Riceviamo e pubblichiamo.
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Il 16 agosto vogliamo ricordare la tragedia che ha colpito la Valle dell’Enza, il blocco dei lavori della Diga di Vetto
Dalle tragedie si può risorgere; dipende da noi Montanari, dagli Agricoltori e da tanti cittadini se vogliono dare un futuro ai loro figli e ai loro nipoti su queste terre.
Per ottenere questo non possiamo contare sull’aiuto di nessuno, dobbiamo contare su un clima impazzito che fa piovere troppo o troppo poco, sui fabbisogni di energia pulita, sulle necessità idriche ad uso irriguo di tanti Agricoltori Reggiani che non vogliono abbandonare le loro aziende e sull’inquinamento delle acque del Po.
Dobbiamo confidare sulle nostre forze e non certo su chi si è sempre opposto a ridurre lo spreco delle acque montane, chi ha sempre permesso l’uso delle acque del Po e di falda per gli usi irrigui, chi ha consentito centinaia di milioni di Euro di danni da esondazioni, chi ha permesso lo spopolamento e la morte dei paesi montani, chi ha sempre sostenuto che l’energia sia prodotta da gas o gasolio e chi non ha mai voluto che si creassero posti di lavoro su queste terre.
La Valle dell’Enza ha avuto due grandi opportunità di sviluppo; entrambe fatte cancellare; la fondovalle Val d’Enza, iniziata e sospesa e la Diga di Vetto, iniziata e sospesa; mentre in altre Valli Emiliane è stato fatto tutto e di più, vedi per esempio la Val Taro, ma i politici di questa Valle hanno lottato per lo sviluppo di queste terre, qui non possiamo certo dire la stessa cosa, guardatevi intorno; cosa è stato fatto?.
I lavori di costruzione della Diga di Vetto non sono mai ripartiti, mentre basta andare in Umbria, i lavori della Diga di Casanuova, di 224 milioni di metri cubi, nel 2017 sono ripartiti dopo 28 anni di sospensione e nel 2020 si farà la fine lavori, ma in Val d’Enza il bene comune non ha la priorità.
Nel giorno del 31° anniversario della sospensione dei lavori della Diga di Vetto, nel rispetto del distanziamento, ci troveremo, pochi o tanti non ha importanza, su ciò che resta del taglione della Diga di Vetto, alla confluenza tra Lonza e Enza per commemorare questo triste giorno.
IL PROGRAMMA PREVEDE:
ore 11,00: deposito di un mazzo di fiori sul taglione a ricordo della tragedia da parte di:
- Lino Franzini: Presidente del Consorzio Imbrifero Montano dell’Enza;
- Mattia Reggiani: Presidente dell’Associazione Consorzi irrigui Privati e di Miglioramento Fondiario Reggiani;
- Umberto Beltrami: Presidente del Consorzio Bibbiano La Culla.
ore 11,15: Illustrazione dei danni provocati dalla mancata realizzazione della Diga di Vetto.
- 31 anni di mancato lavoro per migliaia di persone;
- Centinaia di milioni di Euro di danni da esondazioni lungo la Valle dell’Enza;
- Mancati introiti di milioni di Euro ai Comuni Montani per i sovracanoni idroelettrici;
- Immensi danni alle terre del Parmigiano Reggiano per le carenze idriche;
- Milioni e milioni di Euro per il pompaggio delle acque di falda e di quelle del Po;
- Mancato sviluppo turistico dei territori montani: niente aree di balneazione, niente scuole di nautica, niente agriturismi intorno al lago, niente area campeggio, niente area faunistica, niente piste ciclo pedonali intorno al lago, niente attività di pesca, niente gare Nazionali e internazionali di Canoa e Kayak da Vetto a Cerezzola che il rilascio costante nei mesi estivi di 10/15 metri cubi al secondo consentirebbe;
- Svalutazione del patrimonio immobiliare dei paesi montani per il mancato sviluppo;
- Spopolamento spaventoso dei paesi montani per la mancanza di lavoro;
- Mancata riduzione dell’inquinamento per la produzione di energia pulita;
10)Mancato miglioramento della viabilità in Valle;
11)Riduzione dell’uso delle acque del Po per gli usi irrigui; la qualità delle acque dell’Enza è nettamente superiore, a detta di tutti gli agricoltori.
