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Italy: a country for the elderly. Speakeasy a cura di India Merolla e Chiara Palazzi

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "Cattaneo dall'Aglio" e Redacon tramite la rubrica "Speakeasy" curata direttamente dagli studenti, dell'anno scolastico 2020-2021.

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India Merolla e Chiara Palazzi

We constantly hear people discussing how to get young people involved in activities. There are always complaints about over-crowded buses, ruined schools and how little attention we, young people, get from political authorities. This phenomenon was evident even during this period of pandemic when schools were closed before other public activities, though the numbers of students infected at school was rather low. They only seem to be caring about us when we play the role of consumers. So, why don’t they worry about us? 

The main reason why we are so underestimated is that we collectively are a silent narrow crowd, we are just 16 % of the population. To authorities our needs are not priorities because we are a minority and consequently we are set aside. Italy has one of the oldest populations in the world and those who have significance to politicians are old people, the majority. However, why are old people the majority of the population?

The evidence is that fewer and fewer children are born in Italy, and although some people claim that this is due to economic problems, we cannot deny that, all things considered, there’s a general wellbeing. Moreover, the fact that underdeveloped countries have a very young population would debunk this statement. In fact studies have shown that this is more due to cultural reasons, so let’s analyse them:

Demographic decline (calo demografico)

Firstly, the society we’re growing up in is extremely self-centred, indeed our main goals in life are to find permanent employment and to be in a stable economic situation. Money and career are two ideals which have so influenced our mind since the day we were born that we have lost the mainvalue of the previous decades: our family.

Secondly, in a society which is always in a hurry, there's not even time to build a family. If in ourgrandparents’ society a child was depicted as an essential element in life, it is now seen as an obstacle, both economically speaking and in terms of a career: the idea of building a family (no matter how big or small) has become more  an economic burden due to a pessimistic vision of an uncertain future.

Births are decreasing (le nascite stanno diminuendo)

Thirdly, we have an extreme and counterproductive attachment to our parents: we try to delay our “transition” to adulthood as much as possible, always relying on our parents in case of any problems. As a result, we completely lose our autonomy and we’re more fragile and less prepared for the world outside.

However, despite the fact  that our country is affected by a worrying demographic decline we always tend to underestimate the threat: the data in Italy are much more worrying than in other countries. And to top all this, many young Italians leave the country to find better job opportunities abroad. So, as young people, we feel quite worried about our future and if you’re a middle-aged person who feels like criticizing us as “spoilt children”, please consider how much we, as a minority, will have to struggle in order for politics to become more concerned about what we need.

( India Merolla, Chiara Palazzi, Classe 4ª Q, liceo linguistico Cattaneo- Dall'Aglio)

 

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L’Italia è un paese per vecchi. Si sente continuamente parlare di come coinvolgere maggiormente i giovani nella vita sociale. Ci sono costanti lamentele riguardo ad autobus sovraffollati, a scuole rovinate, o riguardo al fatto che, a noi giovani, viene data poca attenzione. Questo fenomeno è stato reso evidente anche durante il momento della pandemia, quando le scuole sono state chiuse prima di altre attività pubbliche  nonostante il numero di studenti contagiati a scuola fosse piuttosto basso. Sembra che si interessino a noi solamente quando giochiamo il ruolo di consumatori.

La ragione principale per la quale veniamo sottovalutati così tanto è che siamo una folla silenziosa e striminzita che costituisce, di fatto, solo il 16% della popolazione. Per le autorità, data la nostra minoranza,  i nostri bisogni non vengono visti come priorità e, pertanto, veniamo messi da parte. L’Italia ha una delle popolazioni più vecchie del mondo e quelli che hanno importanza per le
autorità sono le persone più anziane (coloro che costituiscono la maggioranza). Ad ogni modo, come mai gli anziani costituiscono la maggioranza della popolazione?

L’evidenza è che non facciamo abbastanza figli e, nonostante alcuni sostengano che ciò sia dovuto a problemi economici, non si può negare che tutto considerato ci sia una situazione generale di benessere.  Inoltre, il fatto che i paesi sottosviluppati abbiano una popolazione molto giovane, metterebbe in dubbio questa affermazione. Infatti degli studi hanno mostrato che questa situazione è dovuta a ragioni culturali, perciò analizziamole.

La società nella quale viviamo è estremamente individualista, di fatto i nostri obbiettivi principali nella vita richiamano al trovarsi in una situazione economica stabile e trovare un posto di lavoro fisso. Soldi e carriera sono due ideali che ci hanno talmente influenzato dal giorno in cui siamo nati che abbiamo progressivamente perso il valore principale dei decenni precedenti: la famiglia.

In una società sempre di fretta, infatti, non c’è nemmeno tempo di costruirsene una. Se ai tempi dei nostri nonni  un bambino era visto come un elemento essenziale per vivere felici, al giorno d’oggi è visto più come un ostacolo (sia parlando di carriera, sia in termini economici): l’idea del costruirsi una famiglia, per quanto piccola o grande che sia, è percepita più come un “fardello economico”, dovuta alla visione pessimistica che abbiamo di un futuro incerto.

È ormai risaputo che il nostro paese è affetto da un preoccupante declino demografico, ma tendiamo sempre a sottovalutare la minaccia: i dati in Italia sono molto più preoccupanti che in qualsiasi altro paese, ma a cosa è dovuto?

Prima di tutto, potrebbe dipendere dall'eccessivo e controproducente attaccamento nei confronti dei nostri genitori: cerchiamo di allontanare il passaggio all'età adulta il più che possiamo, affidandoci sempre ai nostri genitori anche in caso del più insignificante problema. Come risultato, perdiamo completamente la nostra autonomia e appariamo più fragili e meno preparati  al mondo fuori dalle nostre quattro mura domestiche. Potrebbe anche dipendere dal fatto che in un paese nel quale i minori costituiscono solo il 16% della popolazione, vi è anche una forte mancanza di opportunità di lavoro: è infatti comune tra i giovani lasciare l’Italia in cerca di migliori opportunità all'estero.

Pertanto, come giovani, siamo estremamente preoccupati per il nostro futuro e chiediamo, se sei un adulto che sente il bisogno di criticarci e chiamarci “bambini viziati”, di pensare prima a quanto dovremo lottare noi, come minoranza, per rendere la politica più interessata alle nostre necessità.

( India Merolla, Chiara Palazzi, Classe 4ªQ, liceo linguistico Cattaneo-Dall'Aglio)

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