Alessandro legge un componimento di Umberto Monti, "poeta di Civago e Cervarolo", per esprimere la profondità del suo senso di appartenenza all'Appennino.
Ha provato a vivere in città, per poi capire che quest'opzione non faceva decisamente al caso suo. E' tornato in Appennino, infine, per esplorare le infinite possibilità di realizzazione che questa terra, a tratti inaspettatamente, offre. Ecco qualche pillola della storia personale di Alessandro Malvolti, montanaro dalle molteplici attività e dalla contagiosa passione per ciò che vive - nonché, ovviamente, per la montagna. Dalle sue parole traspaiono infatti l'entusiasmo, l'orgoglio e la gratitudine di condividere con altre persone, in particolare in qualità di guida e di gestore di rifugio, la conoscenza dell'Appennino e l'amore per questo "posto fantastico" .
Mentre racconta le sue esperienze e i suoi progetti, ci fa capire quanto sia vitale il turismo sostenibile in Appennino, tanto per le comunità umane quanto per il patrimonio ambientale.
Al rifugio San Leonardo, per esempio, si vive in simbiosi con la natura, basti pensare all'acqua del torrente Dolo - e, per favore, prestate orecchio al senso di rispetto e di cura che Alessandro infonde nella sua descrizione di questo corso d'acqua.
Prima di lasciarvi alle sua video intervista, condividiamo volentieri un ulteriore suggestivo verso del Monti (da "L'addio di un poeta"), conterraneo tanto stimato da Alessandro: "Cercatemi in Civago e in Cervarolo/ lungo la strada che sognai bambino,/sopra le rocce del sonante Dolo".
Ecco, quindi, il link:
Ci siamo conosciuti qualche anno fa durante il corso di fondo e questo video è emozionante perché sincero. Io abito a Reggio e frequento di più la Val di Secchia, ma passerò al San Leonardo. In bocca al lupo per tutto!
Michele Benatti