Riceviamo e pubblichiamo.
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Quasi sette milioni di euro in due anni per il clima. Questo è il programma del Parco nazionale dell’ Appennino tosco emiliano per contrastare il cambiamento climatico e per adattarci al clima che cambia velocemente. Non sono le sole risorse che investiremo, ma sicuramente le più consistenti, quelle che provengono dal Ministero dell’ ambiente grazie ai proventi derivanti dal sistema di scambio di quote di gas climalteranti nell’Unione europea.
L’ utilizzo dei combustibili fossili e l’ immissione in atmosfera di grandi quantità di gas serra ha rotto l’equilibrio nella biosfera e tutto sta rapidamente cambiando: i ghiacci si sciolgono, animali, uomini e piante si spostano (se possono), le montagne si sgretolano, il ciclo dell’ acqua si altera con conseguenze pesanti su tutti noi.
La scienza ce lo dice da tempo, ma noi abbiamo messo la testa sotto la sabbia e ora sarà veramente dura: ci vorrà l’ impegno di tutti e anche coraggio, fortuna,...
Da qualche parte però dobbiamo iniziare e questo è il nostro inizio: renderemo le nostre sedi neutre dal punto di vista delle emissioni, ci doteremo di veicoli elettrici e forniremo ad altri soggetti di veicoli a basse emissioni per ridurre l’ inquinamento da autotrazione; renderemo molto più efficienti rifugi ed altri edifici pubblici, realizzeremo piste ciclabili per favorire l’accesso non motorizzato al Parco, compresa la realizzazione di piazzole per la sharing mobility dove parcheggiare i motori a scoppio e proseguire con mezzi a emissioni zero.
Una condizione speciale sarà garantita alle scuole dei comuni del Parco che potranno essere oggetto di lavori di efficientamento energetico compresa la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Due milioni di euro saranno poi destinati alle foreste che coprono più del 70% del territorio: renderemo le foreste più resistenti ai cambiamenti climatici favorendo la biodiversità e organizzeremo vere e proprie migrazioni di alberi (migrazione assistita). Gli altri obiettivi, oltre alla certificazione per i servizi ecosistemici, riguardano lo stoccaggio del carbonio per contrastare il riscaldamento globale. Nei rami, nei fusti e nei suoli delle nostre foreste infatti ci sono conservate tonnellate di carbonio che gli alberi hanno sequestrato dall’ atmosfera grazie alla fotosintesi clorofilliana; noi ci proponiamo di aumentare il contenuto di carbonio negli alberi e nel suolo del 30% in 30 anni modificando, talvolta rivoluzionando, i metodi di gestione delle nostre foreste.
(Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)
Quasi sette milioni di euro in due anni per il clima
REDACON · 20 AGOSTO 2020 07:57
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CRONACA , · PARCO NAZIONALE APPENNINO TOSCO-EMILIANO
Riceviamo e pubblichiamo.
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Leggo in questo interessante articolo sulla destinazione dei fondi da parte del Parco: “Quasi sette milioni di euro in due anni per il clima…….. Una condizione speciale sarà garantita alle scuole dei comuni del Parco che potranno essere oggetto di lavori di efficientamento energetico compresa la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.” Premesso che sono d’accordo sulla destinazione dei fondi mi chiedo però perché il Parco debba ricevere questi fondi e li debba gestire…e se ha le competenze specifiche per” gestire” delle ristrutturazioni edilizie. Capisco che la fonte dei fondi possa giustificare la ricerca di un ente sul territorio che abbia competenze “Ambientali” ma ai risparmi contribuiscono anche i comuni che non sono né parco e che hanno altrettanti boschi ma questi non ne beneficiano? Ripeto solo per capire la logica di distribuzione che mi sembra molto italiana con una frammentazione di enti che operano sul territorio con compiti simili e spesso con competenze che si sovrappongono ( ed alcune volte senza una specifica organizzazione – anche solo per missioni principale – che possa garantire una corretta canalizzazione e fruizione dei fondi)
Grazie a chi vorrà precisare rispondere
Massimo Carpineti
Sono fondi che le imprese (non i comuni) che superano le emissioni consentite versano al MinAmbiente. Quest ultimo lì affida ad amm mi che dipendono dal ministero stesso : i 24 parchi nazionali. Distribuire 80 milioni a 8000 comuni sarebbe distribuire a pioggia . I parchi sono di norma più mirati e determinati su obiettivi di sostenibilità . Le valutazioni tecniche le fanno tecnici almeno un po’ specializzati. Gli uffici tecnici comunali sono operatori generici dell amm ne e delle regole …Se le scelte riguarderanno edifici scolastici i proprietari o gestori degli edifici saranno coinvolti
Fausto Giovanelli