qual’è la posizione sull’argomento dei suoi alleati appartenenti al partito Fratelli d’Italia? Avete un punto di vista unitario?
Un cordiale (una volta tanto) saluto.
Andrea
Andrea, perché stupirsi delle alleanze con i fascisti della Meloni e con i massoni di Berlusconi. D’altronde il ministro del Papete fece un bel comizio a Rosarno con in prima fila i boss della mafia pronti a sostenerlo ed acclamarlo (infatti non si scagliò contro di loro ma contro i braccianti).Insomma,di che ci stupiamo? Dall’altra c’è ancora chi sostiene che le elezioni in USA sono state vinte da Trump e che a Castelnovo Bini ha vinto grazie ai brogli. Credibilità 4.0.
Simon
Non si tratta di intitolare a Rabotti una via o una piazza, il razionale alla base mi.pare di capire fosse un altro. Ciò detto, se questo è il contributo che Lei e la sua compagine sapete portare alla vita pubblica, non mi meraviglia la sonora batosta elettorale ricevuta.
MA
Le leggi razziali sono state un atto inqualificabile, da biasimare e condannare senza riserve, ma il volerle ripudiare mettendo all’indice chi le ha condivise, o non se n’è apertamente dissociato, o lo ha fatto in modo tiepido, potrebbe anche portarci a fare una graduatoria tra chi all’epoca è stato più fascista o più antifascista, andando a rivedere documenti, carte, testimonianze, ecc.. – ammesso di riuscire a farlo a distanza di tanti anni – e potremmo fors’anche trovarci davanti una qualche inaspettata sorpresa.
Del resto non mancano di certo, né sono neppure pochi, illustri e quotati personaggi del passato, anche di un passato lontano, per i quali la narrazione ci parla di luci ed ombre, talora anche ombre abbastanza pesanti, e ciascuno di noi può dare di loro il giudizio che crede, in base al proprio “metro” di valutazione, ma non chiediamo in ogni caso che vengano rimosse le loro effigi, così come non viene di norma richiesta la demolizione di manufatti e costruzioni che possono ricordarci epoche o vicende a noi sgradite.
A me sembrerebbe sbagliato pretendere la “perfezione” nell’una o altra personalità che ricopre incarichi importanti, ma dovremmo piuttosto soppesarne pregi e difetti, e trarne così il bilancio, e capita peraltro di osservare che figure al cui operare la storia ha imputato errori e colpe, anche gravi, vengono comunque “assolte” perché si sono spese per una giusta causa, secondo il pensiero di chi le promuove (a parte i casi di presunte “colpevolezze” che col tempo non si rivelano tali, o vengono ridimensionate)
In buona sostanza, se da un lato va considerato legittimo il criticare e “bocciare” le scelte fatte dall’interessato, così come il darne anche la relativa notizia in modo da rendercene edotti, non vedrei tuttavia ragioni per rimuoverne la foto, anche perché il senso della rassegna di nomi e fotografie mi pare essere quello di ricordare chi si è succeduto alla guida dal Comune (ci fornisce cioè un dato storico, e la storia resta tale indipendentemente dall’idea che possiamo farci dell’uno o altro Amministratore).
P.B. 19.03.2021
P.B.
Chiedo gentilmente se la risposta del signor Alessandro Raniero Davoli é stata data a titolo personale o come Consigliere comunale,Capogruppo Castelnovo Libera(Lega,Fratelli d’Italia,Forza Italia e UDC).
Perchè ne traspare un’aggressività incredibile nel suo voler riesumare solo un aspetto di una personalità che avrà avuto indubbiamente i difetti tipici di ogni persona e di periodi storici critici e dolorosi, ma mi chiedo se tanta violenza è a titolo personale oppure appartiene anche ai partiti da lui rappresentati.Nel qual caso c’è proprio da farsi delle domande!!!
Io ho sempre sentito parlare di Celio Rabotti come di una persona che cercava di aiutare tutti,naturalmente per quanto gli permetteva la sua carica pubblica
.E sono certa del fatto che ,molto dietro le quinte per ovvia necessità,fosse di sostegno per il cugino Don Filippo Rabotti,parroco a Baiso,la cui canonica era luogo di riferimento e sussidio attivo ai partigiani.
A tal proposito cito:”Mi fermavo spesso da Monsignore Rabotti per consegnare o ricevere messaggi ed incarichi.Monsignore,arguto e diplomatico,mi fu largo di esperimentati consigli e la sua canonica,governata da una buona donna,mi fu sempre accogliente.Nelle trattative per gli scambi Monsignor Rabotti,che conferiva col Vescovo,si mostrò abilissimo.” Da “COSI’…LUNGO L’EROICA VIA”di Agata Pallai(pag.71-72) partigiana.E Monsignor Rabotti sapeva di poter contare MOLTO SEGRETAMENTE,sull’aiuto del cugino anche se, a volte ,era a rischio la sua stessa sicurezza! Di tutto ciò ho conoscenza perchè, quando in casa si parlava della guerra,spesso venivano ricordati il coraggio e la bontà di questa persona.Ciò spiega anche perchè fu”piantonato”dai partigiani per evitargli una esecuzione sommaria ed ingiusta.Evidentemente c’era un motivo.Che dire?
