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Si è spento il “vero” Babbo Natale, Giuseppe Lugari

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E’ un annuncio funebre diverso, quello pubblicato stamane dalla nostra testata stamane. “Ci ha lasciato Giuseppe Lugari (Babbo Natale)”.

Sì, perché ieri si è spento colui che, in tutto l’Appennino e non solo, era conosciuto come Babbo Natale, il celebre personaggio natalizio che piaceva a tutti i bambini e ai quali non disdegnava di fare sentire e tirare la sua barba, vera.

Incredibile la somiglianza di Giuseppe con Babbo Natale, così ogni anno si vestiva di tutto punto per andare per ospedali a trovare grandi e piccini in ospedale, per le strade, in case di riposo, negozi, scuole e anche in municipio.

Ha combattuto con fede contro la malattia. Alpino, clarinista e sassofonista storico della banda musicale di Cavola, attivo nella pro loco del paese Giuseppe era ed è una di quelle persone che tutti conoscevano e stimavano. Attorno agli anni Settanta aveva cominciato musica con l’orchestra, si andava in giro a suonare ai matrimoni, con gli amici di Morsiano. Fu campione italiano a squadre della ruzzola.

Aveva intrapreso la figura di Babbo Natale oltre 27 anni fa, così come aveva ricostruito in una bella intervista rilasciata alla nostra testata nel 2018.

“erano i tempi in cui andavo in giro col gruppo della Befana – spiegò in quella intervista -. Fu Tonino Comi, l’allora sindaco di Carpineti e presidente dell’istituto don Cavalletti di Poiago, che mi ha disse ‘Perché non vieni a fare Babbo Natale qui, quando facciamo la festa dei bimbi alla parrocchia?’. Ho detto ‘Perché no, lo facciamo!’. Da lì ho cominciato, ogni anno mi chiamano negli asili, nelle scuole della zona, ma anche nel modenese, tra Prignano e Montefiorino, o alle feste natalizie dei paesi. Poi una volta il mio collega Erio, lavoravamo in Telecom, mi disse ‘Vieni giù al Policlinico a Modena, andiamo a trovare i bimbi che purtroppo sono ammalati e devono fare la chemioterapia’. ‘Va bene’ ho detto, ‘son disponibile’”.

Una scelta che, per chi lo conosce, sa non affatto scontata “Devo dire che – spiegò a Redacon - non è stato facile, perché io son molto emotivo e quelle cose già mi avevano segnato, per via della malattia di mia madre. Ma così ho cominciato anche lì e ci tengo davvero tanto, ormai sono una ventina d’anni, anche quest’anno ci sono andato. Poi m’han fatto andare anche alla Maserati, avevano organizzato un incontro per i lavoratori coi loro bambini. Ho fatto un giro col pilota, che ho anche tribolato a salirci sopra alla Maserati, perché bisogna sedersi quasi in terra, e gira e gira, quando sono sceso mi son detto ‘Bello, ma belle le mie renne!’”.

Rimase stupito dalle richieste di alcuni bambini: “mi chiedessero di risolvere qualche loro situazione problematica, che li impensieriva; sono rimasto colpito, i bambini sono molto profondi, e io cerco di dar loro qualche consiglio. Mi dicono i regali che vogliono, che io poi non li conosco mica tutti perché son cose moderne, ma io a loro raccomando sempre: ‘Dovete fare i bravi non solo fino a Natale, ma anche dopo, che voi bambini siete tutti bravi e buoni, non ce n’è mica uno cattivo; ce n’è qualcheduno un po’ più vivace, ma i bimbi son tutti buoni’”.

Oltre alla particolare somiglianza con Babbo Natale, c’era poi il simpatico aneddoto della barba: “I bambini provano a tirarmi la barba e vedono che è vera, mi capitano pure degli episodi particolari. Una volta per esempio, al parcheggio del Policlinico, ero appena sceso dalla macchina, vestito normalmente, in borghese; un bambino, vedendomi, tira per la giacca il papà e gli dice ‘Ma papà! Ma quello è Babbo Natale vero!’. In estate, al mare, mi capita soprattutto coi bimbi più piccolini, anche se ho addosso solo il costume da bagno, li sento che dicono ‘C’è Babbo Natale!’. Ma anche i grandi mi riconoscono. Un giorno per esempio, ero a far benzina a Castelnovo, sempre vestito normale, una signora ferma la macchina, scende e mi dice ‘Ma te sei Babbo Natale! Posso fare una foto con te, che faccio vedere ai miei nipoti che ho incontrato Babbo Natale?’”

