L'onorevole Antonella Incerti così si esprime riguardo agli impianti sciistici: "Sono con i lavoratori dello sci. A tutti gli operatori vadano non solo ristori ma vengano previsti ammortizzatori sociali straordinari attivando da subito la cassa integrazione straordinaria o l'indennità di disoccupazione (Naspi)"
Prosegue: "Ci sono persone che hanno sottoscritto proprio in questi giorni contratti - per un'attività stagionale che di fatto non inizierà. Auspico che per loro ci sia la possibilità di attivare in via eccezionale forme di sostegno a prescindere dai criteri con cui normalmente si può accedere. Già con il Cura Italia all'inizio della pandemia sono stati attivate procedure straordinarie. Torniamo a quel metodo e diamo la possibilità di avere questo tipo di indennità a chi ha un contratto e oggi pensava di iniziare a lavorare".
Quanto sopra viene rafforzato dalla dichiarazione che segue: “La chiusura degli impianti si deve a evidenze scientifiche di fronte alle quali la politica non può girarsi dall'altra parte. E' vero però che i tempi e i modi della comunicazione fanno la differenza".
Vorrei dire alla on. Incerti, perché se ne faccia portavoce con i politici ed amministratori, che non c’è evidenza di nessun contagio dovuto alla pratica dello sci amatoriale, semplicemente perché non si è mai potuto sciare.
Ripetere la citazione di “evidenze scientifiche”, come in tanti politici state facendo per motivare la decisione presa, non dà comunque senso alla frase. NON CI SONO EVIDENZE SCIENTIFICHE RELATIVE ALLO SCI.
Se ci sono evidenze scientifiche della diffusione di una diversa variante del virus, e queste a quanto pare ci sono, e che essa potrebbe essere più contagiosa (da confermare), allora si dovrebbe parlare di chiusura dei negozi, dei bar e delle attività produttive, ovvero dei luoghi e dei contesti dove eventualmente il virus variato si sta diffondendo.
Come noto, il virus si trasmette da persona a persona, lo sci si svolge all’aria aperta con probabilità di trasmissione molto bassa e utenti mascherati. Si potrebbe vincolare gli utenti a salire uno per volta sulla seggiovia, limitare il pasto al solo asporto, etc., ma la chiusura totale dello sci amatoriale lasciando aperte le attività in cui attualmente il virus si trasmette non è motivato e non ha alla base alcuna “evidenza scientifica”.
SC
Anche la scorsa estate non c’erano evidenze scientifiche contro la riapertura delle discoteche. Infatti si è proceduto ed il risultato è stata la strage.
Penso occorra il buon senso, e l’imparare dagli errori commessi.
Chi scrive è appassionato sciatore da oltre 40 anni.
BA
Spero non si voglia confondere l’assembramento in locali chiusi, seppur enormi, di una discoteca con gli spazi aperti della montagna.
Paola Bizzarri