Riceviamo e pubblichiamo la nota dei comitati GGEV di Reggio Emilia e Comitato per la Difesa del Torrente Dolo di Cerredolo in merito alle condizioni di sfacelo in cui versa la Centrale sul Dolo, oggetto di numerose critiche negli anni passati
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Se vi trovaste, in questi giorni, a camminare lungo la pista che dal Pioppeto di Cerredolo porta alla centrale di Farneta, vi trovereste davanti uno spettacolo allucinante: enormi tubi verosimilmente in vetroresina sparsi disordinatamente lungo il corso del torrente Dolo. Alcuni interi, alcuni frantumati e altri simili ad enormi cannoni che puntano il cielo sollevati dalla forza dell'acqua. Uno scenario impressionante visibile anche dal Ponte sul Dolo. Simile ad un bombardamento. Sono tubi lunghi una decina di metri, con un diametro di oltre un metro e mezzo che la forza del torrente in piena ha strappato dalla linea di condotta forzata dell'impianto.
Come è avvenuto in passato il Dolo ha rigettato ciò che l'uomo gli ha imposto. Nel 2012, nonostante le proteste dei cittadini, è stato accolto il progetto e negli anni successivi si è portata a termine la costruzione dell'opera: una centrale idroelettrica a condotta forzata che prevedeva 6 km di tubi interrati nel letto del torrente.
Alcuni comitati e associazioni contestavano il progetto sia per l'impatto ambientale sia per i rischi derivanti dalla particolarità del territorio interessato e come si pensava durante tutto il periodo di costruzione e attività della centrale il Dolo quasi a condividere le proteste dei cittadini ha causato ritardi e danni all'impianto.
In virtù dell'accaduto viene da chiedersi: ma era proprio necessario? Considerati i rischi e l'impatto ambientale ne valeva la pena?
Succede frequentemente che parti di territorio vengano svenduti per quattro soldi per rimpinguare le misere casse degli enti locali. In questo caso, a conti fatti, in base alle convenzioni stipulate non è garantito nemmeno questo: con l'ultima convenzione il comune di Toano cede parte degli introiti convenuti in precedenza col gestore per contribuire ad eventuali spese di manutenzione e ripristino di opere in alveo. I costi di costruzione, manutenzione e ripristino e il conseguente impatto ambientale sollevano forti dubbi sulla validità dell'opera, sia economicamente che ecologicamente.
Persino delle promesse depurazioni degli scarichi civili presenti lungo il tratto, necessarie a migliorare la qualità delle acque, come tra l'altro previsto in progetto, non se ne trova traccia.
E ci richiediamo: ne valeva la pena?
(Guardie Giurate Ecologiche Volontarie di Reggio Emilia e Comitato per la Difesa del Torrente Dolo Cerredolo)
Basterebbe prescrivere al proprietario dell’ impianto che dovrebbe essere la Sorgent.e di Padova un immediato ripristino dei luoghi.
Segnalo che anche la centrale IREN posta sempre a Cerredolo ma sul Secchia ieri era spenta. Sarebbe il caso che funzionasse visto l’abbondanza d’acqua, altrimenti che senso hanno questi impianti se rimangono spenti a prendere incentivi ma non producono energia pulita?
KZ
Non si discute l intenzione del progetto , ma l esecuzione dei lavori.
Non si capisce perchè invece di tubi in acciaio con spessori e diametri appropriati , siano invece stati scelti tubi in vetroresina , molto meno resistenti alla pressione e agli stress generati. E’ inaccettabile che siano stati usati tubi collegati ad innesto invece di tubi collegati tramite saldatura . E’ inaccettabile che i tubi siano posati privi del dovuto rivestimento( gunite ) che oltre a proteggere il rivestimento , funge da zavorra appesantendo il tubo e mantenendolo in posizione corretta sul fondo scavo. E’ inaccettabile che le quote di posa ( evidente dalle foto ) della condotta siano state ( se da progetto )
” programmate ” a profondità irrilevante nonostante è ben saputo che il moto di un fiume in piena aggredisce molto in profondità qualsiasi servizio ” non protetto correttamente”. La società che ha svolto l esecuzione del progetto e la direzione lavori stessa ( cliente ) sono totalmente responsabili di questo disastro e dovrebbero essere obbligati al ripristino dei luoghi a costo zero.
