Ventasso - Fa discutere l'ordinanza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, datata il 3 marzo scorso, con la quale consente il proseguimento dell'attività venatoria anche fuori Provincia. "Mentre in l’Emilia-Romagna tutte le attività commerciali e sportive sono chiuse e i cittadini sono sottoposti a limitazioni sempre più stringenti sulle possibilità di movimento per motivi sanitari connessi al dilagare del Covid e delle sue molteplici varianti – scrive Stella Borghi, presidente degli Amici della Terra Club di Reggio Emilia – alcune migliaia di cittadini hanno invece libertà di circolazione all’interno dei confini amministrativi regionali".
L'Emilia Romagna è infatti zona arancione da qualche settimana e, a tratti, anche zona rossa (come l'area metropolitana di Bologna e Modena) e arancione scuro (tra cui la provincia di Reggio Emilia), ma l'attività venatoria continua ad essere consentita. "Ci permettiamo di auspicare un serio ripensamento da parte del presidente Bonaccini", continua Stella Borghi.
Con un’ordinanza del presidente, infatti, è stabilito che l’attività venatoria di selezione nonché l’attività di censimento sono consentite nel Comune di residenza, domicilio o abitazione, nell’Atc di residenza venatoria, nelle Aziende faunistiche venatorie, agrituristico venatorie e nelle Aree per l’addestramento e l’allenamento dei cani situate in Comuni diversi da quello di residenza così come si può negli appostamenti fissi autorizzati dalla Regione anche in Comuni diversi da quello di residenza.
Insomma, per i selettori l'unico limite rappresentato è quello di sconfinare oltre la Regione. Gli spostamenti da Comune a Comune, così come tra provincia e provincia si possono fare. Il provvedimento fa inevitabilmente discutere gli animalisti reggiani, che non comprendono come in un periodo extra-ordinario si permetta ad alcune categorie di eludere le restrizioni sugli spostamenti a cui, al contrario, è soggetta tutto il resto della popolazione.
Parliamo qui dei selecontrollori abilitati all’esercizio della caccia di selezione, e non di chi pratica attività di caccia amatoriale. Lo stabilisce il decreto del Presidente della giunta regionale del 3 marzo 2021 entrato in vigore il giorno successivo, cioè il 4 marzo, sia nelle zone arancioni che in quelle rosse, poiché “la caccia di selezione agli ungulati è indispensabile a far fronte al pesantissimo impatto sulle produzioni agricole di collina e montagna” e per prevenire le collisioni stradali con la fauna selvatica che sarebbero stati 4.500 negli ultimi 5 anni.
"Mi permetto di valutare che l’impatto con il Covid e con le sue varianti è molto più pesante – conclude Stella Borghi–. È comunque il caso di ricordare che i piani di controllo devono essere annuali e sulla base dei censimenti che non sono stati fatti negli ultimi due anni causa Covid".
Le da fastidio solo la caccia? Gente che nel week end nonostante non si possa viene in appennino a fare ciaspolate, passeggiate ecc.. loro vanno bene?
Vogliamo guardare tutto, ci sono ancora bar in appennino che fanno stare la gente all’interno a consumare, supermercati dove nessuno controlla quanta gente entra/esce, assembramenti vari e ovviamente tutti con mascherina sotto il mente o al polso…potrei andare avanti ancora un bel po’ a scrivere cose che la gente continua a fare nonostante le restrizioni…
Però va bene tutto tranne la CACCIA… forse perchè lei è contraria alla caccia.
BD
Non sono un cacciatore, anzi sono contrario a molte forme di caccia, ma usare il pretesto del Covid per fermare la caccia di selezione lo trovo sbagliato.
Un selecontrollore se ne va in giro da solo, o in piccoli gruppi, all’aperto.
Lontano dalla maggior parte delle persone.
Esattamente come un fotografo naturalista. Mi spiace che solo i cacciatori abbiano il potere per essere autorizzati a praticare la loro attività mentre molti altri fruitori della natura siano confinati in casa. Ma siamo meno potenti, ecco tutto.
Però se veramente si vuol fermare la caccia, gli argomenti da usare sono ben altri.
AG
di per se mantenendo le distanze non ci sarebbe nulla di male, ma poi lo sbaglio e che fanno pranzi insieme e si contagiano.
anonimo
Concordo con l’ultimo commento, dove viene riportato il caso dei contagi a Collagna.
Una vera e propria ultima cena
Paolo Galassi