Prosegue il dialogo tra cittadini, associazioni e attività commerciali del Comune di Vetto per progettare la riqualificazione del centro del paese. Le idee che emergono dalla comunità saranno la base per azioni concrete nei prossimi mesi. Parole chiave: turismo, sostenibilità e benessere collettivo.
Il progetto "Vetto-re di idee" è ripartito nelle scorse settimane con un incontro online, dopo lo stop che era stato imposto dalle misure di contenimento del Coronavirus. All'incontro è seguito un sopralluogo di alcuni punti del paese che sono stati considerati all'unanimità meritevoli di attenzione e riqualificazione. Nello specifico, questi spazi sono alcuni ex alberghi ora in disuso vicini al centro del paese, la palestra, la sala polivalente, i giardini pubblici, la sala espositiva all'ingresso di Vetto.
"Raccolte tutte le indicazioni sceglieremo le priorità di intervento - spiega il sindaco di Vetto Fabio Ruffini, e si farà un piano di rigenerazione urbana per i prossimi anni. Abbiamo intenzione di coinvolgere anche le scuole medie del paese nella progettazione, per avere idee e proposte anche dei ragazzi".
I due alberghi oggi in disuso e degni di intervento secondo la comunità sono quindi il Centrale, in via Val d'Enza, e il Rossel, proprio accanto al municipio. "Si tratta di due edifici di proprietà privata, chiusi da qualche anno ma ancora in condizioni abbastanza buone. Il Centrale è quello in condizioni migliori perché chiuso da meno tempo, il Rossel però è più grande e consentirebbe di ospitare diverse attività - spiega spiega Tiziana Squeri coordinatrice del progetto".
"Da parte dei cittadini che stanno partecipando al percorso sono già emerse idee interessanti, per rigenerarli e dedicarli ad attività più moderne - continua - ma sempre nell'ambito dell'ospitalità, di un turismo a carattere ambientale, sportivo ed escursionistico. Idee come ospitalità studiata appositamente per i ciclisti e le e-bike, per citare un esempio, oppure spazi da dedicare a ostello".
Le proposte emerse, però, sono molte di più e riguardano anche la palestra che si vorrebbe ricostruire più grande e funzionale, gli ambulatori pubblici il cui accesso sarebbe da riqualificare, l'arena estiva da valorizzare, valutandone anche la copertura, migliorare l'accessibilità dei marciapiedi, migliorare la cartellonistica per i sentieri, individuare una zona per sosta camper e area picnic e trovare uno spazio dove realizzare un locale per i giovani.
A me sembra che una delle cose cui pensare dovrebbe essere la individuazione di apposita ed idonea area-piazzola da destinare all’atterraggio dell’Elisoccorso (area-piazzola riservata a detto scopo, e con relativa segnalazione così da essere ben riconoscibile dall’alto).
P.B. 01.01.2021
La riqualificazione è un aspetto importante, pero non dimentichiamoci che poi questi locali vanno usati e al ritmo con cui invecchia e si spopola la montagna e Vetto rischiamo di avere belle strutture sfruttate 2 mesi all’ anno.
L’unico modo per invertire la tendenza è dare incentivi a chi si stabilisce e a chi vive qua.
Da un’occhiata all’ ortofoto di google, nessun tetto del centro storico di Vetto, perchè di centro storico si parla nell’articolo, si presta ad un adattamento a piazzola per l’atterraggio di un Elisoccorso.
Poi, mi sono documentato, invito tutti a stare tranquilli: una piazzola per Elisoccorso che non fosse ben visibile dall’alto non otterrebbe nessuna omologazione da parte degli uffici competenti.
Giovanni Annigoni
Riguardo alla piazzola per l’Elisoccorso, ci fu una ripetuta proposta da parte della opposizione di allora circa il luogo dove la stessa poteva essere eventualmente ricavata, e non mi risulta che tale ipotesi sia mai stata sottoposta dalla Amministrazione comunale agli Uffici competenti per la relativa omologazione, in modo da capire se quel determinato luogo potesse essere adatto o meno alla funzione in discorso (se nell’archivio di Redacon si cerca l’articolo “Ali per Vetto”, del 31 agosto 2008, possono ricavarsi maggiori notizie in proposito).
