Riceviamo e pubblichiamo
"Un errore è un errore finché non viene corretto” avverte Maria Cristina Bettini attivista di DI.NA.MO Castelnovo ne' Monti e Salviamo l'ospedale di Pavullo.
La recente ammissione del Presidente Bonaccini sui Punti nascita che accolgo con soddisfazione, avvalla il lavoro dei Comitati e la veridicità delle mie denunce sulla carenza di servizi essenziali sanitari in aree disagiate che hanno portato allo smantellamento dei Reparti di ginecologia ed ostetricia di Castelnovo ne' Monti e Pavullo nel Frignano
Sono irremovibile sul fatto, come ho sostenuto in questi anni di confronti "tecnici" con le Istituzioni tutte, che la RIAPERTURA dei punti nascita montani emiliani non può essere sperimentale e su base volontaria come se trattassimo cavie umane, ma necessita di "legittimazione giuridica", la stessa a cui hanno ricorso per chiuderli in nome della sicurezza,ai sensi del dm11.11.2015 con riformulazione della Regione E.R in "-TEMPI BREVI E CERTI di nuove e complete Richieste di Deroga e/o Istanze di Riesame dei vecchi pareri negativi Ministeriali indipendentemente dall'imminente ripresa dell'attività che sappiamo essere legata a priorità sanitarie pandemiche.
Basta una delibera di Giunta Regionale a dimostrare concretezza e liberare il campo da strumentalizzazioni di terzi.
Una pianificazione con prospettive di mantenimento deve però trovare nel Frignano la volontà unanime dei 10 Sindaci dell'Unione dei Comuni, finora sordi ai solleciti, (vedi quello del 6 ottobre 2020) di revisionare il Pal 2011 pretendendo la riqualificazione dell'ospedale di Pavullo (oggi di prossimità) ad Ospedale d'Area.
I nuovi protocolli autorizzerebero interventi non solo di media e bassa intensità garanzia di potenziamento ed attrattività per qualunque specializzazione.
Maria Cristina Bettini