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Si protrae la chiusura degli impianti sciistici. I rifugi: “Anche in zona arancione rimaniamo qui, siamo un presidio”

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Possibile rinvio dell'apertura degli impianti sciistici di altri 20 giorni, dopo quello della scuola. "Sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci", afferma il ministro della Salute Roberto Speranza. Si attende quindi il Dpcm di questo sabato, ma gli operatori del settore si sono già rassegnati a perdere anche questa stagione invernale.

"Io so già che non ci faranno aprire – afferma Marco Giannarelli, titolare della società Turismo Appennino che gestisce gli impianti a Cerreto Laghi. In questi mesi abbiamo azionato gli impianti solo in alcune giornate per accogliere i giovani atleti, ma ora che la situazione si protrae, non so se continueremo, attivare le seggiovie per 50, massimo 80 ragazzi, significa andare in perdita".

Per gli operatori del settore sciistico, come per i gestori di rifugi, ristoranti e bar di montagna, servono tempo e certezze per poter organizzare la riapertura. "La nostra attività non è come quella di un normale negozio - spiega Giannarelli - che se gli danno l'ok per riaprire il giorno prima riesce a farlo immediatamente. Per preparare la pista sulla Nuda, ad esempio, con tutta la neve che è venuta, ci vogliono almeno quattro giorni di lavoro". Così per i rifugi di montagna, come il Rifugio Segheria, dove i gestori per fare rifornimento di cibi freschi devono scendere a Civago con le ciaspole e caricarsi la spesa in spalla.

Donne e uomini di montagna non hanno però perso la speranza, nei soli due giorni di zona gialla i gestori dei vari rifugi presenti all'interno del comune di Villa Minozzo si sono preparati ad accogliere i pochi escursionisti attratti dalle abbondanti nevicate.

Il Rifugio Monteorsaro, 1300 m ai piedi del Monte Cusna, ha infatti riaperto e continua a fare l'asporto in zona arancione. Così come il Rifugio Segheria, che di neve ne vede quasi 3 metri, ha dovuto chiamare il Soccorso Alpino a causa del tetto pericolosamente carico di coltre bianca. La squadra, composta da 15 operatori, ha lavorato per quattro ore dove sono stati movimentati 600 m3 di neve. L'unica eccezione è il Rifugio Battisti, che ha causa di un guasto elettrico è stato costretto a rimanere chiuso. I gestori si dicono comunque pronti a riaprire appena risolto il guasto: "Se resteremo in zona arancione faremo servizio di asporto. Ma anche qualora diventassimo regione rossa rimarremmo lì, anche perché siamo un rifugio ed il nostro presidio è importante anche per ragioni di sicurezza".