I resti di un ittiosauro, un rettile preistorico marino vissuto 100 milioni di anni fa, sono stati ritrovati nei pressi di Neviano degli Arduini, un comune dell'Appennino parmense, situato di fronte a Vetto al di là dell'Enza.
L'eccezionale ritrovamento è avvenuto nell'ambito del progetto "Inter Amnes" dell'Università di Parma. "Inter Amnes" fa parte del più vasto programma S.F.E.R.A., finalizzato a studiare tutte le emergenze archeologiche delle valli di Enza, Parma e Baganza entro le linee di azione della Riserva MaB Unesco dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Il rinvenimento del fossile è stato possibile solo grazie alle segnalazioni della comunità, che avevano notato delle anomalie nel terreno durante l'aratura. Questo ha consentito agli archeologi l’intervento e il riconoscimento tempestivo di ben 10 grandi vertebre fossili, affiorate in un’area compresa nell’attuale Comune di Neviano degli Arduini.
I resti sono stati riconosciuti come quelli di un ittiosauro, animale marino preistorico appartenente ad un gruppo di rettili estinti dall’era mesozoica. Dalle prime analisi risulta che le 10 vertebre appartengano alla coda dell’animale, che misurava una lunghezza tra i 5 e i 7 metri. Inoltre, da un preliminare studio sulla geologia delle rocce che formano l’area del ritrovamento, si può assegnare ai resti un’età di circa 100 milioni di anni.
Gli ittiosauri erano rettili marini con un corpo affusolato ed idrodinamico, simile a quello dei delfini. Se si considera che essi abitarono i mari dal Triassico inferiore fino al Cretacico superiore, l’esemplare di Neviano pare corrispondere ad uno degli ultimi esponenti di questo tipo di rettili marini. Gli eccezionali rinvenimenti rappresentano il primo fossile di vertebrato marino del mesozoico scoperto nella provincia di Parma e tra i più importanti e completi dell’Italia del Nord.
Oltre a questi resti, unici nel loro genere, sulle sponde dell'Enza, nel confine Vettese poco sopra il ponte del Pomello, è possibile anche individuare alcuni tipi di altri fossili, solitamente rinchiusi entro una varietà di pietra di color gialllastro con tracce di stratificazione. Questi fossili, noti con il nome di fucoides, hanno l'aspetto di alghe o di erbe fittamente ramificate, non si tratta di vegetali ma delle tracce del passaggio di organismi marini limivori, ma anche vere proprie conchiglie.