Poco dopo la mezzanotte di oggi è arrivata la firma sul nuovo decreto anti-Covid del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale nelle prossime ore e avrà validità fino al 3 dicembre 2020.
Cos'è cambiato?
L'Italia verrà divisa tra zone rosse, arancioni (o gialle, il colore poco importa) e verdi in base all'andamento della pandemia, i focolai e i posti letto ospedalieri: solo nelle prossime 24h sapremo con certezza dove sarà collocata ogni Regione. Regola comune su tutto il territorio nazionale rimane l'obbligo della didattica a distanza per le scuole superiori e il coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo gli spostamenti per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute da comprovare con l'apposita autocertificazione.
Zone rosse
Nel mirino sembrano esserci Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta, Alto Adige e Calabria. A rischio anche la Campania. Per queste Regioni si prevede il lockdown: divieto di entrata e uscita e spostamenti interni al territorio se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. La didattica a distanza scatterà già dalla seconda media e resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. La ristorazione sarà consentita solo mediante la consegna a domicilio e la ristorazione con asporto - fino alle 22 - con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze.
Zone arancioni
Sicilia, Puglia, Liguria e probabilmente il Veneto rientreranno invece nella zona arancione: anche in questi territori saranno vietati gli spostamenti non necessari e saranno chiusi tutti i bar, ristoranti e gelaterie. La didattica rimane a distanza solo per le classi superiori.
Zone verdi
Il resto d'Italia sembra quindi rientrare nella zona verde che prevede regole meno rigide: chiudono anche i musei e i centri commerciali durante il weekend, viene limitata la capienza sui mezzi pubblici del 50% e rimane l'obbligo della didattica a distanza solo per le scuole superiori.
Non si parla del mondo universitario, probabilmente lasciato alla discrezione dei singoli atenei, mentre la novità è che parrucchieri ed estetisti rimarranno aperti anche nelle aree rosse.