Materna terra ferita, lacerata, abbandonata, aspra di pietre, incanto dei miei occhi lucidi di ritorno che non vogliono vedere quel che sei, ma quel che eri.
Cingo il tuo capo di alloro di memoria, vado per la via cantando inni di giovinezza, quando forte scorreva la passione nelle vene del desiderio.
Spaccature dei tuoi monti come rughe profonde sulla fronte, sentieri di orizzonti albeggianti, tramonti infuocati, amori impossibili e cocenti delusioni.
Respiro la tua aria delicata, ascolto il soffio del vento che consola i malanni dell'anima... è un respiro lento, appagante, silenzioso.
Materna terra, gocce di rugiada accompagnarono il mio cammino verso l'ignoto, piccole gocce che addensandosi con le altre più grandi, formarono le nubi che oggi ritrovo al mio ritorno nel tuo cielo, un cielo cupo, minaccioso come le insidie della vita... terra aspra di pietre... i ricordi sono la tua bellezza!