Sostenitori della Diga di Vetto, Agricoltori e Montanari; se amate queste terre partecipate
ore 13,00: Pranzo al Lido di Vetto: chi intende partecipare al pranzo dovrà prenotarsi chiamando questo n°333 4918206 (Orlando); per informazioni: 328 2776268
Gentile Franzini,
applicata alla Diga la parola tragedia con tanto di mazzo di fiori, di questi tempi, è quantomeno di cattivo gusto.
Si è mai chiesto come mai il tema Diga appassiona solo la metà dei vettesi e meno della metà dei montanari?
Le offro una risposta: guardi i relatori che ha coinvolto per questa giornata…
Ciò detto acqua serve, ma non potrà essere la pianura a dire dove e come e quanto grande farla.
(Fulminant La Penna)
E allora… che sia una diga per ogni campanile…….come diceva quel tale che per la verita’ ancora calca i palcoscenici della politica ” piu’ diga per tutti”. E ‘ vero che non ci sono piu’ le stagioni ma almento certe tradizioni manteniamole: Carnevale mi pare ancora di la’ da venire
luigi bizzarri
Non un mazzo di fiori ma una corona grande come la diga, con i nomi e cognomi di chi fece sospendere i lavori facendo morire la montagna, di chi non li ha mai fatti ripartire e dei partiti e degli amministratori regionali, provinciali e comunali che non hanno mai consentito la sua ripresa. Reggio Emilia e Parma hanno il settore agricolo più importante d’Italia e non hanno riserve idriche, penso sia assurdo basarsi sull’uso delle acque del Po per irrigare quello che si mangia, quando fecero i canali di bonifica nel Po ci si faceva il bagno, che ci vadano oggi a fare il bagno in Po i fautori del no a tutto come li chiama Franzini
Sergio
Una diga significa ridurre lo spreco delle acque, ridurre i rischi di alluvione, dare acqua a chi serve, creare lavoro; sono concetti elementari ma inconcepibili per chi è ubbidiente a ordini di partito. Le dighe si possono fare solo dove i versanti lo consentono e l’Enza ha la grande fortuna di consentirlo. Vari cittadini non guardano l’importanza di disporre di acqua potabile, la cosa importante è dire di no a chi, forse ha detto: “più diga per tutti” , ma come sta andando questa Italia lo stiamo vedendo e il peggio deve ancora venire, ma daranno la colpa al COVID-19 e non alle loro incapacità, come dare la possibilità ai parlamentari di avere i 600 Euro; ma lasciamo perdere la politica, la diga serve, serve per tutti
Daniele
Agricoltori, Montanari, Reggiani, Diga, Valle, Emiliani,….si scrivono con lettera minuscola.
Forse sul luogo del delitto ,oltre alle personalita’ citate,ai fiorai,sarebbe utile pure un insegnante di lettere!
FM
Si è perso il senso della realtà…e soprattutto quello del pudore. Abbiamo appena visto colonne di camion portare via le bare da Bergamo, e questi depongono i fiori per una diga. Boh…
Andrea
“…..in altre Valli Emiliane è stato fatto tutto e di più, vedi per esempio la Val Taro, ma i politici di questa Valle hanno lottato per lo sviluppo di queste terre, qui non possiamo certo dire la stessa cosa, guardatevi intorno; cosa è stato fatto?. ,,”
Comuni Val Taro abitanti 1961 abitanti 2019
Albareto 3472 2122
Bedonia 6704 3298
Borgo Val di Taro 9706 6770
Compiano 1525 1102
Fornovo di Taro 6220 6007
Solignano 2202 1718
Tornolo 2840 923
Valmozzola 1675 514
Berceto 5186 1982
Terenzo 2499 1211
Stessa identica evoluzione di tutti gli appennini italiani. I Comuni più’ distanti dai capoluoghi di provincia crollano quelli più’ vicini tengono…Dagli anni del boom economico l’ esodo e’ stato incessante Oltre alle carnevalate fuori stagione sarebbe il caso almeno di evitare di scrivere fake La campagna elettorale e’ finita da mo’ …..
