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Malala Yousafzai We can lend a hand to the girls who couldn’t return to school after Covid-19. Speakeasy a cura di Elena Ferri e Arianna Merzi

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "Cattaneo Dall'Aglio" e Redacon tramite la rubrica "Speakeasy" curata direttamente dagli studenti, dell'anno scolastico 2020-2021.

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Elena Ferrie e Arianna Merzi

Malala Yousafzai is a 23 years old Pakistani activist who fights for women rights in muslim countries, especially for their education. This is the reason why she won the Nobel Prize in 2014, two years after being shot by Talibans because they didn’t want her and any other girls to have access to education. She has recently written an article on The Guardian about one of the issues that the pandemic has made worse: the education emergency. This emergency will influence generations and generations of children, so we have the duty to raise awareness about it. 

Throughout the pandemic many countries have closed schools, because they were frightened by the high numbers of infections, as they are doing again now. Poor countries, more than others, have suffered from this condition, and for students who live there, especially for girls, the consequences will last far longer than the pandemic.

In this article Malala highlights the fact that girls and women have more barriers to going back to school, due to problems that have existed for many years in poor countries, such as strong poverty, household responsibilities, child labour, premature marriages and  teenage pregnancies.

The Malala Fund believes that millions of girls will not be able to return to school after the virus will have subsided. At this rate, the most affected countries, the poorest ones, would probably have serious problems in keeping school services efficient, and in protecting students, teachers and schools from the virus. 

Malala with her Nobel Prize in 2014

Distance learning was adopted throughout the pandemic, but more than 450 million students were still excluded from education. Not to mention the rising costs of global education caused by Covid-19, which amount to £200bn per year.

Despite all this, Covid-19 has only highlighted problems which were already present. In fact, before the pandemic, many girls didn’t go to school, and those who did had minimal school goals. The UN General Assembly has to choose between a return to “normal” or a reset of the system for progress. And the answer for education seems to be clear.

Returning to normal would imply going back to the same school systems with the same shortcomings. In fact, leaders have always preferred economic profit rather than a significant improvement in education, especially for girls, which could itself lead to a great economic progress. This fact has increased violence and exploitation of girls instead of educating children to the values of equality and to a raised awareness of their actions, also towards the environment, which is facing an enormous crysis,too.

Women learning in a Pakistani school

Leaders at the UN General Assembly should at least financially support education, concentrating aid budgets in reforming schools systems. For instance, they should postpone the payment of external government for low-income nations or even cancel these debts to focus on education and to face the pandemic emergency. Moreover, they could reform the global tax policy in order to reduce inflation in poor countries, so that they could invest in renovating the school system and allow girls to have access to education and then have the opportunity to make a career out of their studies.

Girls going back to school after covid 19

Malala herself has struggled a lot to achieve her educational goals, and wants to sensitize people in order not to put other girls in the same condition as she found herself in. So both we, as girls who are working to achieve as good an education as possible, and Malala, as an activist for girls' education rights, hope that the world’s leaders will choose the right thing to bring progress in the system and to give girls and poor children the same rights as everyone else.

(Elena Ferri and Arianna Merzi, Classe 5^Q, Liceo Linguistico Dall'Aglio)

https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/sep/14/covid-19-global-education-crisis-girls-impacted

 

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Malala Yousafzai

Possiamo dare una mano alle ragazze che non hanno potuto tornare a scuola dopo il Covid-19

Malala Yousafzai è un’attivista pakistana di 23 anni, che combatte per i diritti delle donne nei paesi musulmani, in particolare per la loro istruzione, ragione per cui ha vinto il Premio Nobel nel 2014, due anni dopo che dei talebani le spararono, perché non volevano che lei o qualsiasi altra ragazza avessero accesso all’istruzione. Malala ha recentemente scritto un articolo sul Guardian, parlando di uno dei problemi che la pandemia ha peggiorato: l’emergenza dell'istruzione. Questa emergenza influenzerà generazioni e generazioni di bambini, quindi abbiamo il dovere di sensibilizzare il pubblico su questo tema.

Durante la pandemia molti paesi hanno chiuso le scuole, perché erano spaventati dall’alto numero di contagi, come sta accadendo di nuovo ora. I paesi poveri, più degli altri, hanno sofferto questa condizione, e per gli studenti che ci vivono, soprattutto per le ragazze, le conseguenze dureranno molto più a lungo della pandemia.

In questo articolo Malala sottolinea come le ragazze e le donne siano più ostacolate nel tornare a scuola, a causa di problemi che esistono da  molti anni nei paesi poveri, come i problemi economici, le responsabilità familiari, il lavoro minorile, i matrimoni prematuri e le gravidanze adolescenziali. 

IL Malala Fund crede che milioni di ragazze non potranno tornare a scuola dopo il virus. Di questo passo, i paesi più colpiti, i più poveri, avrebbero probabilmente seri problemi nel mantenere efficienti i servizi scolastici e nel proteggere studenti, insegnanti e scuole dal virus.

Durante la pandemia è stato adottato l’apprendimento a distanza, ma più di 450 milioni di studenti erano ancora esclusi dall’istruzione. Per non parlare dell’aumento dei costi dell’educazione globale causati dal Covid-19, che ammontano a 200 miliardi di sterline all’anno.

Nonostante tutto ciò, il Covid-19 ha solo evidenziato dei problemi già presenti. Infatti, prima della pandemia, molte ragazze non andavano a scuola e quelle che lo facevano avevano obiettivi scolastici minimi. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite deve scegliere tra un ritorno alla “normalità” o un ripristino del sistema per il progresso. E la risposta sembra essere chiara per l’istruzione.

Tornare alla normalità implicherebbe tornare agli stessi sistemi scolastici con le stesse problematiche. Infatti, i leaders mondiali hanno sempre preferito un profitto economico piuttosto che un significativo miglioramento dell’istruzione, soprattutto delle ragazze, che potrebbe invece a sua volta portare una grande ricompensa economica. Questo fatto ha aumentato lo sfruttamento delle donne, invece di educare i bambini ai valori di uguaglianza e di consapevolezza delle proprie azioni, anche nei confronti dell’ambiente, che sta a sua volta affrontando un’enorme crisi al giorno d’oggi.

I leaders all’assemblea generale dell’ONU  dovrebbero almeno dare un supporto finanziario, concentrando il bilancio degli aiuti in una riforma del sistema scolastico. Per esempio, dovrebbero posticipare il pagamento dei governi esterni per le nazioni con basso reddito o addirittura cancellare questi debiti per concentrarsi sull’istruzione e affrontare l’emergenza della pandemia. Inoltre, potrebbero riformare la politica delle tasse globali, in modo da ridurre l’inflazione nei paesi poveri, così che questi possano investire per il rinnovamento del sistema scolastico e permettere alle ragazze di studiare e avere successo in una carriera lavorativa. 

Malala stessa ha faticato molto per raggiungere i suoi obiettivi scolastici e vuole sensibilizzare tutti, in modo da non mettere altre ragazze nella condizione che lei stessa ha vissuto. Quindi sia noi, come ragazze che stanno lavorando per raggiungere il migliore livello di istruzione possibile, sia Malala, come attivista per il diritto di istruzione per le ragazze, speriamo che i leaders mondiali scelgano la cosa giusta per portare progresso nel sistema scolastico e per dare alle ragazze e ai bambini poveri gli stessi diritti di tutti gli altri, anche dopo la crisi portata dalla pandemia. 

(Elena Ferri e Arianna Merzi 5ªQ)

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