Don Eusebio Costi fu per 26 anni parroco di Vetto. Domenica 1 novembre nella santa messa domenicale si sono ricordati i 20 anni dalla morte. In chiesa è stato esposto il suo ritratto, opera di Roberto Mercati, che tutt'ora si trova presso la Casa di Riposo Maria Spaggiari Boni, dove il sacerdote visse gli ultimi anni di vita, prima di spegnersi il 30 ottobre del 2000.
Era originario di Nigone di Ramiseto, ordinato sacerdote nel 1946, fu cappellano a Giandeto per un biennio e parroco di Pieve San Vincenzo, nell'alto Ramisetano, dal 1948 al 1967. Fu l’anno della sua discesa a Vetto di cui diventò parroco nel 1970, reggendo la parrocchia sino al 1996, quando nuovo parroco fu nominato don Gianni Manfredini.
In molti, ancora, ricordano questo sacerdote buono che era nato a Casalobbio di Ramiseto il 31 ottobre 1920, penultimo di 6 figli, aveva cinque sorelle. Nipote dell'allora parroco di Nigone don Giuseppe Acerbi, don Eusebio seguì gli studi nel seminario di Marola. Apparteneva ad una famiglia modesta, ma ricca di valori tramandati di generazione in generazione e di cui ancora oggi i nipoti sono orgogliosi eredi. Scoprì la vocazione sacerdotale a 14 anni mentre assisteva in preghiera la madre morente. Ordinato sacerdote nel 1944, quando ancora infuriava la guerra, due anni dopo don Eusebio venne inviato come curato a Fontanaluccia. Nel 1948 divenne arciprete a Pieve San Vincenzo di Ramiseto dove restò fino al 1967.
Celebre l’episodio delle lotte per le conquiste sociali: don Eusebio volle restare accanto alla gente della montagna con grande generosità. In occasione di una protesta degli operai che chiedevano strade per i paesi dell'alto ramisetano, don Eusebio non volle abbandonare i suoi parrocchiani e così venne portato dalla polizia su un camion in questura a Reggio con gli stessi scioperanti. Dopo un paio di giorni di carcere, grazie anche all'intervento del vescovo monsignor Beniamino Socche, tornarono tutti a casa. I suoi tre decenni a Vetto lo vede impegnato per la pastorale assieme all’asilo, all’oratorio e alla casa di riposo “Maria Spaggiari Boni” di cui fu prima presidente e poi direttore spirituale fino alla sua scomparsa.
Dai parrocchiani di Vetto riceviamo questa corrispondenza. (G. A.)
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A venti anni dalla sua morte, vogliamo ricordare colui che fu nostro parroco per oltre 30 anni: Don Eusebio Costi, del quale ricorre in questi giorni anche il centesimo anno della sua nascita.
E’ forte il desiderio, manifestato da molti, di voler ricordare colui che fece di questa parrocchia una comunità.
Uomo e religioso dal carattere forte, determinato, ma al tempo stesso caritatevole e buono, come i dettami della fede imporrebbero, era dotato di un forte, carismatico ascendente sui giovani, che lo hanno amato e seguito nella sua opera pastorale.
Molti adulti di oggi possono riconoscere nell’ educazione ricevuta l’impronta indelebile di Don Eusebio.
In un’epoca in cui il parroco era espressine forte di una comunità, lui era il nostro pastore.
Come accade quando muore un genitore, sentiamo ogni anno e sempre più la nostalgia, il desiderio di riabbracciarlo e di ricambiare l’amore che ci ha trasmesso e che, forse, in tanti momenti della sua vita non abbiamo saputo dimostrargli come avrebbe meritato.
Oggi ci piace ricordarlo come uomo dalla grande fede che ha saputo educare all’ amore soprattutto con l’esempio.
Rendiamo grazie al Signore per avercelo mandato e ringraziamo Don Eusebio per gli abbondanti doni che ci ha lasciato: spetta a noi coglierne i frutti.
(I parrocchiani di Vetto)