Uno dei rarissimi casi in cui maggioranza e opposizione votano assieme. Non siamo ai tempi di don Camillo e Peppone, ma ad unire, questa volta, è il rapporto città e montagna. Lo scorso 20 ottobre, infatti, il Consiglio comunale di Reggio Emilia città, ha approvato definitivamente la dichiarazione di adesione del Comune di Reggio Emilia alla candidatura di allargamento della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano, secondo quanto previsto dal programma Mab Unesco. Come noto, entro il 15 dicembre, la candidatura sarà infatti inviata all'Unesco dal Comitato Mab nazionale presso il ministero dell’Ambiente.
E, sempre come noto, solitamente quando l’opposizione non ha nulla in contrario alle scelte della maggioranza, solitamente si astiene. Stavolta, però, non è andata così.
Ne parliamo, allora, con due consiglieri comunali di opposizione di origini Minozzesi, Cinzia Rubertelli, e Villaminozzesi, Gianni Bertucci.
Cinzia Rubertelli, classe 1971, nata e cresciuta a Minozzo, ha frequentato il Liceo scientifico a Castelnovo Monti si è laureata a Parma in Economia e Commercio con una tesi "Lo sviluppo sostenibile nelle aree di parco: il caso del parco del Gigante dell'Appennino Tosco Emiliano". Sposata con Andrea Prati, vive a Reggio Emilia dal 1994 e ha una figlia Nicole, di 22 anni. “La mia casa – tiene a precisare - è e resterà a Minozzo dove fuggo appena riesco. Ritengo il nostro Appennino meraviglioso e una grande opportunità per l'intera nostra provincia”.
Perché ha deciso di votare per la partecipazione di alcune aeree del Comune di Reggio alla candidatura per l’allargamento della Riserva della Biosfera Appennino tosco emiliano?
“Perché è un grande valore aggiunto- risponde la capolista di Alleanza Civica -. Innanzitutto per la portata del progetto che vede l'area montana come indiscussa protagonista e le aree più urbanizzate come elemento di completamento di un sistema che, per poter esprimere la massima potenzialità, ha necessità di interagire con le aree più urbanizzate. Mab Unesco valorizza la vita nelle aree rurali. Politiche che possono cambiare l’orientamento dello svuotare la montagna che abbiamo conosciuto nei decenni passati”.
Cosa cambierà?
“Credo che Reggio capoluogo, soprattutto dopo il ridimensionamento delle province, abbia una responsabilità enorme nello sviluppo delle aeree meno urbanizzate ad alto valore storico, culturale e naturalistico, pertanto dall’inizio di questa candidatura ho chiesto alla giunta di iniziare un percorso concreto di valorizzazione dell'area montana. Dedicando i massimi sforzi nella progettazione di iniziative che possano intercettare risorse per infrastrutture e per la valorizzazione storico e ambientale dell'area ricompresa nel Mab Unesco”.
Nel mentre ci si è messa di mezzo la pandemia, ma la proposta di candidatura è proseguita…
“Certo. Anche l'ultima emergenza del Coronavirus ci sta insegnando che i grandi presidi nei capoluoghi sono un errore, mentre occorrono politiche che valorizzino i servizi di prossimità, le reti di connessione (per dare opportunità lavorative a chi vive in aree montane) e la rinascita di tanti borghi che sono stati ‘svuotati’ da politiche di delirante urbanizzazione e concentrazione di servizi essenziali. L’assessore Carlotta Bonvicini si è presa impegni ben precisi. Reggio ha bisogno della montagna, ma anche del suo modello che consente, ad esempio ad anziani in struttura, di essere a contatto con l’ambiente, ma anche dei bambini o degli ospedali a contatto con la natura.
Gianni Bertucci, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale, è un volto conosciuto: è nato al Sant’Anna di Castelnovo né Monti nel 1961 ed abitato a Sologno fino al 1975 ed è facile incontrarlo, dato che “qui mantengo stretti rapporti”. Anche lui tra coloro che si impegnarono per la chiusura della discarica di Poiatica.
