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L’ultimo Natale alla scuola primaria – Classi Quinta A e B Giovanni XXIII di Castelnovo ne Monti

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Riceviamo e pubblichiamo

 

Abstract del lavoro natalizio delle Classi  Quinta A e B della Scuola Primaria Giovanni XXIII di Castelnovo ne' Monti

Il nostro ultimo natale alla scuola primaria

Eccoci in quinta, siamo al nostro ultimo Natale alla primaria e, proprio per questo motivo, abbiamo pensato di renderlo indimenticabile. Per più di venti giorni abbiamo parlato solo di Natale: lo abbiamo indossato e fatto indossare ai nostri amici animali e ai nostri pupazzi, abbiamo intervistato nonni e genitori su come si festeggiava il Natale ai loro tempi, preparato giochi natalizi da poter utilizzare insieme durante le feste, cucinato ricette natalizie, costruito renne, inventato poesie adatte al periodo. disegnato addobbi,  meno male che ormai Natale è finalmente arrivato!

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Dal Natale del 1943 ai giorni nostri, quasi 80 anni di feste di Natale

Le interviste a nonni e genitori - testimonianze dall'Italia e dall'estero

Parla nonna Maria, che aveva 10 anni nel 1943. Era molto emozionante aspettare il Natale, non ho mai avuto un calendario dell’Avvento. Facevamo l’albero, mio nonno andava a cercarmi il ginepro, lo addobbavamo con dei mandarini e con delle palline con dentro un cioccolatino, lo facevamo il giorno di Santa Lucia, noi non decoravamo la casa e non facevamo il presepe, però avevamo la capanna con Maria, Giuseppe e Gesù. Non preparavo la lettera a Babbo Natale, ma la scrivevo a mio papà e per fargliela trovare gliela mettevo tra un piatto e l’altro. Andavo a messa con i miei genitori e poi quando tornavamo mangiavamo un dolce con le castagne che si chiamava iada, Natale lo passavo con i miei parenti. La Befana mi portava qualche dolce, Babbo Natale niente. Passavo il Natale con tutta la mia famiglia eravamo in 13, mangiavamo i cappelletti, il lesso con la salsa, il cotechino e i tortellini. Veniva molta neve, giocavo con una specie di bob, costruito da mio papà, di legno. Mi ricordo di un gioco che avevo ricevuto da bambina, era a forma di gallina, se la schiacciavi faceva un uovo, però non la possiedo più. Mi piaceva un sacco aspettare il Natale, mi piace ancora il Natale, mi piaceva un po' di più quello di quando ero piccola però mi piace molto anche quello di oggi.

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Mi chiamo Sergio, nel 1945 avevo 10 anni. Era molto emozionante aspettare il Natale. Non c’era il calendario dell’Avvento, ma avevamo il lunario. Facevo l’albero con un ginepro del bosco perché non si potevano tagliare gli abeti e lo preparavo una settimana prima di Natale con qualche pallina, anche rotta. La casa invece non veniva addobbata. Non facevo il presepe in casa, ma aiutavo il prete a raccoglier il muschio per il presepe della chiesa. Era costruito sul pavimento, sembrava una grande montagna con ai piedi la grotta di Gesù; non c’erano statuine. I bambini non scrivevano a Babbo Natale perché non esisteva. La Vigilia di Natale tutti gli abitanti del paese andavano alla messa di mezzanotte; io andavo con i miei amici perché il paese era piccolo. I regali me li portava la Befana. Il giorno di Natale lo passavo con la mia famiglia e qualche parente. A pranzo si mangiavano: cappelletti, arrosto di pollo e tortellini con il ripieno di castagne. Quasi tutti gli anni veniva la neve e si costruivano pupazzi e Babbi Natale. Non ricordo nessun regalo particolare, anche perché i regali erano quasi sempre gli stessi: frutta e dolciumi. Mi piaceva festeggiare il Natale perché andavo dagli amici che mi offrivano dolci. Mi piace ancora festeggiare il Natale, ma preferisco quello di una volta. Il Natale era la festa più attesa dell’anno.

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Nonno Sergio invece aveva 10 anni nel 1948, racconta che era emozionante aspettare il Natale. Neppure lui aveva il calendario dell’Avvento. Faceva l’albero, lo preparava qualche giorno prima di Natale con mandarini e neve di cotone. Non decorava la casa e non faceva neppure il presepe con la sua famiglia. Scriveva la lettera e che si metteva sotto al piatto del papà. Stava con la famiglia e andava alla messa di mezzanotte a piedi con la famiglia. A Natale mangiava cappelletti e gallina. Giocava a tombola e non gli regalavano niente, gli piaceva molto festeggiare il natale, e gli piaceva di più il Natale di una volta. Era la Befana a portare i regali, il 6 gennaio. A quei tempi veniva tanta neve.