Non ho voluto celebrarlo facendone un “santino”,ma difenderne la memoria mi è sembrato giusto soprattutto perchè, rinfocolare odi e rancori di parte, mi sembra improduttivo ed in questo caso specifico,sbagliato|
Ma in un momento tragico come quello che stiamo attraversando,voi politici non avete proprio null’altro da fare? Maria Gabriella Cagnoli
Mariolina Cagnoli
Nessuno “accusa” ne “difende” nessuno! Ciascuno risponde delle proprie azioni davanti a Dio e alla Storia! Semplicemente!
“risus abundat in ore stultorum”
idem
Io penso che il primo passo per ricordare veramente ciò che è stato, è quello di imparare. Cancellare le tracce di ciò che è stato non ci rende migliori. Una ipocrita pulizia di facciata non aiuta a capire la storia. Nel bene o nel male non va censurato nulla. È come se un domani togliessimo Mussolini dai libri di storia… sarebbe utile? Il ricordo non deve essere privo di contenuti, ma, davvero, per ricordare bisogna imparare, sapere, ammettere ciò che è stato. La sua foto deve rimanere nel bene o nel male.
L.A.
Voi di sinistra, non vi chiamo comunisti perché dell’appartenenza al comunismo che conoscevo, non ve ne ritengo degni, che siate sostenitori di qualunque lista di sinistra o movimenti vari tipo sardine, avete davvero in molti uno strano metro nei vostri giudizi. Se la proposta viene dalla vostra parte vi adattate anche alla più indecente e vi hanno fatto ingoiare di tutto, se invece proviene da altre formazioni, vi opponete con qualsiasi pretesto. Se usate voi un linguaggio violento è giustificato, gli altri invece seminano odio e sono fascisti. In questo caso quegli antifascisti, così attenti ad ogni ombra nera dell’animo di chiunque dove sono finiti ? Personalmente ritengo che la linea da tenere dovrebbe si, essere coerente ai propri principi ma giusta, però in una provincia, dove troviamo strade intitolate al comandante Tito e piazze dedicate a Stalin mi rassegno a tutto e penso che ci possa stare anche una foto di un Rabotti dal passato oscuro che alcuni cosiddetti antifascisti, pur di non dar soddisfazione all’opposizione e sopratutto a Davoli, sono disposti a sopportare. Chi vi capisce è bravo.
Antonio D.Manini
Sig. Manini, il suo spunto è interessante.
Sono d’accordo con lei, e leggendo i miei commenti sopra non potrà non darmi atto che, da antifascista viscerale, mi sono complimentato con l’opposizione per l’iniziativa che condivido.
Con un minimo di onestà intellettuale, però, non si può a mio avviso attribuire il “malcostume” di cui lei scrive, solamente alla sinistra. Direi che anche a destra, soprattutto con l’avvento dell’era berlusconiana, è stato ingoiato e digerito di tutto. Pensi che in tanti fanno ancora finta di credere a Berlusconi, qundo pensava che Ruby fosse la nipote di Mubarak. E poi leggi ad personam, salvataggi e riciclaggi dei peggio personaggi, loschi figuri messi in posti di rilievo solo per amicizie e scambi di favori, compravendita di senatori, oscuri legami con cosa nostra eccetera.
Purtroppo la sindrome dei “governi amici”, o “nemici” se visti dall’altra parte, ci porta a pensare che tutto ciò che arriva dalla nostra fazione sia giusto, mentre quello che arriva dalla fazione “avversaria” sia sempre sbagliato. Ciò è a mio avviso un probelma, che ci porta a non essere obbiettivi ed oggettivi nelle nostre valutazioni, ma che è a mio avviso intellettualmente disonesto attribuire ad una parte politica soltanto. Così facendo, si rischia di cadere nella stessa mancanza di oggettività di cui si accusano gli altri…
Andrea
“Chiediamo che sia rimossa la sua foto: Celio Rabotti, deputato, approvò le leggi razziali e fece parte della loggia P2 nel dopoguerra”
La frase è virgolettata, quindi dovrebbe essere testuale di chi ha mandato il comunicato stampa a Redacon.
ma stamani sulla Gazzetta c’è la seguente dichiarazione di Davoli: “Detto questo, il granchio non l’ hanno preso i consiglieri comunali, ma chi ha scritto e pubblicato, mai smentito da alcuno, che il Rabotti era un affiliato alla P2, presente anche sulla pagina Wikipedia”.
Non capisco: intende dire che il granchio l’ha preso Redacon nel dire che Rabotti era affiliato alla P2 o l’ha preso lui ma nega di averne colpa?