Una barba che funzionava anche per il suo ruolo di Alpino “Dopo la Befana accorcio un po’ la barba, ma mica troppo perché dopo c’è la festa degli Alpini, e un alpino col cappello e una barba così è il suo, sai te quante fotografie mi fanno?”

Lascia la moglie Loredana, i figli Alessandro e Simona, il genero Federico, la nuora Isabella, il fratello Carlo, la sorella Elisa, i cognati e le cognate, i nipoti Samuele Lorenzo e Davide. I funerali avranno luogo martedì 10 novembre  alle ore 10 presso il Cavolaforum di Cavola, ove sarà celebrata la S. Messa, indi si proseguirà per la cremazione.

La camera ardente del caro Giuseppe sarà allestita presso l'Ospedale di Castelnovo ne' Monti. Lunedì 9 c.m. alle ore 11 sarà trasferito presso il Cavolaforum. Il S.Rosario sarà recitato lunedì 9 c.m. alle ore 20 presso il Cavolaforum.

 

Una delle tante belle foto di Giuseppe Babbo Natale Lugari, qui con il coro di Cerredolo Voice.

“Una cosa che mi è rimasta molto impressa – concluse nella sua intervista a Redacon – fu quando andai a trovare un bimbo ammalato che voleva vedere Babbo Natale. Alloggiava nella struttura vicina al Policlinico, La Casa di Fausta, dove ci sono degli appartamentini per le famiglie dei bambini in cura. La mamma aveva lasciato andare lui ad aprirmi la porta, uno stupore... Una cosa che ti prende proprio lì e che non mi scorderò mai. Poi la gente mi dice che sì, ce ne sono tanti che si vestono da Babbo Natale, con la barba, ma che io ho la faccia da buono! E quando i bimbi mi chiedono se mia moglie è la Befana, io dico di sì e loro: ‘Ma potevi prenderla anche più bella!’

Sui social, intanto, un vastissimo cordoglio dove, ognuno, posta frasi di affetto e la sua foto con Giuseppe Babbo Natale Lugari.

8 COMMENTS

  1. Carissimo Giuseppe, la notizia della tua salita al cielo, mi ha rattristato , sono vicino con l’affetto e la preghiera ai tuoi cari. Il Paradiso è stato arricchito dalla tua simpatica e serafica presenza; la terra ha perso un uomo generoso , lele e allegro. Ti ho conosciuto quarantaquattro anni fa quando con la banda di Cavola a Cerreto Alpi al mattino accompagnavate i canti della processione della festa dell’8 settembre, e dopo un buon pranzo restavate in pochi ma istancabili concertisti a rallegrare fino a sera tutto il paese. La gola a forza disoffiare un po nel clarino e un po nel saczofono si seccava e tutti erano pronti a ristorarla con dell’ottimo toscano. Come posso dimenticare la tua disponibilità per la festa di natale della scuola materna parrocchiale, arrivavi sempre puntuale con un grosso sacco di dolciumi e creavi un’ attmosfera di serenità gioia e stupore non solo nei piccoli ma anche negli adulti.Grazie Giuseppe, continua dall’alto a farci sentire sereni e fiduciosi e a natale ti aspettiamo vestito della luce eterna di Dio nel quale ai sempre creduto e sperato. Unisciti al coro degli angeli e fa loro imparare i pezzi allegri che ripetevi senza sosta per la gioia di chi ti ascoltava. Un arrivederci in Dio. con Affetto Don Guiscardo.

    don Guiscardo

    • Firma - don Guiscardo
  2. Sentite condoglianze alla Famiglia per il ritorno al Padre del caro Giuseppe,di cui serbo un caro ricordo delle feste d Estate a Sologno, per il Suo impegno negli Ospedali c’è nelle Case Protette e per la Sua grande cordialità e glovialita!
    Valterino Malagoli.