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Piera racconta che aveva 10 anni nel 1951 e che attendeva con tanta gioia questo periodo. Facevo l’albero qualche giorno prima della vigilia, ci mettevo torroncini, caramelle e facevo la neve con il cotone, non decoravo la casa, non facevo neppure il presepe. Passavo questi giorni di vacanza con la mia famiglia. La Vigilia la passavo in casa con la mia famiglia e a mezzanotte andavo a messa. Mi portava i regali la Befana, me li portava il 6 gennaio nel nuovo anno. Il giorno di Natale lo passavo con la mia famiglia e mangiavo cappelletti, lesso e arrosto. La neve veniva quasi sempre, passavo il tempo giocando a tombola e a dama. Un regalo che ricordo ancora di aver ricevuto era un golf bellissimo, mi piaceva il Natale di una volta, ma anche questo mi piace.

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Anna aveva 10 anni nel 1953, per lei era molto emozionante aspettare il Natale. Non aveva il calendario dell’avvento. Faceva l’albero l’otto dicembre, lo addobba con palline, nastri colorati e fiocchi, la stella la metteva nella punta dell’albero. Addobbava la casa. Faceva il presepe con suo fratello con Maria e Giuseppe, i tre Re Magi, il bue e l’asinello; Gesù lo metteva il 25 dicembre. Scriveva la lettera a Babbo Natale e la faceva con tutti i brillantini. La vigilia la passava con la sua mamma a cucinare i cibi tipici per il giorno dopo. I regali glieli portavano sia Babbo Natale che la Befana. Il giorno di Natale lo passava in famiglia, a pranzo mangiava i tortellini, la carne e le torte. Durante le vacanze di Natale veniva la neve, faceva i pupazzi di neve e le battaglie di palle di neve. C’è un regalo che ricorda di avere ricevuto ed era stato anche il migliore: Cicciobello. A lei piace ancora molto festeggiare il Natale e preferisce il Natale di oggi.

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Nonni siete pronti per la mia intervista? Come vi chiamate?”

Mariuccia e Fioravante, avevo dieci anni nel 1954 e io nel 1946”  Nonna:“Non facevo il presepe, facevo l’albero, mio papà andava a prendere il ginepro nel bosco e lo addobbavamo con mandarini, caramelle, mignin e la mia mamma per l’Epifania li distribuiva a me e alle mie sorelle.” Nonno: “Io non lo facevo, noi andavamo a prendere muschio, legnetti, sassi e foglie, costruivamo il presepe e dopo ci mettevamo le statuine e avevamo solo l’asinello e il bue Maria, Giuseppe e Gesù. Non si scriveva la lettera a Babbo Natale ma al proprio papà ringraziandolo di tutto ciò che ci donava e la mettevamo di nascosto, il giorno di Natale, sotto il suo piatto.” 

Nonna:“ Io passavo la Vigilia di Natale con i miei genitori e le mie sorelle.”

Nonno: “Anche io e si mangiava a cena il risotto e il pesce.”

Nonna: “I regali non me li portava nessuno.”

Nonno: “A me i regali li portava la Befana il 6 gennaio.”

Nonna: “Il giorno di Natale lo passavo in famiglia, si mangiava la minestrina, un secondo che faceva la mia mamma e come dessert il dolce amore.”

Nonno: “Anche io lo passavo in famiglia e si mangiava l’arrosto e come dolce la ciambella.”

Nonna: “Ai nostri tempi in inverno c’era sempre la neve e quando eravamo in vacanza era una lotta a palle di neve.”

Nonno: “Io oltre a giocare avevo il compito di spalare il cortile e se non lo facevo bene il papà mi metteva in punizione. Questa è diventata nel tempo una mia passione: continuo a farla.”

Nonna: “Di quei tempi ho ancora un regalo, è un canarino giallo che mi ha regalato il mio papà e da quando sono sposata è la prima cosa che metto sull’albero. Mi piaceva molto festeggiare il Natale e mi piace ancora, da un lato preferisco il Natale di oggi perché ho due nipotini meravigliosi dall’altro preferisco il Natale del passato perché c’erano ancora la mia mamma e il mio papà.”

Nonno: “Ricordo che mi avevano regalato una palla, perché mi piaceva molto giocare a calcio. Nel muoverla ho sentito che c’era dentro qualcosa, ho deciso di tagliarla e si è rovinata. Mi piaceva festeggiare il Natale e mi piace ancora, per alcune cose preferisco quello del passato che era molto più umile, per altre quello di adesso perché c’è molta più gioia.”