Gianni
Io non faccio distinzioni e non assolvo nessuno da certi comportamenti, da dire ce ne sarebbe per tutti quanti. In questo caso però c’è una contraddizione netta con ciò che si predica e ciò che si porta avanti. Ho sempre mantenuto la mia onestà intellettuale e me la riconoscono anche tanti di coloro che non la pensano come me e questo mi permette di dire serenamente ciò che penso. Anche per questo non mi nascondo e mi firmo con nome e cognome. Certo che i recenti avvenimenti, uno per tutti le vicende Palamara, non rendono molto onore alle istituzioni e tantomeno a questa sinistra che non si fa scrupoli di usare qualsiasi mezzo contro gli avversari. Va da per sé che gli avversari non si fanno certo scrupoli per difendersi. Ognuno si è fatto le proprie leggi, salvato le proprie banche, favorito i propri amici e di stabilire il peggio del peggio non mi è riuscito, per questo debbo accontentarmi del meno peggio. Le leggi ad personam sono rimaste tali anche coi governi di sinistra perché questo è un paese così e usando la dovuta onestà intellettuale possono essere assolti o condannati tutti. Non guasterebbe però un po’ serietà intellettuale e una cosa giusta deve essere considerata giusta sempre, stessa regola per quella sbagliata sempre. A mia memoria non ricordo però, contro nessun leader della sinistra, l’accanimento continuo e il fuoco di fila con tutti i mezzi, che abbiamo visto prima con Berlusconi ed ora con Salvini, allora mi tornano alla mente le lezioni della scuola di partito che molti anni fa ho frequentato, dove si insegnava a ragazzi come me, iscritti alla FGCI ( Federazione Giovani Comunisti Italiani) che chi non puoi battere politicamente lo puoi battere attaccando la persona. A me la lezione non piacque ma vedo che molti altri invece l’hanno apprezzata e la mettono ancora in pratica.
Antonio D.Manini
Egregio Sig. Manini
mi permetto anche io di scrivere ciò che penso, e ritengo che anche le sue considerazioni siano parecchio faziose, partendo da un qualunquismo dove tutto fa schifo, per poi finire però sempre a criminalizzare una sola parte politica che “non si fa scrupoli di usare qualsiasi mezzo contro gli avversari”, mentre quelli di destra, poverini, sono costretti “a non farsi scrupoli per difendersi”. Questo suo “immaginario” non corrisponde a mio avviso molto alla realtà.
A me non sembra che Calderoli si sia dovuto difendere dal Ministro Kyenge quando le ha dato dell’Orango (e per questo è stato anche condannato a 18 mesi di carcere), come anche Salvini quando paragonò la Boldrini ad una bambola gonfiabile. E quando Berlusconi diede dei “coglioni” agli elettori di sinistra, anche quella fu legittima difesa? Vogliamo poi fare l’elenco degli insulti di Borghezio? Meglio di no, l’elenco sarebbe troppo lungo…
Ribadisco, temo che la mancanza di oggettività sia un problema più comune di quanto si possa pensare, e anche quando la facciamo notare agli altri dovremmo tutti farci prima un bell’esame di coscienza…
Andrea
Signore Andrea, risulta chiaro da questo contraddittorio che lei ed io abbiamo dei punti di vista talmente diversi, per non dire incompatibili che difficilmente potremo trovare un buon baricentro dove basare il discorso e pesare in egual misura le proprie ragioni. Ribadisco che io le mie le esprimo come meglio posso e me ne prendo la responsabilità firmandomi, cosa che lei non fa e questo a mio parere è indice di poco coraggio. Cosa teme, di essere riconosciuto ? Io le mie critiche le ho sempre poste anche agli schieramenti di cui ho fatto parte senza timore alcuno. Se volessi continuare a discutere con lei , potrei chiederle nuovamente un giudizio sulla disgustosa vicenda Palamara, che nella sua requisitoria ha preferito ignorare ma so benissimo che sarebbe inutile continuare, quindi io mi tengo il mio meno peggio e lei si tenga il suo. Per il resto, ognuno ha la propria faziosità ed il proprio qualunquismo, l’importante è esserne consapevoli e coscienti, a volte con troppa attenzione verso quello altrui non ci si accorge del proprio. Mi scuso comunque coi lettori perché dal ragionamento iniziale ci siamo fatti prendere la mano e siamo finiti fuori tema.
Antonio D.Manini
Signor Manini
se le può interessare il mio parere sulla questione, considero la vicenda Palamara disgustosa almeno quanto lei, come trovo scandalose tutta una serie di vicende legate al mondo della sinistra e del sindacato in Italia. E come mi trovo d’accordo con lei nel “biasimare” gli antifascisti che, forse solo perchè la proposta di rimuovere la foto viene da destra, arrivano persino ad affermare che un commissario prefettizio della repubblica di Salò fosse in fondo un uomo buono e compassionevole. Forse, per loro, l’aver spedito una decina di concittadini ebrei ad Auschwitz via Fossoli, era solo una gita fuori porta riuscita male…
Per il resto, malgrado la differenza di visione sull’universo della destra italiana contemporanea, credo di essere in grado di riconoscere le persone educate e di buon senso, e penso che lei sia una di queste.
Per questo motivo, è stato per me piacevole confrontarmi con lei.
Mi associo infine alle scuse coi lettori per essere finiti fuori tema.
Andrea