Presentati questa mattina in conferenza stampa i beneficiari del Bando Montagna per le giovani coppie che vogliono comprare o ristrutturare casa in Appennino. Oltre 2.300 le domande pervenute alla Regione Emilia Romagna da parte di giovani residenti in montagna che vogliono uscire dal nucleo familiare, ma anche adesioni da chi abita in città e vuole spostarsi. "Purtroppo o per fortuna in questi mesi di pandemia c'è stata una riscoperta della montagna - afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini - ad attrarre è la possibilità di avere un distanziamento naturale e aria pulita".
Su 341 interventi al momento finanziati, 70 interessano i comuni montani della provincia di Reggio Emilia: 32 richieste di acquisto e 15 di ristrutturazione si suddividono tra i Comuni di Baiso, Carpineti, Casina, Castelnovo ne' Monti, Toano, Vetto e Villa Minozzo, con un picco di 18 interventi solo nel Comune di Ventasso. Il totale dei contributi a fondo perduto ammonta a quasi 2 milioni di euro a sostegno di giovani coppie o famiglie.
"Siamo riusciti ad intercettare un bisogno implicito dei territori montani - spiega l’assessore regionale alla Montagna e pianificazione territoriale, Barbara Lori. Il bando si è dimostrato una grande opportunità per contrastare lo spopolamento dell'Appennino e per intervenire sul patrimonio edilizio già esistente ai fini di una riqualificazione dei centri urbani. Non solo, il 93% dei richiedenti ha dichiarato di voler commissionare i lavori di ristrutturazione alle imprese locali. Un’iniezione significativa di risorse a beneficio dell’economia dei territori montani, grazie ai cantieri medio-piccoli che si apriranno per gli interventi necessari".
I primi 10 milioni di euro stanziati dalla Regione verranno erogati a fine gennaio, anche se si prevede un'ulteriore iniezione di fondi per il 2021. Altri 10 milioni per rispondere all'altra fetta cospicua delle tante domande arrivate.
In questa prima parte è stata infatti data la priorità ai progetti realizzati nei comuni montani più svantaggiati. Punteggi aggiuntivi venivano inoltre riconosciuti a quei nuclei familiari che trasferiscono la residenza da un comune non montano (in particolare se un componente del nucleo ha un lavoro in montagna), alle famiglie con figli conviventi e/o minori e alle famiglie già residenti, ma con attività lavorativa in altro comune montano.