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Mi chiamo Elisa e nel 1959 avevo dieci anni, si attendeva il Natale con ansia facendo la novena (nove giorni prima di Natale) e cercando di fare tanti fioretti, quando completavi un fioretto dovevi fare un piccolo nodo su una corda.Il calendario dell’Avvento come quelli che ci sono oggi (con cioccolatini o dolcetti) non c’era, ma la sera, per tutto il mese di dicembre, in famiglia si recitava una semplice preghiera. Nella mia famiglia non si usava fare l’albero. Il presepe lo facevo con tutti i miei fratelli, era riposto su un ripiano di una credenza e si faceva con il muschio vero, con alcune pecorelle finte e statuette. Non si scriveva la lettera a Babbo Natale, ma si scriveva a Gesù Bambino. La vigilia di Natale la passavo con mamma, papà e fratelli; tutti insieme dicevamo una bella preghiera e si andava a letto molto presto per aspettare l’arrivo di Gesù Bambino. A Natale i regali ce li portava Gesù Bambino, al posto della Befana venivano i tre Re Magi con i loro cammelli, per questo si lasciava sulla finestra fieno e acqua. Gesù Bambino arrivava la notte di Natale, invece il Re Magi arrivavano il 6 gennaio, sempre di notte. Il giorno di Natale lo trascorrevo con la mia famiglia e mangiavamo il risotto, l’arrosto con le patate, qualche noce, caramelle e mandarini a sufficienza. Durante le vacanze di Natale veniva moltissima neve e giocavamo a fare il pupazzo di neve con la carota, la sciarpa, il cappello e la scopa per renderlo realistico, giocavamo anche a pelle di neve. Un regalo che ho ricevuto e che ricordo ancora è una bambolina di pezza fatta dalla mamma di nascosto. Mi è sempre piaciuto molto questo periodo, era proprio una festa dove noi bambini eravamo felicissimi, anche per quel poco che ricevevamo era eccezionale e ci sembrava di avere tutto. Comunque ancora oggi mi piace molto festeggiarlo. Ogni periodo è bello alla sua maniera, quando avevo dieci anni era bello in un modo, ma anche adesso è molto bello.

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Nonna Valentina aveva 10 anni nel 1960Per lei il Natale era la festa più attesa di tutte, quindi era felicissima, non possedeva il calendario dell’avvento, ma lo metteva in pratica abitando vicino alla chiesa. Ricorda che preparava l’albero, ma era una delle poche che lo faceva. Lo preparavamo l’otto dicembre, lo addobbavamo con i mandarini e con alcuni fiocchi di cotone per rappresentare la neve, mettevano una stella sulla sommità dell’albero. Il presepe lo facevamo in chiesa, lo costruivo con i miei amici e alcune persone del paese, ci davamo i compiti a vicenda. Scrivere la lettera a Babbo natale era un rito, rappresentava tutto quello che desideravamo e provavamo nel vivere nel Natale. Alla vigilia andavamo alla messa di mezzanotte, inoltre stavamo tutti in famiglia. Mangiavamo il cappone, il lesso, il cotechino e lo zampone, la spongata e i tortellini dolci. Aspettavamo con ansia e gioia la Befana che mi portava i regali, veniva tra il cinque e il sei gennaio. Veniva tanta neve a volte anche dei metri, facevamo pupazzi di neve e giocavamo a palle di neve. Di quei tempi lontani possiedo ancora un regalo: un anello che mi regalò il giorno di Natale. Mi piaceva , ma pensavo anche a quelli che non potevano vivere le mie stesse emozioni e avevo anche dei momenti di tristezza. Preferisco il Natale di una volta perché si vivevano i veri valori del Natale.

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Nonno Savino aveva 10 anni nel 1960, faceva il presepe con il fratello e la mamma con il muschio raccolto nel prato, le statuine e la capanna. Come albero si usava il ginepro si decorava con fili e palline colorate. Preferisce il Natale di oggi. 

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Nonna Veronica aveva 10 anni del 1962, per lei era un periodo emozionante, non avevano il calendario dell’avvento. Il presepe lo faceva con i suoi genitori usando il muschio e la legna, con uno specchio faceva il laghetto. L’albero lo faceva come adesso me senza luci e l’albero era un ginepro. A Natale mangiava cappelletti, lesso, salsa verde, cotechino, torta di tagliatelle, tortellini di castagne e trascorreva la festa con i familiari. Veniva tanta neve e giocavano a palle di neve, sciavano con la slitta di legno e costruivano pupazzi di neve. Per alcune cose preferisce quello di adesso, ma per altre quello di una volta. 

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Io:-come ti chiami nonna?

Nonna:-Tiziana, avevo 10 anni nel 1969.

Io:-era emozionante aspettare il Natale?

Nonna:- Sì, era molto bello.

Io:-Avevi il calendario dell’avvento?

Nonna:-Sì, l’avevamo.

Io:- Facevi l’albero?

Nonna:- Noi facevamo un albero di ginepro, il mio papà lo andava a tagliare nel bosco. (allora era permesso il taglio per uso proprio).

