Un nuovo interessante articolo dal Bollettino dell'Unità pastorale di Felina Parrocchie di Felina Gatta Gombio Montecastagneto Villaberza. In esso l'affascinante storia del recupero della chiesa di Gombio e alcune emblematiche domande.
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Domenica 20 settembre la vecchia chiesa di Gombio si è riempita per il battesimo di Matilde. E’ stata una gioiosa manifestazione di fede che ha fatto pensare ai tempi passati quando la stessa chiesa era piena di gente tutte le domeniche con due messe e con il vespro al pomeriggio. E’ stato proprio al vespro della domenica 6 giugno 1937 che un fulmine si è scaricato sulla porta della chiesa causando la morte di 3 ragazzi e la distruzione del prezioso organo Traheri del 1708.
Quanta storia raccolgono le sue arcate, i suoi 5 altari, il suo battistero e il suo pavimento; quanta trasformazione nella sua lunga vita dal XIII secolo!
Ma torniamo ai nostri giorni, quando negli anni sessanta dello scorso secolo è stata dismessa e sostituita con una nuova costruzione di diverso stile, anzi di nessun stile, alla Villagrossa.
La motivazione è stata che la località della Chiesa storica era servita solo da una strada carraia, era lontana dal borgo più popolato e, se pioveva, la Lambretta del parroco restava impantanata.
Per questi motivi è stato convinto anche il Comune a spostare il cimitero.
Per l’abbandono di un trentennio e il decadimento delle strutture era giunta prossima al crollo, poiché il tetto aveva ceduto e sulle pareti sia della chiesa che del campanile si erano aperte profonde crepe accompagnate da larghi distacchi di intonaco che ne facevano intuire vicina la fine.
Ad aumentarne la precarietà collaborava la piccionaia del contadino adiacente che, attraverso i vetri rotti delle finestre, aveva invaso l’interno coprendo tutto con uno spesso strato di guano.
Negli anni novanta, l’arrivo di don Valter Aldini (1934 -1999) ha arrestato questo decadimento iniziando il recupero con una prima ripulitura fatta da volontari, per la celebrazione di un matrimonio.
Da notare che in quella occasione, tolto il guano, è riapparso l’antico pavimento a piastrelloni esagonali in cotto e la data 1729 incisa sopra ad una delle sette pietre tombali.
In questo caso l’abbandono è stato provvidenziale, perché l’antico pavimento, come in tante altre chiese, sarebbe stato eliminato e rifatto con materiale diverso, non escluse le piastrelle donate a molti parroci da alcuni ceramisti di Sassuolo.
La vera ristrutturazione, durata vari anni, ha comportato il rifacimento del tetto, degli intonaci e il nuovo tinteggio dell’interno. Contemporaneamente si è provveduto al restauro dei mobili, dei quadri e all’impianto di illuminazione arrivando così all’inaugurazione del 2003 con la celebrazione di cresime e comunioni alla presenza del vescovo Caprioli.
Da allora sono ricominciate le celebrazioni delle messe festive, dei matrimoni, dei battesimi e dei funerali alternando il suo uso con quella della Villagrossa nei mesi invernali.
La chiesa è visitata per la bella località in cui si trova e per l’ordine che la circonda ed è favorita dalla presenza delle attività turistiche e di ristorazione della zona. Nei mesi estivi, oltre che per la messa del sabato, è tenuta aperta al pomeriggio della domenica e nelle serate del martedì.
Anche i locali della vecchia canonica adattati per l’accoglienza, ospitano gruppi giovanili che ridanno vita a lei e a questo luogo un po’ “fuori mano”.
Questa è la chiesa parrocchiale del paese, però quando vengono a visitarla, molti chiedono: “Ma, il paese dov’è? Quanti sono gli abitanti di Gombio? Quanta gente viene a messa”?
Non è tutto oro quello che luccica come al battesimo di Matilde. La realtà è molto più opaca, perché a partire dal mese di ottobre non verranno più celebrate le messe domenicali né alla chiesa vecchia né in quella nuova proprio perché è facile dare risposta a quelle domande.
E’ vero che finora alle messe c’è sempre stato un certo numero di fedeli, ma è altrettanto vero che ultimamente la presenza più numerosa è stata quella di persone venute dai paesi vicini o dal rientro temporaneo nelle seconde case.
Nella tristezza viene spontanea una domanda: “Almeno per il periodo estivo si potrà riavere la messa prefestiva a Gombio”? La speranza è l’ultima a morire... ma è molto ammalata.
(Dino)