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Pangea Photo Festival, al via la mostra fotografica alla Pietra di Bismantova

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Al via il progetto artistico Pangea Photo Festival, festival internazionale di fotografia alla sua prima edizione nato dalla caparbietà di un gruppo di ragazzi locali. Fino al 28 febbraio è possibile visitare all'aperto il progetto fotografico “Arctic: New frontier” sui muri in sasso che da piazzale Dante conducono verso l’eremo. I due fotografi, Kadir van Lohuizen e Yuri Kozyrev, mostrano lo scioglimento dei ghiacci, i cambiamenti nella vita quotidiana delle popolazioni e l’aumento delle attività militari nella regione.

Il progetto Pangea Photo Festival ospiterà diverse mostre di fotografi nazionali e internazionali che affrontano grandi tematiche dell’attualità globale, come cambiamento climatico, conflitti, migrazioni, relazione uomo/natura e uomo/potere. L'iniziativa culturale è stata ideata da un gruppo di giovani abitanti dell’Appennino Reggiano, insieme all’Assessorato alla Cultura di Castelnovo ne' Monti, e cofinanziato dal bando Shaping Fair Cities della Regione Emilia-Romagna per la diffusione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.

La prima mostra “Arctic: New frontier” racconta dei cambiamenti climatici nel circolo polare artico. Da marzo a settembre del 2018, i due fotografi hanno percorso più di 15mila chilometri per documentare le condizioni attuali nell’Artico. I due fotoreporter hanno lavorato contemporaneamente nell’area artica del pianeta, sotto la guida di Jean Jouzel, climatologo. Kozyrev, ad esempio, ha costeggiato la costa del Mare di Barents e viaggiato a bordo del Montchegorsk, prima nave portacontainer ad utilizzare la rotta del Mare del Nord; nel corso del suo itinerario ha incontrato persone che si sono ammalate a causa dall’estrazione di nichel.

Van Lohuizen ha iniziato il suo viaggio sull’isola norvegese di Spitzberg, nell’arcipelago delle Svalbard; successivamente, in Groenlandia, ha incontrato scienziati che da poco hanno scoperto l’esistenza di fiumi ghiacciati sotto la calotta di ghiaccio. Ha inoltre raggiunto tra le altre tappe il villaggio di Kivalina, sulla punta settentrionale dell’Alaska, che secondo le attuali previsioni scomparirà sott’acqua entro il 2025.

Le pressioni del turismo, la militarizzazione, lo sfruttamento del gas e delle altre risorse naturali, l’apertura delle rotte commerciali e, naturalmente, la questione ambientale, hanno sottratto l’Artico al suo lungo isolamento, finendo anche per renderlo un territorio di “scontri” tra paesi e multinazionali. Aprire gli occhi su quanto sta avvenendo appare dunque ancora più urgente e le fotografie della mostra "Arctic : New Frontier" offrono una testimonianza della velocità con cui gli sconvolgimenti di questa regione si stanno verificando e delle modalità con cui sono destinati a incidere anche su scala globale.

Afferma Erica Spadaccini, Presidentessa della Commissione comunale Scuola e Cultura che ha seguito in prima persona il progetto: “Ci stiamo lavorando da più di un anno, perché ci abbiamo creduto molto fin dall’inizio. Non abbiamo voluto mollare, nonostante il periodo di grande incertezza, anche per dare un segnale forte: nonostante tutto, la cultura non si ferma, nemmeno in un piccolo paese dell’Appennino reggiano. In questi ultimi mesi abbiamo dovuto reinventare il classico modo di fruire un festival fotografico, c’è voluto molto impegno e tanta energia, è stata una grande sfida, ma ce l’abbiamo fatta. Di questo ringrazio soprattutto i ragazzi che non si sono mai tirati indietro e che si sono dimostrati un’inesauribile fucina di idee. Sono state prese in considerazione location e soluzioni a cui non si sarebbe mai pensato in condizioni normali e ne siamo rimasti molto soddisfatti. Sono sicura che tutto ciò avrà un grande impatto sul paese e sulla diffusione degli obiettivi dell’agenda 2030, lo scopo principale di questo festival”.

Prossimi appuntamenti
Tra le mostre in programma rientrano un ulteriore progetto dell’agenzia NOOR, della fotografa Tanya Habjouqa, “Occupied Pleasures”, che narra la quotidianità nei territori palestinesi. Il cortile esterno della biblioteca, Corte Campanini, ospiterà già dai prossimi giorni la mostra di Luca Locatelli “Hunger Solutions”, che racconta di pratiche agricole innovative e soluzioni per ridurre il problema della fame nel mondo.

In programma anche allestimenti di “Human Nature // Frontcountry” del fotografo Americano Lucas Foglia; la mostra di Piergiorgio Casotti “Sometimes I cannot smile” – un viaggio intimo e personale nel difficile mondo giovanile groenlandese – e “Fulani”, l’indagine fotogiornalistica di Michele Cattani, che ritrae la complessa società del Mali nelle sue varie sfaccettature, affiancata al progetto di arte partecipata “MigrArt” condotto da Tommaso Sandri a Bamako.

L’intento dell’iniziativa è di portare consapevolezza e di aumentare la soglia di attenzione su importanti temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale, che troppo spesso passano inosservati nelle nostre vite, ma che hanno un forte impatto sul presente e sul futuro del pianeta. Gli organizzatori di Pangea Photo Festival credono fortemente che “la narrazione attraverso la fotografia d’autore possa aiutare a riconnettersi profondamente con storie all’apparenza lontane, ma che riguardano tutti e talvolta possono anche essere determinate dalle piccole scelte quotidiane di ciascun individuo”.

La volontà è di collaborare (per quanto possibile in questo periodo di distanziamento sociale) con altre realtà del territorio, anche per promuovere al meglio le iniziative. Al progetto collaborano gli Istituti superiori castelnovesi Cattaneo – Dall’Aglio e Nelson Mandela, e varie associazioni locali: Associazione Al Bayt, Associazione Centro Storico di Castelnovo ne’ Monti, Associazione Maliana Badegna, Condotta Slow Food Appennino Reggiano, Extinction Rebellion Reggio Emilia, Fa.Ce. Famiglie Cerebrolesi Associazione Provinciale di Reggio Emilia ONLUS, Gaom, Vogliamo La Luna.

Per saperne di più: www.pangeaphotofestival.it