Io:- lo preparavi in un giorno particolare?

Nonna:- Una settimana prima del giorno di Natale.

Io:- Come lo addobbavi?

Nonna:- Avevamo delle bellissime palline di vetro, a noi molto preziose, e mettevamo tanti ciuffi di cotone bianco, come fosse neve.

Io:- Come passavi la vigilia di Natale?

Nonna:- In casa con la mia mamma, mio papà e le mie sorelle perché era sempre brutto tempo e la sera a messa.

Io:- Chi ti portava i regali? Babbo Natale o la Befana?

Nonna:- Solo la Befana, mi portava una mia calza piena di mandarini, caramelle, cipolla e monetine di soldi, arrivava il 6 gennaio.

Io:- Durante la vacanze di Natale veniva la neve?

Nonna:- Sì, tanta.

Io:- ti hanno fatto un regalo che ti è rimasto nel cuore?

Nonna:- Non ne ricevevo molti perché eravamo poveri.

Io:- Allora te lo farò io perché ti voglio bene.

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Mi chiamo Besmik e quando avevo 10 anni era il 1970. Io aspettavo con gioia ogni giorno. Per me non esisteva il calendario dell’avvento. Facevo l’albero, ogni anno lo facevo in un giorno diverso, mettevo delle palline di carta colorata, il presepe non lo facevo perché sono di un’altra religione. Non scrivevo la lettera, non mi davano l’inchiostro. Il giorno di Natale lo passavo molto bene perché si mangiava il doppio, con tutti i miei parenti. Il regalo non me lo portava né Babbo Natale né la Befana, me lo davano i miei genitori il 24 dicembre. La neve veniva sempre e facevamo le battaglie di neve. Il Natale mi piaceva un sacco, mi piace ancora, ma preferisco quello di una volta.

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Mi chiamo Paola, avevo dieci anni nel 1980, per me era un periodo particolarmente atteso, non avevo il calendario dell’avvento, ma preparavo l’albero il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, lo addobbavo con palline e fiocchi colorati; non decoravo la casa, ma facevo il presepe con mia sorella, mio padre mi aveva costruito la casa della natività. Il presepe si faceva con il muschio raccolto nel bosco, con pezzi di legno e sassi. Non scriveva la lettera a Babbo Natale, stava in casa con i suoi genitori, in casa c’erano il nonno paterno e due zii. Purtroppo non arrivano né Babbo Natale né la Befana, non c’era possibilità. Il giorno di Natale si passava con la famiglia, a pranzo si mangiavano cappelletti e lesso, ci si divertiva a sciare con i sacchi riempiti di paglia. Un regalo che ricordo ancora di aver ricevuto è un libro che aveva portato la zia: “Il giro del mondo in 80 giorni”. Mi piaceva festeggiare il Natale, anche se ora mi piace ancora di più perché festeggio con i miei figli. Il Natale di una volta era più vero, mentre adesso si basa di più sul superfluo e sul consumismo.

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Sono Ahlam avevo 10 anni nel 1989, era molto bello aspettare questo periodo, facevamo l’albero, ci mettevo molto a farlo perché era difficile farlo. Il presepe non lo facevamo perché non c’è nella nostra religione. Scrivevo la lettera a Babbo Natale, ma non si sapeva la risposta. La vigilia di Natale e il giorno di Natale li passavo con i parenti: cugini, zii e nonni. I regali me li portavano entrambi, sia Babbo Natale sia la Befana, ma la calza era piena di ortaggi. Durante le vacanze non c’era la neve, c’era molto sole, alcune volte c’era la pioggia. Un regalo molto bello che ricordo di aver ricevuto è stata una bambola di pezza. Era sempre molto bello aspettare questo periodo e festeggiarlo, devo dire che preferisco quello di tanto tempo fa.

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Mi chiamo Romina e avevo 10 anni nel 1996. Ero molto emozionata di aspettare il Natale perché volevo i regali e poi le vacanze, anche se sono cristiana, il presepe non l’ho mai fatto, facevo solo l’albero. La lettera di Babbo Natale la preparavo il primo di dicembre e la nascondeva dentro al cassetto per poi essere già pronti e sicuri al momento giusto. La vigilia di Natale la passavo con i cugini, i nonni e i genitori. Il giorno di Natale lo passavo solo con i genitori e i fratelli, a pranzo mangiavano le cotolette. I regali me li portava Babbo Natale, la Befana mi portava solo dolciumi. Al pomeriggio stavo con gli amici, facevo i giochi sulla neve, oppure stavo con i familiari in casa. Durante le vacanze veniva molta neve, facevo tanti giochi come palle di neve, andare sugli sci, andare con il bob sui campi, fare pupazzi di neve. Un po’ di tempo fa ho trovato un gioco, su in solaio, quel regalo è l’unico gioco intatto, mi ricordo ancora quando sotto l’albero avevo trovato il pacco regalo con dentro la bambola.