luigi bizzarri
Mi sono letta quello che la diga di Vetto avrebbe portato a questa Valle, cosa che le altre Valli non possono avere. Parlare di tragedia è poca cosa; fu una vera disgrazia che ha colpito tutti; dai comuni montani di questa Valle, che dalla diga avrebbero avuto ripopolamento e sviluppo immobiliare e turistico, ai comuni a valle che avrebbero avuto acqua e non centinaia di milioni di euro di danni da siccità e da esondazioni. Ben fanno a fare un gesto simbolico di mettere due fiori, sicuramente darà fastidio a chi voleva che la verità di quello che abbiamo perduto restasse nascosta; a noi quando lasceremo questo mondo non ci sarà più nessuno a portarci due fiori; figli e nipoti se ne saranno andati in cerca di lavoro, quando avrebbero avuto la possibilità di averlo qui. Trovo assurdo certi commenti che invece di parlare di ciò che abbiamo perso parlano di errori ortografici o di politica o paragoni privi di senso; questo dimostra che non si ragiona con la propria testa ma con ciò che viene imposto da qualcuno che disse no alla diga.
Gianna
Mi scuso in quanto non ritengo corretto fare un commento su un mio articolo, come non ritengo corretto ripetersi nei commenti; ma con l’onestà, la serietà e le conoscenze che mi contraddistinguono, vorrei dire al Sig. Bizzarri che uno può essere favorevole o meno alla diga di Vetto, ma non si può fare paragoni sul numero dei cittadini della Val Taro nel 1961 al 2019; il mio richiamo alla Val Taro era riferito a ciò che hanno di infrastrutture. Posso dire, con assoluta certezza, che negli anni ’50/60 dai paesi della Val Taro emigrarono in massa verso l’Inghilterra, Stati Uniti, Canada e Australia; chi ferquenta questa Valle lo sa; dal Comune di Valmozzola, per esempio, andarono via quasi tutti in cerca di lavoro. A titolo informativo, per chi non lo sapesse, si sappia che la Val Taro ha la fondovalle, l’Autostrada, una strada statale, tre strade Provinciali e un cantiere perenne sulla ferrovia Parma La Spezia in corso di raddoppio, ferrovia che avrebbe dovuto passare proprio da Vetto. Chi ha la mia età ricorderà un certo Marcora. per la nostra Valle ricordo altri nomi di politici di questi territori, che sarò lieto di dire al Sig. Bizzarri in forma privata, ma non ricordo i lavori fatti per merito loro, ma forse è la memoria che mi tradisce. Dire che la Diga di Vetto non avrebbe portato lavoro e sviluppo a questa Valle è semplicemente mentire a se stessi; solo di lavoro per la costruzione servono circa 200 milioni di Euro e sei anni di cantieri, poi sarà un cantiere perenne; ma non c’è sordo più sordo di chi non vuol ascoltare, o meglio capire; ma forse parlo arabo.
Franzini Lino
Signor Franzini non faccia lo gnorri legga l’incipit del mio commento che riprende fedelmente quanto da voi scritto Sostenete che in Val Taro e’stato fatto di tutto e di più.Se i risultati sono questi mi creda io sono ben contento di vivere nella montagna reggiana che nei passati decenni ha avuto uno sviluppo socio economico davvero importante nonostante il trend nazionale che vede oramai da oltre 60 anni un ‘ inesorabile abbandono dei territori montani .( e senza Santi in Paradiso)Si goda pure la Val Taro piena di di strade e di poco altro Io preferisco la mia montagna che cercherò di difendere dai fautori di uno sviluppo vecchio di decenni legato a dinamiche distruttive portatore di danni spacciati per progresso
Luigi Bizzarri
Si al Lago di Vetto. Sono un’ allevatore di Bibbiano, produco latte da Parmigiano Reggiano quello dei Prati Stabili irrigui da 100 erbe, fiori, profumi per ettaro e senza la realizzazione della Diga di Vetto (quella originale..) fra una decina d’anni quando anche gli ultimi pozzi da falda saranno secchi e che per fortuna non si può pompare fin qui “l’acqua” del Po’ (ancora vogliamo bene alle nostre bovine) sarò costretto a cambiare attività, ma la montagna Reggiana senza il Lago di Vetto continuerà a spopolarsi. L’ipotesi più accreditata e preferibile alla valutazione della Giunta regionale ER parla di un invaso da 30 milioni di metri cubi che darà acqua e benefici alla pianura della Val d’Enza ma che sarà anche denominata la “Buca di Vetto” sempre fangosa/melmosa o vuota nei mesi estivi e darà zero benefici e sviluppo alla montagna, niente lavoro, turismo, nemmeno i contributi per l’idroelettrico come da legge n. 959 del 1953. Questa “politica verde/ambientalista”non può continuare ad essere solo “PUNITIVA” ma deve dare Benefici a tutti i suoi abitanti e all’ambiente dall’appennino alla pianura, attraverso, mediante una sintesi – il progetto della Diga e del Lago di Vetto- tra posizioni radicali e riformiste. Le ideologie e i preconcetti lasciamoli al passato.
