Nella Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano sono cinque le prime piste riservate ai ciclisti, distinte o anche solo semplicemente segnate sul manto stradale: due candidate per il 2021, tre in corso di realizzazione. Saranno realizzate all’interno dei progetti del Parco nazionale dell’Appennino, in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia e diversi enti.
Una novità che caratterizzerà in modo nuovo i monti, forte anche della spinta propulsiva del successo e delle vendite delle nuove e-Bike, le bici con pedalata assistita elettrica. Non a caso, in passato, in tal senso per primi si sono mossi i comuni di pianura, dove è più facile pedalare anche senza e-Bike e dove è oggettivamente più semplice segnare i tracciati.
Il dettaglio delle opere: a Cerreto Laghi (Ventasso) è stata assegnata la progettazione all’architetto Francesco Lenzini per realizzare una ciclopedonale lunga 3 km dal passo al lago. L’intervento che sarà realizzato nell’ambito del Programma Parchi per il Clima, con un investimento di 400 mila euro stanziati dal Ministero per l’ambiente e la sostenibilità. Stesso fondo per la nuova ciclopedonale che collegherà Gatta con Pianello (Villa Minozzo), 6 km, presso le Fonti di Poiano. Già assegnata anche allo studio Progetti Ambientali Integrati di Felina la progettazione. L’intervento da 432 mila euro finanziato. Entrambi questi due interventi saranno concretamente avviati nel 2021.
Altra opera per la ciclabilità tra Sologno e Villa Minozzo, è stato candidato, per 200 mila euro nella annualità 2021 del Fondo Parchi per il clima.
Sono già in corso di esecuzione, invece, altri due progetti. Il primo è quello della Ciclopedonale matildica, che potrà essere percorsa anche in mountain Bike, oltre che dagli amanti del trekking, sull’asse Mantova Lucca. I lavori prevedono interventi puntuali, per 500 mila euro di interventi finanziati dal Por Fesr Emilia Romagna (oltre che dal Parco nazionale - per la tratta di Villa Minozzo - e dai Comuni di Casina, Carpineti, Toano) sui 40 chilometri tra Canossa e San Pellegrino in Alpe e la posa di una segnaletica speciale con cippi di arenaria.
Il secondo (sempre parte del progetto presentato dal Parco sul Por-Fesr Emilia Romagna per 288.740 mila euro, con cofinanziamento del Comune di Castelnovo Monti), sta vedendo la realizzazione della ciclopedonale dell’anello della Pietra di Bismantova, che mira a mettere in valore e in sicurezza la ciclabilità di questo splendido percorso di 16 km nei tratti di comunale e provinciale più rischiosi, tra Carnola e Cimitero di Castelnovo. Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale svolge la direzione lavori.
“Sono interventi che abbiamo previsto in zone ad alta frequentazione turistica – spiega Fausto Giovanelli - in un momento particolare dove c’è una riscoperta dell’Appennino, certo anche dettata dalle limitazioni per la pandemia, ma dove era necessario pensare anche a chi ama pedalare, magari con famiglia, oltre gli appassionati ciclisti dei giorni festivi. La bici sta diventando mezzo ordinario di mobilità e strumento per il tempo libero e il benessere. Quelle a pedalata assistita sono quasi una rivoluzione; sono una scoperta per molti e consentono un uso facile anche in montagna che diventa così accessibile, senza sforzo e per tutti”.
Per avviare questo percorso il Parco sta stringendo intese con Provincia e Comuni per quella che il presidente definisce “una progettazione necessariamente condivisa, così come già avviene ormai da anni in pianura”.
“Anche da noi si inizia a parlare di bikeconomy. Ricordo che nel 2019 sono state vendute più bici di auto – prosegue Giovanelli – e l’Appennino rischiava di arrivare tardi. Questi sono i primi interventi, altri ne seguiranno in una zona, la nostra, che è certamente più emozionante delle pianure di pioppi e canali, ma che è ancora povera di spazi di tutela, separati o solo segnati lungo la carreggiata – dedicati ai ciclisti”.
Ci potrà essere competizione tra auto e strade?
“C’è sempre stata, il caso eclatante di Carpineti dello scorso anno – la videonotizia di Cipollino che scagliò oltre una siepe la bici di un esagitato ciclista e che fece il giro del mondo lo dimostra. E nella realtà, pedalare su strade trafficate è ormai pericoloso. L’Appennino non può mancare di attenzione a queste modalità di accesso e frequentazione. Essendo leggera consente un’esplorazione più lenta e profonda del territorio. Avere piste ciclabili è ormai un fiore all’occhiello per i centri turistici così come per le città. Se penso per esempio a quanto è vicino Gatta alle piste realizzate a Castellarano, immagino che da Sassuolo si possa disporre di un accesso morbido per salire sino a Castelnovo o al Pianello o al crinale. Con questi progetti il Parco vuol dare un segnale e indicare una prospettiva. Anche il decreto rilancio e il decreto semplificazioni dettano norme di incentivazione in questo campo. L’Appennino ha sue opportunità, vogliamo stare al passo”.
Bene mettere in sicurezza l’anello della Pietra ma una volta iniziati i lavori andrebbero conclusi. Oggi, con alcune tratte con asfalto asportato e la strada piena di sassi a causa degli sbancamenti laterali, è più pericoloso di prima.
Stefano