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Mi chiamo Liliana e nel 1998 avevo 10 anni, ero sempre emozionata in questo periodo, non avevo il calendario dell’Avvento, ma facevo l’albero, non lo decoravo in un giorno particolare, al posto delle palline mettevamo la frutta. Il presepe non lo facevo e non scrivevo neppure la lettera. Il giorno di Natale giocavamo a carte con i nostri cugini, zii e nonni. Nessuno mi portava regali, né Babbo Natale, né la Befana. Il giorno di Natale, non tutti gli anni, veniva la neve, se veniva, facevamo la battaglia di palle di neve. Per me il Natale di oggi è molto più bello di quello di una volta.

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Mi chiamo Miriam e avevo dieci anni nel 2002. Alcuni non festeggiavano il Natale e il calendario non c'era. L’albero lo facevamo raramente, solo perché era vicino anche capodanno, lo facevo con  i miei genitori, ai loro tempi il Natale non si festeggiava, e lo decoravamo con palline di plastica colorate.  Il presepe non lo facevamo. Scrivevo la lettera a Babbo Natale, però non mi ha mai portato i regali, me li portava mia nonna, era mia nonna il mio Babbo Natale: mi riempiva di giocattoli. Il Natale lo passavo con tutti i miei parenti e cugini, ci divertivamo tantissimo e loro restavano con me fino a capodanno. Mangiavamo tanto a pranzo: il pollo e le patatine fritte. A Marrakech non viene la neve, da bambina non ho mai giocato con la neve. Ho p

erso tutti i miei regali e non ne ricordo uno in particolare; preferisco questo di oggi.

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La bisnonna Franca aveva 10 anni nel 1942Ai tempi di bisnonna Franca si festeggiava il Natale in modo diverso, il suo papà andava nel bosco a tagliare un alberello di ginepro e lo portava in casa per farlo decorare a lei e a sua sorella. Decoravano l’albero con caramelle, cioccolatini, mandarini e cotone per fare la neve. I cioccolatini e le caramelle, visto che erano poveri, li portava suo papà quando li vinceva andando a giocare a carte. Ogni tanto la sua nonna, che era già anziana, passava vicino all’albero e ne mangiava una. Il presepe non veniva allestito. L’unico regalo che veniva fatto a Natale era preparare l’albero, invece all’Epifania mettevano le calze vicino al camino e ci trovavano dentro poche caramelle e cioccolatini, tanto carbone nero e patate, cipolle e mandarini. In questo periodo si cucinavano cappelletti in brodo, come dolce la ciambella e veniva comprato un fiaschetto di vino solo nelle festività, per il padre. Le feste le passava con la sorella, il padre e i nonni, perché la sua mamma era morta; venivano anche a trovarli i cugini che abitavano lì vicino nel paese. A quei tempi, veniva tanta neve che a volte non riuscivano ad aprire la porta; la mia bisnonna si ricorda che venivano fatti dei sentieri per muoversi e, ai lati, la neve era più alta delle persone. Insieme alla sorella e ai cugini andavano a giocare nella neve e giocavano a palle di neve o usavano una corta scala come slitta per scivolare nei campi.

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Nonna Pia aveva 10 anni nel 1950. Le sue vacanze natalizie iniziavano il ventiquattro dicembre e finivano il sette gennaio, un po’come le mie. Il presepe era fatto con il muschio fresco, con la capanna con dentro Gesù Bambino, Maria e Giuseppe, poi il bue e l’asino. I monti si facevano con un pezzo di legno e del muschio, non l’aiutava nessuno a fare il presepe che era molto piccolo. L’albero si decorava con mandarini, castagne secce, e caramelle legate su un filo all’albero. Per pranzo il giorno di Natale si faceva il brodo con la gallina, si mangiavano i cappelletti, il cotechino con il purè poi i tortellini di castagna al forno. La Vigilia di Natale si beveva un goccio di liquore con un pezzo di spongata e alla sera si mangiava il risotto, frittelle di baccalà e la rapa rossa. Il cibo preferito di mia nonna era il cotechino. Arrivava solo la Befana, mettevi la calza sotto al camino e al mattino ci trovavi dentro le caramelle e qualche torroncino, a volte ci trovavi anche un po’ di carbone, di cipolla e qualche mandarino e arancia. Le feste mia nonna le passava con la famiglia e nessuno andava a trovarli. Il primo gennaio i bambini bussavano alle porte con un cestino e dicevano:- Buon dì, buon anno, datemene oggi che è il primo dell’anno. Le persone davano caramelle o torte e i bambini andavano a casa felici con i dolci. A quei tempi veniva tanta neve cosi si andava a fare il pupazzo di neve, gli mettevi il cappello, la sciarpa al collo e la pipa in bocca.

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Nonno Giuseppe aveva 10 anni nel 1956

Io:- Si può presentare?

Nonno:- Mi chiamo Giuseppe ho 74 anni e sono un nonno felice di uno splendido nipote di dieci anni che frequenta la quinta elementare.

Io:- In che anno avevi 10 anni?

Nonno :- Quando avevo 10 anni era il 1946 ed era 1 anno che era finita la guerra.

Io:- Esistevano le vacanze natalizie?

Io:- Preparavi il presepe? Lo allestitivi tu? Ti ricordi come era fatto e ti aiutava qualcuno?

Nonno:- Sì, lo preparavo! Andavo a cercare il muschio e qualche piccola pianticella, si faceva la capanna del Bambin Gesù con del legno e intorno si spargeva della farina sul muschio. Mi aiutavano la mamma e la nonna, mi ricordo ancora come era fatto il presepe: si spargeva su un tavolo il muschio dove ci si mettevano tutte le statuette con i Re Magi e la stella polare fatta con il cartone.

Io:- Cosa si cucinava a Natale?

Nonno:- Si facevano i cappelletti fatti con il brodo della gallina nostrana e il coniglio arrosto Io:- Ricevevi i regali di Natale? Chi te li portava Babbo Natale o la Befana?

Nonno:- Si qualcuno per Natale e altri anche per la Befana.

Io:- Con chi passavi le feste?

Nonno:- Le feste si passavano insieme a tutta la famiglia con i nonni e i parenti più stretti.

Io:- Veniva tanta neve? Uscivi a giocare con gli amici?

Nonno:- La neve veniva in novembre molto copiosa e rimaneva fino a marzo, il pomeriggio,

prima che arrivasse la sera, giocavamo sulla neve con tutti i compagni.

Io:- Grazie per il tempo che mi hai dedicato, è stato piacevole ascoltarti.

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Nonno Giuseppe aveva 10 anni nel 1957Nonno Giuseppe è nato a Vetto, più precisamente a Piagnolo. Trascorrevo le vacanze con i famigliari, passando del tempo con gli amici del paese. Facevo il presepe, anche se non era tanto appariscente. Era piccolo con poche statuine, l’essenziale. Lo allestiva con mia madre. Nella mia famiglia era molto più sentito l’allestimento dell’albero di Natale. Era un vero albero, ed era decorato all’inverosimile con dei cibi di stagione e dolciumi vari. A natale si cucinavano: cappelletti con brodo di cappone, bollito con salsa di prezzemolo e di verdure, cotechino, zuppa inglese, spongata e tortellini, tutto fatto dalla mamma. Il miei piatti preferiti erano capelletti e cotechino. Ricevevo qualche regalo, ma soprattutto per combattere il freddo, trascorrevo il natale con i miei famigliari, i cugini e gli zii. Arrivavano sia Babbo Natale sia la Befana, a volte con del bello e il più delle volte con del carbone. Le feste le passavo in famiglia, ci venivano a trovare degli zii da Milano. A quei tempi veniva tanta neve, a volte già dalla fine di novembre, giocavo con gli amici sciando, facendo a palle di neve e pupazzi

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Nonna Mirella aveva 10 anni nel 1958. 

Presentati, per favore.

Mi chiamo Mirella e vivo a Castelnovo ne’ Monti. Ai miei tempi le vacanze esistevano e io le trascorrevo in famiglia con gli amici. Il presepe lo preparavo insieme alla mia mamma. Cucinavamo cappelletti fatti dalla mamma, arrosto e il dolce. Il mio piatto preferito erano i cappelletti e i tanti dolci. I regali si facevano ma erano pochi. Io facevo la letterina e la mettevo sotto il piatto di mio padre. Mi facevano i regali la mamma e i fratelli, perché io sono l’ultima di sei fratelli. Babbo Natale e la Befana venivano, ma soprattutto la Befana. Trascorrevo le feste con i miei genitori e i fratelli. Non mi veniva a trovare nessuno. Veniva tantissima neve e a mezzanotte, io e tutta la famiglia andavamo a piedi fino alla chiesa con gli sparti neve davanti. Uscivo con gli amici e con altri bambini del paese. Facevamo a palle di neve, facevamo i pupazzi di neve e andavamo sulla neve con dei sacchi per scivolarci sopra.

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Nonna Liana aveva 10 anni nel 1959

Mia nonna è nata a Frassinoro, lei racconta che le vacanze esistevano, ma non si facevano molte cose e ci si annoiava un po'.

Io e la mia famiglia il presepe non lo allestivano perché a quel tempo non si faceva proprio.