Un curiosità: “Ho sostenuto dal primo giorno la candidatura Mab - Unesco con impegno. Ho promosso anche una raccolta firme a sostegno della stessa nel 2015 con quasi 1000 firme a favore. Per me la data del 8-6-2015 è stata un grande traguardo. E’ la data in cui a Parigi, un’area più estesa del Parco dell’Appennino tosco emiliano, è stata inserita nel circuito internazionale Mab – Unesco”.
Ora tocca a Reggio.
“Reggio, ma anche altri territorio anche di altre province. Mi auguro che anche l’allargamento votato a breve venga accolto dagli organi preposti”.
Una opposizione senza sconti la vostra, che stavolta ha votato con la maggioranza.
“Oltre a me anche il gruppo del M5S in Consiglio comunale ha votato a favore, principalmente perché l’unione fa la forza, in quanto il patto metro-montagna che si sta delineando servirà a dare forza all’Appennino. Nello specifico le persone, la maggior parte, abitano nelle città (purtroppo la conseguenza della alta concentrazione di persone crea traffico, inquinamento… ), essere inseriti in un circuito internazionale porterà ad un aumento di scambi. Alcuni esempi: la costruzione della Ciclabile matildica Mantova- Lucca, passerà per Reggio Emilia portando turismo di qualità in montagna. Reggio Children (polo di educazione a livello mondiale) porterà in Appennino sempre più bambini (come dimostra il progetto Le Onde, presso l’ex centrale idroelettrica a Ligonchio nel comune di Ventasso che con oltre 10000 presenze è un grosso volano per l’economia locale. Penso poi a Reggio Emilia con l’Università e il Tecnopolo, che è e sarà sempre di più una fucina di cervelli e del sapere, una volta formati i ragazzi e le ragazze con l’ampliamento della connettività digitale (banda larga) potranno lavorare dall’Appennino, evitando di aggiungere traffico all’esistente che è già a livelli insostenibili”.
Quindi nel futuro cosa vede?
“Credo che l’allargamento dell’ area Mab-Unesco porterà maggiori scambi tra città ed Appennino soprattutto di qualità (evitando il mordi e fuggi di oggi) e la speranza che la città rimetta l’uomo al centro dell’ambiente (possibilmente sostenibile) , cosa che oggi è un po’ trascurata. Il Covid-19 purtroppo ci ha insegnato che sfruttare troppo l’ambiente ha costi sanitari molto alti. In montagna e nelle zone rurali la malattia ha colpito meno: ritengo quindi che essere inseriti in un percorso di sostenibilità non potrà che portare benefici”.
Sì, Peppone e don Camillo,oggi si fondono e con_fondono sempre di più, l’uno nell’altro. Così che certi personaggi del PD ma strenui ” Papa Francescani” o addirittura simil_Abati e certi Preti, in una perfetta (?) sintesi, riescono a concentrare in un solo individuo, entrambi i personaggi…. Però, così, perdono essi stessi le loro identità e credibilità , generando anche confusione in più d’un osservatore…
Umberto
Da che ricordo, capitava che talvolta don Camillo e Peppone si “avvicinassero e comprendessero”, ma erano comunque le eccezioni, perché solitamente davano invece voce ed azione a fronti opposti, e a differenti modi di vedere le cose, mentre oggi la percentuale di accordi e disaccordi pare essersi invertita – al di là della fattispecie, ossia l’intesa per la Riserva di Biosfera – e sembra dunque vederla giusta Umberto nel parlare di fusione, ovvero “dei due divenuti uno”, nonché di “strenui Papa Francescani” (e del resto i più ferventi e continui richiami al Pontefice, e alle sue parole, paiono arrivare oggi dalle fila che un tempo sostenevano Peppone con altrettanto slancio).
P.B. 24.10.2020
P.B.