Giovanni Onfiani
giubba
Mi piacerebbe citare un vecchio commento, scritto da uno dei numerosi “fans” delle dighe, delle centrali, e del presunto “sviluppo economico” vecchio di 100 anni. Uno dei tanti “fans” che tanto si battono per la diga di Vetto. I risultati, col senno di poi, sono quelli che tutti possiamo vedere nell’articolo di oggi. Chi se la sente, mediti e tragga le proprie conclusioni. Errare è umano, perseverare è diabolico…
Nel giugno 2014 qualcuno scriveva: “Credo che la rovina dei fiumi, ma non solo dei fiumi, direi la rovina della montagna sia di chi si oppone persino all’uso delle acque per produrre energia pulita; l’acqua, l’energia più pulita che la natura stessa ci ha donato. Ma chi sono i veri ambientalisti? Chi vuole usare l’acqua o chi vuole bruciare metano per produrre energia? Nel 2014 qualcuno crede veramente che delle centraline su un torrente e un cavo elettrico interrato (città e paesi ne sono pieni) fanno del danno? Fanno del danno? Se esistono dei veri amici dei fiumi dovrebbero essere proprio loro che chiedono questi interventi; ma dire di no a tutto è più semplice e porta sempre ad avere un seguito di seguaci; spero solo che queste persone non si lamentino se le cose vanno male.”
Andrea
Dice bene il lettore Giubba quando sottolinea le colpevoli e gravi carenze nella realizzazione delle tubature, ma io mi spingerei più in là perché ritengo che il progetto fosse fallimentare già in partenza per il costo, e non parlo solo dell’aspetto ambientale, e il rischio che comunque riserva un intervento di quel tipo nel letto di un torrente.
A rendere più appetibile l’opera hanno sicuramente contribuito le promesse di benefici, anche di natura economica, che la ditta non del posto aveva promesso. Purtroppo, come già in diversi altri casi, si sono rivelati parole utili solo ad ingannare coloro che hanno sperato si potesse così migliorare l’economia locale.
Un’ultima cosa, ho cliccato sulle note in rosso dell’articolo e ho letto i commenti scritti nel 2012 e 2014 quando la centralina era ancora un progetto. Invito tutti a fare altrettanto e valutare quali tra gli argomenti di favorevoli e contrari fossero realmente corretti. E non si tratta di senno di poi.
Errico Chiari
Errico Chiari
Bastava fare i lavori con cognizione, fatti bene una volta sola e senza fretta, non cogliamo sempre il pretesto di dire che le dighe e le centrali sono come il demonio, bastava che le opere fossero svolte in un altro modo.
Anonimo
Bene hanno fatto le Guardie Ecologiche a denunciare quanto accaduto; il commento del Sig. Giuba è molto chiaro ed esaustivo, che il Dolo possa scendere in modo impetuoso, a mio avviso, non può essere definita una calamità o un evento imprevedibile; non mi era capitato di vedere una condotta in alveo in vetroresina; presumo ci siano state lacune a livello progettuale o di esecuzione lavori o per economicità. Il Sig. Andrea nel suo commento non ha fatto il mio nome, ma anche se lo avesse fatto, la mia serietà e la mia onesta mi impedirebbero di commentare quanto riportato, quando è troppo è troppo, a rispondere comprometterei la mia dignità di persona che ha dedicato parte della sua vita, a titolo gratuito e senza interessi di parte, al bene dell’agricoltura e dei paesi montani. Voglio precisare che certe persone se dicessero di no ad acquedotti, gasdotti, elettrodotti, ponti, strade, ferrovie, pozzi petroliferi, metanodotti, abitazioni, energia elettrica, acqua in casa, argini dei fiumi, auto, ecc. ecc. e vivessero in capanne di paglia, avrebbero tutta la mia comprensione, dimostrerebbero di essere persone serie e coerenti.
Lino Franzini
C’ è da considerare il ruolo del CEV srl Consorzio Edile Veneto e della Società Compagnia Elettrica Voltabarozzo srl di Daniele Boscolo Meneguolo, imprenditore assai noto del Padova calcio, nonché presidente di Sorgent.e. srl.
La Compagnia Elettrica Voltabarozzo srl risulta acquisita da una società svizzera, la Swiss Power Renewables AG.
I lavori sul fiume Dosolo sono costati circa sei milioni di euro. L’ ingegnere che ha curato i lavori è Alberto Voltolina dello studio Laut di Chioggia.
Sono curiosa di capire chi rimedierà allo scempio ambientale e se tutto ciò era prevedibile.
Maria
Da anni opero nel settore delle centraline idroelettriche sui torrenti e non comprendo il paragone tra una conduttura non idonea e posata male con la diga di Vetto, a Vetto non ci sarà nessuna conduttura posata in alveo, ma sarà in galleria. Forse la mia intelligenza non arriva dove arriva quella di Andrea.
