Riceviamo e pubblichiamo estratti dal racconto di viaggio con bimbi, ragazzi e asini di Massimo Montanari ed Eugenia Dallaglio
-
Sesta tappa. Quella lunga strada verso il panorama
Vallisnera, 7 agosto
Il borgo di Vallisnera, piccolo mondo antico ancorato a gestuali forme di convivenza di saluti e chiacchiere in piazzetta, ha un bar che è il centro del mondo, il centro della vita sociale del paese stesso. Una piccola Montecitorio dove si decidono le sorti e dove si fa l’Italia. Immaginate il nostro arrivo cosa può avere provocato, un intero paese alle finestre, nei cortili ammassati alla via. L’arrivo del giro d’Italia avrebbe fatto meno scalpore.
La giornata di ieri è stata epica, lunga infinita ma bellissima da far innamorare anche chi in vita sua va solo al mare. Un Appennino così innamorare ci fa.
Il lago Pranda era silenzioso e immobile nella sua calma mattutina, qualche germano reale pedalava seguito dai pulcini ancora umidi di una rugiada presente, ma nel bosco il campo tende godeva del riparo dei faggi.(....)
Arriva Andrea, un collega di Massimo e Eugenia, una guida del posto chiamato perché abita a Vallisnera ed è conoscitore dei luoghi e ci aiuta nella logistica di tappa perché non è facile per un borgo di poche decine di abitanti assorbire l’impatto di un orda come la nostra, c’è bisogno di luoghi spaziosi per le tende per gli asini, il bar che non è un ristorante ma deve esserlo per almeno una sera, trovare il fieno per gli asini. Insomma un aiuto locale è fondamentale. (...)
Dobbiamo attraversare la grande vallata del Secchia che ora ci accompagnerà fino alla fine, il passo del Cerreto in cui culmina l’Emilia è confine e le antiche vie di passaggio delle transumanze e le antiche vie del sale saranno oggi il tappeto verde dei nostri passi. Partiamo puntuali, un bel sentiero tra i faggi costeggia i piccoli laghi torbiere (...) Siamo un gruppo veramente strambo, strampalato ma spettacolare nella sua originalità (...)
Siamo una artistica armata Brancaleone, raggiungiamo il passo del Cerreto. Passiamo su un sentiero stretto, il mulo Brenno passa appena appena tra i faggi e infatti le borse sfregano sui tronchi, ne rompiamo una, la terza per la cronaca, raggiungiamo un pianoro che è il preludio alla grande prateria del passo dell’Ospedalaccio, luogo aperto, stupendo e ricordo di un antico ospitale dei pellegrini di cui oggi rimane solo il nome e il ricordo del confine del regno d’Italia e l’impero francese oggi ricordato da un bel cippo .
Camminiamo su una bella mulattiera larga e pianeggiante a dominio sulla valle, vediamo i laghi del Cerreto da lontano e tutto il cammino fatto fino a ora, avanziamo cantando, camminando bene con un bel ritmo e alle 13:00 ci fermiamo dopo 10 km per la bella sosta pranzo in luogo aperto e panoramico .
Riprendiamo il cammino e continuiamo su questa bella terrazza panoramica ombrosa e fresca con un cielo che si tinge di azzurro, il cammino è lungo ma qualche fontana fresca ci ritempra dal sudore che torna a segnare i visi dopo giorni in cui era assente su di noi.
Passiamo sotto a montagne immense, immersi in una natura difficile da raccontare, la bellezza va vissuta, questo racconto non potrà mai servirla sul piatto magnifico che il cammino ci regala. Raggiungiamo il passo Scalucchia, una freccia indica Cerreto laghi km 15, fatti. Siamo su un altopiano circondato da pascoli liberi dove mucche e pecore girano e mangiano felici in un quadro che ricorda le caprette che "fanno ciao", incontriamo una cavalla con un puledro mulo, bellissimo, un piccolo Brenno, la tentazione di portarlo con noi è tanta.
Lasciamo l’altopiano per scendere tra prati alle prime case del paese, ci mancano solo le campane a festa e la processione dei vagabondi d’Appennino sarebbe perfetta. Raggiungiamo il centro del borgo , sotto al bar c’è il prato, per noi e un angolo di frutteto per gli asini. Francesco, un amico di Andrea, ci offre la sua casa per la doccia e il bagno. Le ragazze iniziano la sfilata verso la doccia fumante, mentre Massimo organizza il gruppo gomma dell’acqua.
I primi temerari arrivano sotto il getto fresco, ma poi si aggiungono altri coraggiosi e intorno a Massimo insaponato, almeno 12 persone si lavano e si insaponano in costume da bagno sotto gli occhi di alcuni anziani un po’ perplessi.
La sera si anima, il paese è tutto al bar e alcuni ragazzini del posto incuriositi da questo gruppo, si avvicinano.