Si faceva  l'albero con il ginepro, si decorava con arance secche ai piedi dell'albero  e pere secche e poche caramelle attaccate ai rami. A Natale non c'era una grande abbondanza di cibi...la vigilia la pastasciutta, il giorno dopo la gallina lessa, il coniglio e una torta semplice con pochi ingredienti. I regali non me li faceva nessuno e Babbo Natale non arrivava, si aspettava la Befana con qualche speranza, anche se arrivava poche volte. Durante le feste non arrivava quasi nessuno  tranne qualche cugina, se no venivano le persone del paese a giocare a carte Potevo andare  giocare con la neve e divertirmi, ma dove abitavo io non c'erano bambini, quindi andavo a giocare con mia sorella. È stato bello ricordare la mia infanzia.

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Nonna Afra aveva 10 anni nel 1962.

Le vacanze di Natale esistevano e io le trascorrevo a casa con la mia famiglia. Il presepe lo facevo io, con il muschio, le statuine; se avevo bisogno mi facevo aiutare dalla mia mamma. Facevo anche un bell’alberello dove attaccavo le caramelle e qualche mandarino. Per Natale si cucinavano i tortelli di zucca, i cappelletti, la carne e a volte le torte; io preferivo i cappelletti. Babbo Natale arrivava e mi portava molte cose utili. Passavo le feste con la mia famiglia e a volte con i miei cugini di Milano. Se la neve arrivava, si giocava a palle di neve o si faceva qualche pupazzo. Nonna Lisetta aveva 10 anni nel 1963. Le vacanze natalizie esistevano anche ai miei tempi. Di solito c’era la neve e c’era molto freddo quindi si trascorrevano buona parte in casa facendo la baby-sitter a mia sorella, aiutando la mamma e giocando a dama e con le carte con mio papà o con una mia vicina di casa. A volte andavo a giocare nella neve e sciavo con una grossa slitta costruita da mio padre. La vigilia di Natale, al pomeriggio, andavo a “Casa Nostra” dove il parroco don Zanni ci preparava per il presepe vivente che si faceva nel teatro parrocchiale il giorno di Natale al pomeriggio. Allestivo un piccolo presepe sotto l’albero con il muschio che avevo raccolto nei giorni precedenti, le statuette erano poche, avevo alcune casette di carta, qualche pecorella e non avevo le lucine. Di solito lo facevo con la mamma. Decoravo anche l’albero. Era un ginepro che il papà aveva tagliato nel bosco vicino e sistemato in un vaso con la terra. Negli anni precedenti, il mio albero, era addobbato con mandarini, caramelle, carte di quest’ ultime, torroncini, noci, batuffoli di cotone, candeline di cera pinzate sui rami, ma, dagli 8 anni circa in poi, mia zia aveva incominciato a comprarmi le palline di vetro colorato e a 10 anni avevo avuto le prime lucine. Nella mia famiglia, durante le feste natalizie, si cucinavano i cappelletti con il brodo di gallina e il manzo, il cotechino con il purè, i tortellini di castagna e la spongata. La spongata era tradizione mangiarla la vigilia di Natale e gli adulti la abbinavano alla “brusca”, cioè un bicchierino di sassolino o il liquore misto dolci che vendevano al negozio Capanni a Castelnovo ne’ Monti. Il mio piatto preferito erano sicuramente i cappelletti, ma mi piacevano tanto anche la spongata e i tortellini. Ricevevo regali a Natale. Di solito trovavo sotto l’albero i doni che portavano Babbo Natale e la Befana: erano semplici regali come oggetti di cioccolato, caramelle, mandarini, difficilmente giochi, magari una scatola di pastelli e qualche quaderno. Le feste le passavo con la mia famiglia, al pranzo di Natale partecipava anche la mia nonna, però, nei giorni precedenti e successivi al Natale, andavo a fare gli auguri agli zii o venivano loro da me e così si stava un po’ in compagnia. In genere c’era tanta neve, quindi al pomeriggio, quando c’era il sole, giocavo in cortile e a volte venivano due mie amiche e sciavamo con la slitta oppure con i sacchetti di carta della farina per le mucche. Io abitavo fuori dal paese, nello stesso luogo dove abito adesso e vicino a me c’erano poche case, quindi giocavo spesso da sola. Uno dei momenti in cui mi ritrovavo con un gruppetto di amici era nel tragitto a piedi da casa a scuola e soprattutto al ritorno ci fermavamo a fare qualche chiacchiera e ci tiravamo palle di neve.

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Nonna Fatima aveva 10 anni nel 1973

Ciao a tutti, conosco il Natale perché sono stata in Italia e ho visto il presepe, le decorazioni e l’albero di Natale, ma non lo festeggio. Mi piacciono tanto gli addobbi natalizi. Non cucino qualcosa di speciale durante la festa. I miei nipoti mi chiamano per mostrarmi i regali ricevuti. Nelle nostre feste la famiglia ci viene a trovare. Dove vivo io non nevica, abito ad Agadir, in Marocco. Mi piacerebbe tornare in Italia a Natale. Un saluto a tutti gli amici di mia nipote a alle sue maestre, auguro a tutti Buon Natale.