Daniele
Sig. Daniele il paragone non sta nelle condutture o in altre diavolerie tecnologiche, ma nell’approccio generale alla questione.
Provi a leggere il commento del 2014 da me precedentemente citato a proposito di quell’opera, e i commenti di quelli che erano critici. E pensi a chi aveva ragione.
Poi faccia il medesimo esercizio con i commenti di oggi sulla diga di Vetto: leggerà letteralmente le stesse parole e le stesse argomentazioni, da una parte e dall’altra.
Se 1+1 faceva 2 nel 2014, c’è a mio avviso una grossa probabilità che continui a fare 2 anche nel 2021…
Andrea
In qualità di portavoce del Comitato Difesa dei Fiumi Emilia Romagna, presi parte a molte riunioni in supporto al Comitato che si era formato a Cerredolo. Nelle osservazioni presentate, tra le altre cose si criticava aspramente la scelta di far correre il tubo dentro al greto che in due punti, se ben ricordo, attraversava il greto del Dolo da parte a parte. Ricordo che i tecnici della ditta proponente assicurarono, durante una riunione che si tenne nella palestra di Cerredolo, che le nostre osservazioni erano ridicole e che evidenziavano la nostra inesistente cognizione tecnica. Loro invece sapevano tutto e oggi ognuno può vedere chi aveva ragione. Adesso staremo a vedere a spese di chi verrà ripristinata quella centralina. Purtroppo l’opera dei predoni dei Fiumi non si placa e ultimamente è stato presentato, per la quarta volta, una richiesta di derivazione sul torrente Liocca nel comune di Ventasso, uno dei torrenti più selvaggi rimasti nella nostra provincia. La cosa che più mi indigna è che molto spesso tutto questo viene fatto senza informare preventivamente le comunità locali che spesso nulla sanno di quanto accade nel territorio.
Roberto Tedeschi
comitato difesa fiumi emilia romagna
per il caso specifico si era proposto opere puntuali su briglia e addirittura coclee nel canale d’uscita enel ma non ci hanno ascoltato
altro che no siamo pronti a discutere ma dati alla mano. nessun comune se de di diga o impianto ha arrestato lo spopolamento delle montagne
le centraline in specifico non portano occupazione stabile
il 3% che le ditte devono versare ai comuni se esiste convenzione devono essere spese in ambiente ma ancora aspettiamo resoconto degli investimenti comunali. forse che si alimenta la spesa corrente?
cordiali saluti w gli attivisti di cerredolo
bagni stefano
Per i pochi anni che mi restano spero di avere la forza e la costanza di mettere in luce la verità, a fronte di ciò che si racconta sugli invasi in montagna e sulle potenziali derivazioni idroelettriche; e lo faccio con prove alla mano e non con chiacchiere derivanti da ideologie. Non è corretto ciò che scrive il Sig. Bagni Stefano sul fatto che le dighe non contrastano lo spopolamento. In un recente convegno a Parma, a palazzo Soragna, il Proff. Orlandini illustrava che la Diga di Ridracoli sta dando lavoro a oltre 100 persone, ed è la verità, solo l’impianto di potabilizzazione delle acque a Ridracoli della Romagna Acque, dove io sono stato varie volte, da lavoro a oltre 30 dipendenti e tanti al Centro Studi di ingegneria idraulica e all’Eco Museo, opere sorte dopo la Diga, ma oltre a questi ci sono i guadiadighe fissi e obbligatori di legge, c’è la Cooperativa che deve tenere costantemente pulito il lago da tronchi, rami e foglie, turisti in visita al lago, ecc. l’unica opera che da poco lavoro è la Centrale Enel, opera in telecomando, ma la manutenzione è quasi costante; versanti, canali e diga sono un cantiere perenne, ecc. Il Sindaco di Santa Sofia a Bologna in Regione di fronte a tutti i Sindaci ha dichiarato che la sua grande ricchezza è la diga di Ridracoli. Non confondiamo le Centraline con gli invasi di una certa capacità, certo che se a Vetto si fa un invaso di 25/30 milioni di metri cubi concordo con il Sig. Bagni che non porta nulla, anzi porta solo un grande danno alla montagna, e sarà ciò che faranno.