Matteo Govi
Govi Matteo
Sono totalmente d’accordo con il signor Luigi Bizzarri.
Paolo Romei
Anni fa lasciai l’appennino in cerca di lavoro, l’ho trovato in città, quando a Vetto avrei potuto avere il lavoro che cercavo, ma grazie alla mentalità di chi si è sempre opposta allo sviluppo delle terre alte, forse per invidia, gelosia o egoismo che altri avrebbero avuto la ricchezza sotto casa, ho dovuto andarmene. Ma quando mi è possibile torno al paese dove ho la casa dei genitori, che vorrei vendere ma non trovo neppure se la regalo, avere una casa in Appennino oggi è diventato un debito, un tempo era un valore e un valore lo avrebbe se ci fosse la diga di Vetto. Quando torno vado al Lagastrello e al Balano, due laghi stupendi, peccato che non sia autorizzata la balneazione, due laghi formati da dighe; a me non interessa se sono due laghi naturali o artificiali. Per qualcuno fare un lago, che darebbe ricchezza a tutti, è una “politica distruttiva” una politica del passato, è follia leggere queste cose; cosa ha distrutto il Lagastrello o lago Paduli? o il Ballano?; abbia pazienza Sig. Franzini, contro certe ottusità non c’è futuro; sprecare le acque di montagna e non realizzare un lago a Vetto che faccia da riserva idrica e da richiamo turistico è inconcepibile; io e tanti altri contiamo su di Lei, se è vero che il bene prevale sul male, un giorno, quando certe mentalità se ne saranno andate, senza che qualcuno gli porti un mazzo di fiori, la diga si farà, peccato che forse Lei non la vedrà.
Sergio
Il Lago di Vetto sarà una meravigliosa oasi naturalistica ed un vero toccasana economico per tutta la nostra provincia.
In primis metterà in sicurezza il fabbisogno idrico non solo degli agricoltori ma anche per uso civile, e tutelerà la bassa pianura dal rischio alluvioni: in tempo di cambiamenti climatici questi aspetti sono essenziali.
Rifiorirà l’economia della collina e della montagna con un enorme indotto turistico che porteranno i cinque stabilimenti balneari del progetto (ristoranti, pizzerie, bar, B&B, campeggi…) e le svariate attività sportive acquatiche (canoa, vela, windsurf, nuoto, pesca, kayak…).
Per taluni comuni della montagna ci sarà anche il notevole beneficio economico derivante dalla produzione di energia idroelettrica.
L’ambiente sarà maggiormente tutelato: non serviranno più le pompe che ovviamente per ‘portare su’ l’acqua del Po vanno a idrocarburi.
Il cibo sulla nostra tavola sarà più sano: l’acqua dell’Enza è acqua purissima di sorgente, nulla di paragonabile all’acqua che arriva dal Po.
E infine, tutti noi Reggiani saremo felici di avere finalmente una località balneare a km0 o poco più! Cercate su Google il LAGO DI BILANCINO del Mugello: Il Lago di Vetto sarà pressochè uguale, uno spettacolo della natura!
Lati negativi? Nessuno.