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Consorzio di Bonifica Emilia Centrale: la transizione ecologica fino al 2025 prevede oltre 120 interventi per 100 milioni di investimenti

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Il Presidente Catellani e il direttore Turazza

Oltre 120 interventi e più di 100 milioni di euro di investimenti per stimolare l’avvio di un significativo processo di transizione ecologica, messa in sicurezza di ampie porzioni del territorio e incremento della disponibilità di risorsa idrica nelle aree strategiche di un comprensorio – tra cui la Val d’Enza – ricco di zone d’eccellenza per la produzione di prodotti tipici eno-gastronomici.

Sono questi i numeri del Piano di Miglioramento consortile, un articolato schema operativo avviato dall’Emilia Centrale che mette in campo nuove progettualità per il 2021, con un respiro ampio fino al 2025. Il programma quinquennale proietta l’Ente di Bonifica verso la sfida della transizione ecologica, una delle sei mission del Recovery Plan, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i cui interventi sono stati definiti e approvati dal Governo nel gennaio del 2021.

Si tratta di una serie di indicazioni strategiche che comprendono – oltre agli interventi sul territorio – anche processi di formazione, sviluppo di tecnologie organizzative e gestionali per ottimizzare l’efficienza e l’economicità dei servizi; il programma operativo degli interventi – che comprende lavori già finanziati o in corso di finanziamento – si inserisce in un contesto di miglioramento delle condizioni del territorio, sia dal punto di vista ecologico e ambientale, che economico: una fetta significativa dei lavori, infatti, verranno presumibilmente realizzati da aziende del territorio, con ricadute positive in termini di ricchezza e occupazione.

Alcune azioni in programma sono destinate a migliorare significativamente l’assetto del sistema idraulico del comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Uno dei progetti centrali del piano di lavoro è la realizzazione di un invaso sul torrente Enza: si tratta di un intervento atteso da oltre un secolo di cui auspicabilmente partirà quest’anno la stesura dello studio di fattibilità Tecnico-Economica, per il quale è stato chiesto un finanziamento di 3 milioni e mezzo di euro. L’obiettivo è fornire una risposta adeguata ai problemi di carenza idrica della Media Val d’Enza, una delle zone di eccellenza per la produzione del Parmigiano Reggiano.

Altro progetto assolutamente strategico riguarda l’ammodernamento e potenziamento dell’Idrovoro di San Siro, nel Comune di San Benedetto Po (MN) – la principale idrovora del Consorzio e una della più importanti in Italia – laddove, in analogia a quanto già eseguito nel nodo idraulico di Mondine, si sta progettando di sostituire l’impianto storico, ormai prossimo al secolo di vita, con uno più moderno, resiliente ed efficiente, aumentando in tal modo il livello di sicurezza idraulica di oltre 100 mila ettari di territorio di pianura.

La riqualificazione e la ristrutturazione della traversa di Cerezzola sul torrente Enza – nei Comuni di Canossa (RE) e Neviano degli Arduini (PR) – è un altro degli interventi fondamentali per il territorio, con un valore progettuale da oltre 12 milioni di euro.

Un ulteriore importante intervento in programma è la costruzione dell’attesa cassa sul Bondeno, nel Comune di Novellara (RE), che avrà anche funzioni di bacino idrico e per cui si prevede, inoltre, di rafforzare la produzione di energia pulita con la costruzione di due centrali idroelettriche sul Canale d’Enza.

Sono poi recentemente stati avviati nei Comuni di Poviglio, Reggio Emilia, Correggio, Carpi e Novellara i lavori, finanziati dall’Unione Europea, sul Piano di Sviluppo Rurale Nazionale per oltre 15 milioni di euro, di miglioramento e messa in sicurezza di oltre venti chilometri di canali per irrigazione che dovrebbero comportare un risparmio idrico stimato in 4 milioni di metri cubi l’anno.

Per quanto concerne invece la valorizzazione della funzione dell’agricoltura nella gestione del territorio montano verrà ulteriormente sviluppato il progetto Life AgriCOlture (1 milione e 500 mila euro) mentre stanno per iniziare i 31 interventi finanziati dalla UE sul Piano di Sviluppo Rurale in montagna, per oltre 3 milioni e mezzo di euro, finalizzati alla sistemazione di aziende agricole montane colpite da frane.

“La predisposizione del Piano di Miglioramento Integrato per il 2021 sottolinea Matteo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – che contiene la visione strategica dell’Ente di Bonifica per i prossimi cinque anni, ci rende orgogliosamente pronti ad accettare la grande sfida della transizione ecologica, uno dei punti centrali del Recovery Plan. Siamo sempre più orientati verso una progettazione spinta e avanzata, che ha come obiettivo principale la messa in sicurezza di vaste porzioni di territorio, la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia locale attraverso ingenti investimenti – più di 100 milioni di euro”.

“Ringrazio i tecnici consortili, dai dirigenti agli operai, perché hanno saputo tradurre le tante esigenze del territorio in così alto numero di importanti progetti. Ci attende un periodo di impegno molto intenso, ma siamo tutti consapevoli che gli interventi in programma – tra tutti l’invaso sul torrente Enza e la nuova Idrovora a San Siro – sono destinati a cambiare significativamente, in positivo, l’intero assetto del nostro sistema idraulico”, evidenzia il direttore generale dell’Emilia Centrale Domenico Turazza.

 

 

 

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  1. Prendo atto del grande impegno che il Consorzio di Bonifica E. C. porta avanti da anni per la sicurezza idraulica del territorio di sua competenza di oltre 3.000 chilometri quadrati; ma non condivido interventi come il potenziamento dell’impianto idrovoro di San Siro. Destinare decine di milioni di euro per potenziare il sollevamento delle acque del Po per irrigare gran parte dei prodotti che troviamo sulle nostre tavole, con consumi energetici enormi, mi lascia perplesso, non avendo delle certezze che le acque del Po potranno essere usate ancora a lungo a scopi irrigui, visto i recenti comunicati sull’inquinamento di queste acque da microplastiche e altro, rilevabili su vari siti internet, e gli allarmi Pfas per queste acque emessi dall’ARPAV, allarmi estesi a tutto il Bacino Padano. E’ indubbio che sarebbe meglio investire, con la massima urgenza, la ripresa dei lavori della Diga di Vetto, che oltre a garantire acqua di ottima qualità all’agricoltura e ai rubinetti, garantirebbe un futuro per i Comuni della media e alta Va dell’Enza e proteggerebbe i Comuni a Valle da qualsiasi alluvione; oltre a produrre tanta energia pulita e non a consumarla, e darebbe grandi introiti ai Comuni montani dai sovracanoni BIM. Comprendo che non compete al Consorzio di Bonifica E.C, decidere la ripresa di questi lavori ma al potere politico che governa questa Regione, ma visto che nel comunicato si parla di “invaso sull’Enza”, almeno dare a quest’opera la massima priorità, visto i tempi di esecuzione che richiede.

    Franzini Lino Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Enza

    • Firma - Franzini Lino Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell'Enza