Franzini Lino
Buon giorno , i commenti di Tedeschi e Bagni ( due persone competenti e preparate che a mio avviso oggi sono merce rara), hanno centrato il problema. Vorrei aggiungere una mia nota , in considerazione che gli incentivi pubblici ( molto generosi) li paghiamo tutti sarebbe opportuno che ci fosse più vigilanza su come vengono realizzati i lavori. Secondo punto dato che i ricavi sono ” fissi” x molti anni ( 15 o 20 non ricordo) le logiche economiche ( che dell’ambiente poco si interessano) portano a fare lavori al massimo ribasso, della serie meno spendo e più guadagno, senza benefici sul territorio. Questo modo di operare dovrebbe finire ed essere sostituito da logiche improntate allo sviluppo territoriale con benefici locali cosa che non è avvenuta, mi auguro che si cambi rotta con decisione.
Saluti
gianni bertucci
gianni bertucci
Questo l’articolo che fu pubblicato allora. Come dire: noi l’avevamo detto forte e chiaro!!!
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/146473285_10223094985296785_9183745240697720192_o.jpg?_nc_cat=110&ccb=2&_nc_sid=dbeb18&_nc_ohc=t3QTM0ItseoAX-8z0Jr&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=e9800f6b0e79327b3c380f2ae16ae3ac&oe=60410C3B
roberto tedeschi
NESSUNO PAGHERÀ IL CONTO, SCOMMETTIAMO ? Molto si è scritto sulla criticità dell’intervento.
Un tecnico, esperto nella posa di tubi di grandi dimensioni, per aver lavorato ad oleodotti e gasdotti in mezzo mondo, l’amico Giovanni Onfiani, ha individuato un errore progettuale e poi di esecuzione della centrale idroelettrica. Errore incontestabile, ormai dimostrato da quanto accaduto. Manca però in tutti i commenti (alcuni molto interessanti per altro), una considerazione essenziale per comprendere come si è arrivati alle autorizzazioni: per realizzare opere impattanti come queste, nel nostro territorio, occorre essere “amici” di… Se sei un “amico” puoi fare e nessuno ti disturba. Le autorizzazioni arrivano tutte. E quando succede un disastro (prevedibile) come questo … le cosiddette “autorità” non intervengono. Regione Emilia Romagna (che aveva dato parere favorevole), Provincia di Reggio Emilia (idem favorevole), Comune di Toano, Unione Montana, Arpa, Ausl, Procura della Repubblica di Reggio Emilia, gli stessi carabinieri forestali, gli ex assessori Benassi, i sindaci come Michele Lombardi. Tutti questi dove sono e cosa fanno adesso?
E gli “amici” degli “amici” o magari i “fratelli” italiani o svizzeri, la società proprietaria dell’impianto, nemmeno una dichiarazione per dire: “interverremo rapidamente, toglieremo i rifiuti speciali dal fiume, ripristineremo l’ambiente”, e “ci scusiamo” per questo disastro ambientale ?
Le doverose autocritiche pubbliche da ex sindaci come Michele Lombardi, assessori come un certo Benassi e in generale dagli esponenti PD che hanno dato luce verde a questi interventi demenziali, arriveranno o no?
Purtroppo mi pare di conoscere già la risposta a queste domande, mie e dei cittadini montanari: no, nessuno risponderà, nessuno si farà vivo, nessuno pagherà il conto.
Alessandro Raniero Davoli
Consigliere Unione Montana dei comuni dell’Appennino reggiano
Sig. Davoli
avranno imparato dal suo partito, che deve 49 milioni di euro agli italiani ma….anche in questo caso NESSUNO PAGHERÀ IL CONTO, SCOMMETTIAMO?
Andrea
Per la cronaca , ci sono tempi ben determinati , entro i quali la società che ha eseguito il lavoro , garantisce la funzionalità dell impianto e ne è contemporaneamente responsabile . E’ anche mandatorio per
l’esecutore , effettuare il contratto assicurativo denominato ”ALL RISK ”, che viene inserito nella documentazione prima dell inizio dei lavori. Se qualcuno volesse iniziare una causa , ci sono tutte le prerogative per ottenere giustizia almeno in tribunale .
Chiederei anche una copia del certificato di collaudo , da allegare agli atti
giubba
avevamo contestato anche la posa dei tubi ma nessuno ci ha ascoltato
la difformita’ dei risultati rispetto al progetto sarebbe sufficente alla revoca concessoria e a riparlare di coclee e impianti su briglia
per rispondere a franzini amo parlare di dati basta leggere le statistiche il comune di santa sofia continua a perdere abitanti da dieci anni a questa parte. la diga di ridracoli e’ in alta valle su roccia e rispondeva al problema della subsidenza della romagna e alla mancanza di acqua potabile
concordo con lino franzini che la diga o e’ di 100 milioni di metri cubi o non serve ma visto che gli studi di crpa e delle universita’ danno mancanza d’acqua molto ma molto inferiori risolvibili per altra via, per noi ci sono altre vie che preservano una valle meravigliosa.
