Eccolo l'omaggio alle nostre colline/montagne, a tutto l'Appennino reggiano.
Si intitola ARCHIVI E PAESAGGI, è un libro di poesie di Francesco Genitoni, e un gesto d'amore verso la terra dove è nato. Archivi perché (ha spiegato l'autore) anche i luoghi, i borghi, le case sono serbatoi di memorie. Passando per un luogo conosciuto nell'infanzia rivivi sensazioni ed esperienze già provate, ma in modo nuovo. Sui paesaggi, forse, non è necessario spiegare, li vediamo tutti i giorni. Ma Francesco ha un modo tutto suo di vedere colline e panorami: ne cerca l'anima, l'aspetto interiore, quel lato che ti iuta a crescere ed è personale. Unico.
Ogni stagione porta le sue rose.
Ogni stagione porta le sue spine.
L'età ci chiude a riccio su noi stessi.
Ma il ballo della primavera con i
bei fuochi dei fiori del castagno
(in autunno saranno nuovi ricci)
ci sorprende come bellezza e istinto
vitale che ci sforza ancora Avanti!
[ I fiori del castagno]
Tante sono le esperienze vissute dall'autore da ragazzo, e anche da noi in una specie di vita parallela. Le esperienze di Francesco sono le nostre, quelle di coloro che, qualche anno fa, hanno fatto in tempo a vivere una porzione di vita agricola, a contatto con la terra. Anche se oggi la fretta e la tecnologia non lasciano tempo alla riflessione.
Tutto così veloce, in campo e fuori.
In quale buco mai – domando – si
disperde il tempo nostro se ne resta
meno ancora per vivere un po' meglio?
[Dei lavori del tempo]
Francesco ha anche ripreso a mano il dialetto che parlava da piccolo. Forse non lo ha mai abbandonato, ma col tempo si è reso conto che certe cose, dette in dialetto, hanno un sapore diverso, più genuino. Lo aveva fatto capire quando, col gruppo Arteumanze, scelse di illustrare parole dialettali ormai scomparse perché, nel frattempo, non ci sono più i mestieri o gli attrezzi che le facevano vivere. Illustrò l'idea con una rotoballa che si svolgeva, nel cimitero del castello di Carpineti, e da cui uscivano appunto parole ormai desuete.
Francesco è nato a Cola, dove è vissuto fino a 10 anni, per poi andare a Sassuolo con tutta la famiglia. A Sassuolo si è ambientato ed ha dato il meglio di sé come scrittore (ha al proprio attivo una decina di pubblicazioni) o curando una quindicina di volumi di storia, cultura, letteratura locale, ed istituendo anche un Museo multimediale [Manodopera], con sede nel castello di Spezzano, oltre ad essere stato Assessore alla cultura per cinque anni. A Cola però ha la sua casa paterna, restaurata, e lì si ritira appena può. Nello studiolo ricavato nel sottotetto. Lì ha anche avuto l'occasione di conoscere e frequentare Raffaele Crovi.