Mi trovo poi d’accordo col senso della tesi espressa in altro commento, ritenendo anch’io che la riqualificazione rischia di rimanere “fine a sé stessa” se non si trova il modo di riportare persone e famiglie a risiedere in questi posti, nonché trattenere e invogliare a restarvi chi è fin qui rimasto, tramite meccanismi di supporto e incentivazione, a meno che non si voglia puntare sui soggiorni giornalieri, o comunque brevi, di visitatori e turisti, che sono sicuramente importanti ma non fanno tessuto sociale (che mi parrebbe essere la priorità cui guardare)
P.B. 04.01.2021
All’ Enac, ufficio competente, non va sottoposto un’ipotesi, ma un progetto esecutivo basato su parametri dettati dallo stesso Ente.
https://www.enac.gov.it/repository/ContentManagement/information/P1500614261/Reg-Eliporti.pdf
Giovanni Annigoni
Ho scorso il Regolamento ENAC indicato nell’ultimo commento, per la costruzione ed esercizio degli Eliporti – che da quanto leggo data al 20 ottobre 2011, ed è cioè successivo di qualche anno rispetto all’epoca in cui venne posta la questione – e a pag. 12, Cap. 1, dove si parla della Applicabilità, trovo scritto:
“
1.1 I requisiti del presente Regolamento sono applicabili agli Eliporti di nuova costruzione ove si svolga attività di trasporto commerciale con elicotteri e ricorra almeno una delle seguenti condizioni
a) siano ubicati su piattaforme off-shore o a bordo di navi commerciali per il trasporto passeggeri
b) siano basi operative HEMS oppure infrastrutture a servizio di strutture ospedaliere con una media giornaliera di movimenti uguale o superiore a 2 nel semestre di riferimento,
c) vi si svolgano operazioni strumentali,
d) vi si svolgano con continuità operazioni di trasporto commerciale con una media giornaliera di movimenti uguale o superiore a 6 nel semestre di riferimento.
Costituisce riferimento il semestre con maggiore intensità di traffico.
“
Da quanto riesco a capirne, non mi sembra che la fattispecie vettese rientrasse in queste categorie, ma in ogni caso penso che fosse possibile chiedere all’Ufficio competente un parere di massima sulla idoneità o meno del luogo in ipotesi (prima di passare eventualmente ad un progetto esecutivo)..
P.B. 05.01.2021
http://suem.ulss.tv.it/LibroEnacNet.pdf , può provare qui. E’ antecedente al 20 ottobre 2011.
Giovanni Annigoni
L’ulteriore testo che mi viene proposto dal Sig. Annigoni si compone di 113 pagine, dalla cui lettura, seppure un po’ frettolosa – e anche da inesperto in materia – ricavo che la norma di riferimento era allora, ossia antecedentemente al 20 novembre 2011, il Decreto 8 agosto 2003, del Ministero Infrastrutture e Trasporti, i cui artt. 7 e 12 trattano, rispettivamente, delle elisuperfici occasionali e delle caratteristiche tecniche delle elisuperfici,
Tale norma è richiamata pure nelle Circolari ENAC 01.03.2004 e 26.05.2004, che fanno parte delle suddette 113 pag., e non mi pare che le elisuperfici “periferiche”, a servizio di strutture sanitarie, debbano possedere le caratteristiche e condizioni previste per una base operativa HEMS, ma al di là di queste “disquisizioni”, che mi trovano impreparato, continuo a ritenere che si potesse chiedere un parere di massima agli Uffici competenti.
P.B. 07.01.2021
Da https://www.enac.gov.it/:
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Il servizio telefonico è attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00. I numeri di riferimento sono:
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Spero di essere stato utile.
Giovanni Annigoni