esprimendo opinioni suffragate non capisco perche’ si debbano subire offese e insulti. io sono di origini montanare e non capisco la violenza verbale che si scatena su questo sito verso gli ambientalisti o chi esprime altre visioni
peraltro il comitato e’ fatto di pescatori e canoisti gente che vive il fiume e si e’ sempre appoggiato a universita’ e studiosi ed esperienze gia vissute in altri siti
per me liberta’ di parola ad ognuno ma nel rispetto delle opinioni differenti
w gli attivisti di cerredolo sindaco ripensi alla cantonata presa e provi a rimediare
cordialmente.
comitato difesa fiumi bagni stefano
Buongiorno, vorrei rispondere al Cons.re Davoli : quando il Comune di Toano, di cui io ero Sindaco, approvo’ il progetto ( nel 2012 ) , lo fece a condizione ( e ovviamente anche gli altri Enti pubblici hanno fatto lo stesso ) che le opere fossero eseguite a regola d’arte, nel rispetto delle normative ,in modo da evitare problemi negli anni a venire. Io non sono un tecnico, non sta a me giudicare se c’e’ stato qualche errore nella progettazione e successiva esecuzione dei lavori ,se sono stati sottovalutati i rischi legati alle piene del Fiume Dolo, se le ultime piene del Dolo sono state particolarmente devastanti,ecc.ecc. Leggo l’intervento odierno del Vice-Sindaco Romano Albertini, che apprezzo : la ditta provedera’ a sistemare e ripristinare la condotta danneggiata quanto prima possibile. Credo che sia questo cio’ che interessa a tutti noi. Mi astengo poi ,Davoli, dal commentare le sue ridicole affermazioni sugli “amici ” ,sugli “esponenti Pd” ecc. ecc : le ricordo solo, magari vada a leggersi gli atti prima di scrivere , che l’autorizzazione alla costruzione della centrale e’ arrivata dopo un iter durato quasi 15 anni, dopo le tante (doverose ) verifiche fatte da Regione, Provincia, Stb, ecc. ecc. Mi creda, Davoli, se qualcuno fosse stato “amico di…”,sarebbero passati ben 15 anni ?
LOMBARDI MICHELE
michele lombardi
Ricordo a Lombardi che l’approvazione dell’opera fu contestata e contrastata proprio ponendo l’attenzione sulle criticità poi dimostratesi giustificate dal ripetersi, nei pochi anni di funzionamento, degli interventi di ripristino alla condotta forzata. Ricordo sempre a Lombardi anche di promesse di laghi da pesca sportiva e attrezzature turistiche per valorizzare la zona del Pioppeto in cambio della costruzione dell’opera ma non se ne trova traccia. Che fine hanno fatto ?
Antonio D.Manini
A me sembra fuori luogo parlare in questa sede di opere di altro tipo e alimentare lo scontro tra i contrari a tutto e chi invece è sempre favorevole. Sulla diga di Vetto non mancano le occasioni per far valere le ragioni dell’una o dell’altra parte, e in base a quelle formarsi un opinione non per partito preso. Stiamo commentando un disastro causato da una tipologia di interventi ben specifica. È bene che siano emersi motivi che ne segnalano le problematiche, anche perché altri progetti sono in via di approvazione e nuovi danni si profilano all’orizzonte. Certo poi la ditta provvederà a sistemare e rimettere in funzione tutto…
Errico Chiari
Errico Chiari
Buon giorno, ieri pomeriggio sono stato a visionare il Dolo nelle vicinanze del ristorante Martelli, sono rimasto colpito dal numero di mezzi sul cantiere per il ripristino. Mi domando quali interessi economici ruotano attorno alla centrale , quanto incassa all’anno l’azienda che ha in gestione la centrale. Chiedo, se è possibile, che vengano pubblicati i denari che ogni anno l’azienda riceve dal GSE. ( soldi dei cittadini) e quanto ritorna sul territorio, numeri possibilmente chiari facili da comprendere in modo da capire chi ha fatto l’affare… Un altra curiosità l’azienda o le aziende che stanno ripristinando al ” disastro” sono locali ? Concludo con un pensiero ( personale) in considerazione della rapidità con cui si ripristina la condotta che alimenta la centrale presumo che l'”affare” non sia stato dei cittadini di Toano ma forse di qualche SPA o SRL. Attendo i numeri ( se arriveranno) per essere smentito.
Saluti
gianni bertucci
gianni bertucci