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Sorpresa: foto di classe, con grembiule e fiocco, con maestra Monalda, di 95 anni

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Monalda Piccini nasce a Ligonchio nel 1925 da famiglia fiorentina, il padre Alfredo Piccini si era trasferito con la moglie a Ligonchio nel 1921 con l'inizio dei lavori delle centrali idroelettriche Edison-Volta, frequenta le scuole superiori in collegio a Livorno e a soli 18 anni, giovane maestrina, inizia la sua lunga carriera di insegnante nella scuola elementare di Ligonchio, durante la quale avrà modo di insegnare a molte classi di ligonchiesi.
La maestra Monalda è stata testimone di un passato genuino di sincerità e solidarietà di un Paese vivo e operoso che sapeva tanto di famiglia.
Domenica 13 settembre 2020 i suoi alunni nati nel 1958: Bacci Sandra, Barbantini Gianni, Barbantini Roberto, Bonvicini Cristina, Casali Silvio, Chiesi Elido, Paoli Laura, Scaruffi William e Tini Fausto, le hanno fatto visita per salutarla e ringraziarla della professionalità e dell'affetto con cui sono stati seguiti nel periodo educativo della scuola elementare e per posare con lei nella tradizionale foto di classe .
I "bambini" del '58 si sono presentati alla loro maestra vestiti di tutto punto, come richiede un'occasione speciale, con tanto di grembiulino nero, colletto bianco e fiocchi rosa e azzurri.
Dopo la singole presentazioni di rito, la classe 5^ dell'anno scolastico '68/'69 si è schierata per la foto ricordo e nel momento della lettura dell"immancabile ppesia dedicata alla mostra cara maestra è comparsa un po' di commozione da parte di tutti noi e la signora Monalda con parole semplici più da mamma che da insegnante ci ha detto:' Adesso mi fate piangere."
Nella sua memoria sono rimasti tantissimi ricordi e aneddoti e ne ha voluto raccontare uno in particolare, riferito ad un alunno particolarmente vivace. La Maestra intendeva riprendere lo scolaro per il poco impegno dedicato al compito a casa e alla domanda: "Gianni avrai sudato?"
Prontamente Gianni, da noi affettuosamente chiamato Gianola, rispose:"No signora maestra la stufa era spenta!".

 

(Sandra Bacci)