Si balla e si canta, il gruppo degli autoctoni aumenta, e ora sono tutti insieme a chiacchierare e giocare a calciomercato nel piazzaletto, barriere abbattute, il cammino fortifica le relazioni.
Facciamo notare ad alcuni anziani che ci dicono di essere matti che ventitré km non sono una follia visto che ora stanno correndo.. (...)
RACCONTO DI VIAGGIO
Settima tappa. La pietra che diventa più grande
Cervarezza 8 agosto.
Il sole non ha più dubbi, ha deciso di fare quello che deve fare in agosto. Ci sveglia a Vallisnera con i suoi raggi anche se qualche nuvola rimane a coprire le cime dei monti. La colazione al bar è caratterizzata da ottime torte casalinghe.
Partiamo fiduciosi, puntuali e pronti ad affrontare la lunga salita che ci porta all’uscita della valle di Vallisnera per recuperare la linea di crinale verso il passo Pratizzano, Andrea ci accompagna anche oggi e ci ha preparato una sorpresa.
Saliamo su una irta mulattiera che sbuca alla chiesa del paese posizionata in mezzo alle due borgate di sopra e di sotto di cui è costituita Vallisnera, in fronte a noi il Poggio selvaggio in cui sorgeva il castello dei conti Vallisnera, in questo paese nel 1207 è stato scritto il primo statuto cittadino d’Europa, una costituzione ante litteram in cui una famiglia di ogni borgata rappresentava i cittadini del proprio paesino, tutti insieme ai conti Vallisneri decidevano le regole che determinavano la vita della comunità, quasi una democrazia ai tempi del Medioevo.
Al piazzale della chiesa i vescicanti ultimi e un po’ sofferenti riposano, Chiara non riesce a camminare, troppo profonde le vesciche nel tallone, decidiamo di lasciarla riposare almeno per oggi in modo da far recuperare alla pelle uno strato di protezione e far asciugare a piede nudo tutto il giorno l’evidente escoriazione.
Cristian la riporta in paese, nel mentre Andrea trova una auto a loro disposizione. Ci vedremo a Cervarezza. Anche oggi abbiamo il nostro problema ma anche oggi abbiamo trovato la soluzione.
Riprendiamo il cammino, lasciamo il paese, la salita continua, il panorama però ci regala degli scorci stupendi; poco avanti Andrea ci preannuncia la sorpresa, incontriamo suo padre, il pastore del paese che ci ha preparato gli assaggi di formaggio fatto dal latte delle loro pecore e capre. Una delizia, i ragazzi dapprima un po’ imbarazzati, si fiondano su questo ben di Dio, sono molto incuriositi da quest’uomo da pelle da marinaio di foresta, solo nelle alte praterie a dominare attacchi di lupi, il cane Ugo si prepara a radunare gli animali e vorrebbe radunare anche i nostri asini.
Andrea e suo padre ci fanno vedere una dimostrazione del lavoro del cane da pastore, impartiscono ordini e lui esegue. Bellissimo, suggestivo e poetico.
Poi lasciamo i ragazzi tra le capre, c’è chi accarezza e c’è chi vuole fare come il cane Ugo e raduna le capre, piccoli Peter di montagna sognando Heidi in corsa tra fiori alti e erba spettinata. Continuiamo a salire, le praterie si fanno larghe e raggiungiamo finalmente il crinale dove incrociamo la stradina asfaltata pianeggiante per il passo Pratizzano, ora la camminata è finalmente rilassante ma i quasi 400 metri di dislivello in salita si fanno sentire. Raggiungiamo la grande spianata di Pratizzano a ora di pranzo, un largo ed enorme spazio verde pianeggiante circondato da boschi e abeti, quasi una cartolina stile Val di Fassa. Gli asini felici di cotanta erba brucano nel grande recinto che costruiamo loro, pranziamo con l’ottimo pane di Vallisnera, verdura e buon formaggio. Il grande prato offre spazio a giochi e capriole, balli e corse.
Riprendiamo il cammino su una bella mulattiera tra i boschi, il cielo è blu il clima fresco (...) Raggiungiamo il paesino di Montemiscoso, gruppo di case antiche nella cui piazzetta c’è una originale fontana con elefantino che spruzza acqua dalla bocca. Ripartiamo continuando su tratti in leggeri saliscendi, rientriamo nel bosco su larga carreggiata, il gruppo va veloce il ritorno è forte, il rock spara deciso schitarrate da passo frizzante.
Raggiungiamo il Camping a Cervarezza alle 18:00 dopo una tappa di 15 km. Campeggiamo a lato dell’entrata, il camping è molto bello e ci sono un sacco di servizi, il nostro arrivo viene circondato da curiosi che vogliono vedere gli asini, toccarli ed entrare nel recinto. Reset. Tutti fuori, i ragazzi e gli asini devono un attimo respirare. (...)
Massimo ed Eugenia