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Aggredito e picchiato per un sorpasso: 3 persone denunciate dai carabinieri. Era successo il 31 ottobre sulla SS 63 a Felina

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Un banale sorpasso, una manovra ritenuta azzardata sulla strada, è stata la causa di un pestaggio ai danni di un venticinquenne di Carpineti, che era alla guida di un veicolo lungo la SS63 in località Felina di Castelnovo ne' Monti, diretto verso casa.

L’uomo è stato aggredito e ferito, con traumi guaribili in 7 giorni, con la violenza che si è sfogata pure nei confronti del padre intervenuto a difesa del figlio.

I carabinieri di Carpineti. con referto medico e pure la fotografia scattata a uno degli aggressori, hanno avviato le indagini, risalendo a un 22enne abitante a Quattro Castella e a due suoi amici di 22 e 23 anni, entrambi di Casina, che sono stati denunciati per concorso in lesioni personali, violenza privata e minaccia.

L’episodio risale alla sera del 31 ottobre.

Il 25enne, alla guida della sua auto, aveva superato un’Audi Q3, ritrovandosi poi seguito da quest’ultima autovettura con a bordo 3 persone. Un inseguimento protrattosi per alcuni chilometri sino a quando in via Monte Portola di Carpineti l’auto della vittima veniva sorpassata e costretta a fermarsi avendo gli inseguitori fermato l’auto al centro della carreggiata.

Dall’Audi Q3 scendevano due giovani che inveivano minacciosamente contro la vittima che tuttavia con una manovra di fortuna riusciva a darsi alla fuga raggiungendo casa.

Qui veniva raggiunto dai tre con il 23enne di Quattro Castella che lo raggiungeva aggredendolo a schiaffi e pugni.

Le urla della vittima facevano accorrere nell’ordine la madre, il fratello e il padre, quest’ultimo a sua volta aggredito per aver cercato di difendere il figlio. Nel frattempo il fratello della vittima scattava alcune foto immortalando il 23enne, mentre la madre chiamava i carabinieri con l’aggressore che si dava alla fuga  con la complicità dei suoi due amici, ora finiti nei guai per concorso.

Poi la denuncia ai carabinieri e le successive indagini che, grazie alle testimonianze, alle foto scattate dal fratello della vittima e alle riprese del sistema di videosorveglianza della casa della vittima, hanno consentito ai carabinieri di identificare il terzetto di amici ora finito nei guai.