Home Cultura Ecco cosa accadde nell’ottobre del ’44 al Teatro Bismantova

Ecco cosa accadde nell’ottobre del ’44 al Teatro Bismantova

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Deportati dall'Appennino finirono nei tunnel di Kahala a costruire aerei per l'aviazione tedesca

Quest’anno ricorre il settantacinquesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. In particolare il 12, 13 e 14 aprile del 1945 l’esercito americano liberò i deportati e le deportate nei lager e nelle baracche della Reimahg, vicino a Kahla in Turingia. L‘8 maggio del 1945, seguì la resa incondizionata della Germania. Per celebrare e non dimenticare questo importante momento storico, che ha visto coinvolti anche numerosi abitanti dell’Appennino (nell’ottobre del ’44 circa 100 uomini rastrellati sul territorio furono rinchiusi nell’edificio che oggi ospita il Teatro Bismantova, e 80 furono avviati alla deportazione, diversi proprio verso la Turingia), l’Associazione Walpersberg di Kahla ha organizzato una mostra dal titolo “Storie della porta accanto: lavoro coatto, produzione bellica e crimini dello stabilimento Reimahg 1944-1945”, dedicata alla memoria delle lavoratrici e dei lavoratori coatti, di quelli uccisi e di quelli sopravvissuti. L’evento è stato reso possibile grazie alle associazioni tedesche che hanno portato la mostra tradotta a Castelnovo, con la collaborazione del Teatro Bismantova e del Comitato gemellaggi castelnovese, molto attivo nel promuovere rapporti con Kahla in vista di un possibile, prossimo gemellaggio. Afferma l’zssessore ai Gemellaggi e Progetti Europei, Lucia Manfredi: “In questi anni abbiamo coltivato un rapporto molto costante e proficuo con Kahla, fonte di amicizie e nuove conoscenze, attraverso scambi e visite reciproche. Ma l’unico modo che avevano i nostri concittadini per conoscere in modo diretto le condizioni in cui hanno vissuto nei campi di lavoro coatto i nostri concittadini deportati, era recarsi in Turingia, oltre che naturalmente potersi rivolgere agli studi condotti anche da Cleonice Pignedoli, autrice ad esempio (insieme a James Bragazzi per le fotografie) del libro “L’Appennino a Kahla”. Cleonice sarà anche coinvolta nel ruolo di guida per le scuole in questa nuova esposizione, che ci viene “donata” dagli amici di Kahla, e che rappresenta un modo diverso ma estremamente coinvolgente di entrare in contatto con ciò che videro tanti uomini dell’Appennino negli ultimi anni della guerra, alcuni senza fare più ritorno. Ringraziamo le Associazioni che hanno collaborato per avere da noi questa opportunità, e il Comitato Gemellaggi che si è molto impegnato in questo progetto”.

L’esposizione a Castelnovo sarà ospitata negli spazi del Teatro Bismantova, rivolta alle scuole e aperta anche alle visite della comunità, e l’inaugurazione è prevista il 9 ottobre, al mattino per gli studenti e alla sera, alle 21, aperta a tutti. Per l’occasione sarà presente una delegazione in arrivo da Kahla, composta da Claudia Nissen-Roth (Presidente dell'Associazione internazionale dei caduti alla Reimahg), Marcel Roth, Frank Sommer, Christin Matthes (membri dell’Associazione internazionale), Hans Gläßer (membro dell'Associazione di storia e ricerca Walpersberg), Markus Gleichmann (membro del Parlamento della Turingia) Franziska Lange (Presidente dell'Associazione di storia e ricerca Walpersberg).

La mostra consiste in una serie di pannelli illustrativi, foto del periodo bellico e video.

Le classi interessate possono prenotare la visita tramite e-mail a [email protected]nemonti.re.it, tenendo presente che il Teatro, nel rispetto delle norme anti-covid, potrà ospitare massimo 65 persone alla volta. Sarà obbligatorio indossare la mascherina.

Altre classi avranno la possibilità di visitare la mostra,  previa prenotazione, fino al 23 ottobre 2020, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13. Per tutti i cittadini la mostra sarà visitabile nei pomeriggi di sabato 10, 17 e 24 ottobre 2020, dalle ore 15 alle ore 19 (con visita a gruppi), tramite prenotazione obbligatoria su www.codazero.it.

 

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APPROFONDIMENTO

A poca distanza da Kahla, cittadina nella Turingia tedesca, nel periodo della seconda guerra mondiale si trovava il campo del Walpersberg, dove in una serie di cunicoli sotterranei lunghi chilometri venivano costruiti gli avanzatissimi caccia a reazione Messerschmitt 262. Qui i nazionalsocialisti comincia­rono a partire dall’aprile del 1944 la costruzione dell’impianto sotterraneo per la costruzione di aerei. Ben 1200 aerei del tipo “Me 262” dovevano ogni mese decollare dalla pista. Più di 15.000 uomini dovettero lavorare sulla e nella montagna; tra questi più di 13.000 come lavoratori coatti e prigionieri di guerra stranieri, costretti a lavorare in condizioni inumane, sotto la guida dell’incaricato generale per l’impiego di manodopera, Fritz Sauckel. Ufficialmente 1.000 di loro, ma probabilmente molti di più, persero la vita per colpa delle pessime condizioni, l’alimentazione insufficiente, il lavo­ro duro e faticoso e per il barbaro arbitrio delle guardie. I deportati di Castelnovo che vissero la terribile esperienza di questo campo e che non ne fecero ritorno furono Inello Bezzi, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Attilio Coli, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi. Sulla collina sede un tempo del campo, nel memoriale si trova una lapide in loro ricordo posizionata dall’Amministrazione comunale di Castelnovo già diversi anni fa. Ogni anno qui si danno appuntamento delegazioni ufficiali provenienti da numerose nazioni europee: Italia, Belgio, Russia, Francia, Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia.