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“Padre” (poesia di Alberto Bottazzi)

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Padre

Padre che dormi l’infinito

il tuo volto, profilo di roccia,

rimarrà per me e per sempre,

esempio del tuo grande cuore.

Quanto amore hai profuso,

quante parole nella polvere,

quanti buoni consigli al vento

per un figlio ribelle quale ero.

Voltati e guardami, sono qui

accanto a te in cerca di perdono,

l’aver deluso la tua coscienza

ha il peso di questa roccia.

Ero uno sciocco, un povero

ingenuo che inseguiva l’istinto

della giovinezza e i suoi pensieri,

senza sapere dove lo portavano.

Volevi vedermi nascere maschio

e maschio sono nato nel tempo

giusto che dovevo nascere tra

le quattro mura della sofferenza.

Quella damigiana di vino rosso

offerta per il mio arrivo all’osteria,

era sangue dei tuoi sacrifici spesi

per la famiglia, la nostra famiglia.

Altare di forza, volontà indomita,

coraggio e ragione tra i tuoi monti,

a ricordarci il nostro destino comune,

muta il tempo ma non il ricordo.

Alberto Bottazzi

Vaglie, 8 luglio 2020

Da: “Il mio spazio ed oltre”