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Papà Davis aveva 10 anni nel 1985

Io:- Ti va di raccontare come passavi le vacanze natalizie? Esistevano?

Papà:- Passavo le vacanze natalizie nel mio paese a fare pupazzi di neve e a sciare.

Io:- Preparavi il presepe? Lo facevi tu?

Papà:- Lo facevo io sia a casa mia che in chiesa.

Io:- E l’albero com’era? Lo decoravi?

Papà:- Andavo con mio papà a prendere un vero pino e lo decoravo con i miei genitori, mettevo palline e fiocchi.

Io:- Cosa cucinavate? Qual era il tuo piatto preferito?

Papà:- Amavo i cappelletti che cucinava mia mamma e li mangiavo con la mia famiglia

Io:- Ricevevi regali? Chi te li faceva? Arrivava Babbo Natale?

Papà:- Si ricevevo regali e arrivava Babbo Natale.

Io:- Con chi passavi le feste? Ti veniva a trovare qualcuno?

Papà:- Passavo le feste con amici e famigliari, mi venivano a trovare i miei amici per giocare.

Io:- Veniva tanta neve? Uscivi a giocare con gli amici?

Papà:- Veniva tantissima neve e giocavo soprattutto con i miei amici.

Io:- Grazie del tempo che mi hai dedicato, è stato piacevole ed interessante.

Facciamo una foto natalizia insieme?

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Mamma Sabrina aveva 10 anni nel 1988

Le vacanze di Natale le passavo con la mia famiglia e i mie parenti e si giocava a tombola tutta la notte. Non preparavo il presepe, ma solo l’albero che decoravo con palline e angeli. A natale mangiavo pasta al forno, carne d’agnello e patate. Il mio piatto preferito erano e sono i buccellati. I regali li ricevevo, me li facevano mamma e papà. Passavo il Natale con tutta la mia famiglia, mi venivano a trovare gli zii, i cugini e il nonno. Con la neve da piccola non ho mai giocato, perché non è mai venuta, vivevo vicino al mare, in Sicilia. Durante le vacanze uscivo a giocare con i miei amici a pallavolo. 

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Mamma Fatima aveva 10 anni nel 1990

Noi non festeggiavano il Natale, ma facevano una festa simile a fine anno, precisamente il trenta o il trentuno di dicembre. Preparavano un dolce tipico chiamato chicha, non preparavano solo quello ma anche pasticcini di cocco, biscotti a forma di cuore con marmellata e cioccolato bianco e infine una torta al cioccolato. Da bambina non ho mai visto o giocato con la neve. La prima volta che l’ho vista ero in terza superiore, ero contenta, ma anche un po’ delusa pensavo cadesse come nei cartoni animati, cioè che i fiocchi fossero rotondi. Mi ricordo che ho fatto una gran fatica a descrivere alla professoressa la mia felicità perché non mi venivano le parole in italiano.

 

A Natale vorrei…

A Natale vorrei ricevere

una palla che, rimbalzando ovunque, avvisi dell’arrivo

di questo magico periodo,

un trenino per trasportare felicità e amore a tutte le

persone che ne hanno bisogno,

un aeroplano per distribuire sorrisi, dolciumi e

giocattoli a ogni bimbo nel mondo,

un flauto che con le sue note porti lavoro a tutte le

persone in difficoltà.

A Natale vorrei donare

un soffice maglione che possa riscaldare i cuori,

un morbido pupazzo che consoli chi è un po’ triste,

una bambola che regali abbracci ai nonni lontani da noi,

qualche moneta di cioccolato che dia speranza a chi è meno

fortunato,

un grande albero addobbato che illumini le case delle

persone sole.

Questo Natale vorrei

un ago affilato per far scoppiare le bolle che ci tengono

rinchiusi e ci allontanano.

Questo Natale vorrei tanto

che tutto tornasse normale e che Babbo Natale arrivasse

da me con tanti regali, senza mascherina e autocertificazione.

 

Natale è…

Natale è stare in famiglia,

addobbare l’albero,

aprire i nostri cuori e

regalare sorrisi.

Natale è un’occasione per stare insieme,

per preparare regali,

donare e

divertirsi.

Natale è essere amici leali,

giocare con la neve,

scrivere a Babbo Natale

e scartare regali.

Natale è cucinare cibi speciali,

fare nuove amicizie,

acquistare regali e

divertirsi insieme.

Natale è emozione,

creare legami,

accendere una luce nel nostro cuore,

ringraziare chi ti sta accanto.

Natale è preparare simpatici biscotti,

provare amore per gli altri e

aiutare le persone in difficoltà.

Natale è un caloroso abbraccio.

Natale è un giorno speciale.