    Valterino Malagoli

    • Firma - Valterino Malagoli
  3. Ho conosciuto Giuseppe al tempo de “I folk della montagna”, un’orchestra della nostra terra dove lui suonava e dava completezza a una formazione di suonatori brillanti, simpatici, affabili, alla buona.
    Clarinetto in Do e saxofono contralto i suoi strumenti prediletti, quelli classici della musica emiliano-romagnola che tutti conoscono, del “Battagliero” e di “Non c’è pace tra gli ulivi”, della “Mazurka di Migliavacca” e della polka “Alla fiora”.
    “Musica allegra che fa buon sangue” come dicevano i cultori del liscio, che negl’anni Settanta e Ottanta spopolava in tutto il Nord Italia facendo divertire e incontrare ballerine e ballerini di ogni età, tramandando uno stile particolarissimo di orchestrare vecchie e nuove melodie. Valzer, mazurke e polche, brani eseguiti secondo una tradizione che richiama alla memoria ancora oggi il paradigma della balera: un luogo esclusivo, caratteristico, in cui le differenze e i profumi si mescolano e diventano un “unicum” fino a notte fonda. Un ambiente nel quale Giuseppe si è esibito tantissime volte e fatto divertire altrettante persone di ogni età.
    La musica de “I folk” e di Giuseppe incontrava i gusti popolari della gente che attendeva il sabato sera per ritrovarsi. Le balere della “sua” Cavola, affollatissime soprattutto nel periodo invernale, erano tra le più “gettonte” da un pubblico che lì si dava appuntamento per trascorrere un sabato di genuina autenticità montanara.
    Si faceva presto a diventare amici di Giuseppe. Schietto, diretto e soprattutto buono. Era fatto così. Persona umile e disponibile sempre, normale. Belle doti comunicate attraverso la sua grandissima passione: la musica. Che è quella “cosa” che sa toccare le corde più profonde del cuore, offre emozioni e cambia lo stato d’animo delle persone.
    Qualche anno fa, a Quara di Toano, ho avuto il piacere di partecipare a una serata dedicata ai “suonatori montanari”. Un momento di festa bellissimo, organizzato dal compianto Omar Paolini dove tutti si è suonato insieme. Forse è stata l’unica volta: quella che attraverso le note dei suoi strumenti Giuseppe mi ha trasmesso il senso di un’amicizia straordinaria della quale desidero dargli ringraziamento ancora adesso, in questa tristissima circostanza in cui avverto grande amarezza per la perdita di una persona amica e perbene.
    Caro Giuseppe, indossare i panni dell’alpino e quelli della banda musicale di Cavola ti è stato certamente facile. Ma soprattutto non ti è stato difficile vestire l’abito di babbo Natale con cui avevi, tra l’altro, una ineguagliabile ed elegante somiglianza fisica. Con l’uomo più buono del mondo atteso una volta all’anno per portare gioia ai bambini e conforto alla solitudine hai avuto in comune tutte le qualità che ti hanno portato ad essere tutti i giorni un babbo Natale a cui, per questo, esprimere sincera gratitudine.
    Ciao, amico Giuseppe.
    Condoglianze alla famiglia.
    Roberto Lugli

    Roberto Lugli

    • Firma - Roberto Lugli
  4. Le insegnanti, i bambini e le famiglie che hanno fatto e che tutt’ora fanno parte della scuola dell’infanzia “Il sorriso di Clara” di Cavola si stringono al dolore di tutto il paese per la perdita del caro Babbo Natale (Giuseppe Lugari) ricordandolo con grande affetto e riconoscenza per la gioia e la disponibilità sempre dimostrate nei loro confronti. Grazie Babbo Natale per aver aiutato i nostri bambini a credere nella magia del Natale…siamo certe che quest’anno, sui tetti di Cavola, la notte di Natale, si sentirà un tintinnio speciale…?❤️??

    Scuola dell’infanzia “Il sorriso di Clara” Cavola

    • Firma - Scuola dell'infanzia Il sorriso di Clara Cavola
  5. Ciao Luga,
    Ieri hai deciso di andare avanti… ed in un lampo mi è passata davanti agli occhi la nostra vita.
    Io abitavo a Cerre` Marabino, tu a Cavola, ma ci siamo conosciuti a Bologna, in via Corticella, per il corso S.I.P. L’assunzione in azienda ha dato il via alla nostra vita lavorativa ma soprattutto alla nostra amicizia. Era il 1 gennaio 1971.
    Ti ricordo nel pieno della nostra gioventù, quante avventure abbiamo vissuto, abbiamo percorso l’Appennino in lungo ed in largo, allora di neve ne veniva davvero tanta, ma non ci siamo mai scoraggiarti e non abbiamo mai mollato!
    Sono passati gli anni, abbiamo lavorato un giorno dopo l’altro, è arrivato il pensionamento, ma la voglia di stare insieme ci ha fatto ripartire. Quindi abbiamo tirato la ruzzola, la boccia di ferro, potato le vigne, giocato a biliardo, a scopone (mi mangiavi sempre il ‘7 bello’) ed a bocce ( lì mi hai ‘pettinato’ spesso ma eravamo a Cavola e giocavi in casa!).
    La straordinaria somiglianza e la tua bellezza d’animo ti hanno fatto diventare BABBO NATALE, hai dato gioia a grandi e piccini, hai strappato un sorriso a tutti, trasmettendo quella forza che proveniva dal tuo cuore.
    È stato bello averti nelle nostre vite, sono sicuro ci starai sempre accanto.
    C.C.

    Valentina Marazzi