Dibattito aperto sulla possibilità di installare le antenne 5G in montagna: aumentare la copertura di segnale sui nostri territori significherebbe migliorare qualitativamente la vita di chi lavora e studia in montagna, oltre ad essere incentivo per chi desidera trasferirsi.
La zona appenninica scelta per una possibile "sperimentazione" dell'antenna 5G si trova nel comune di Ventasso. Qui, l'idea di installare deturpanti antenne nei boschi patrimonio dell'Unesco ha sollevato numerose resistenze da parte dei residenti, preoccupati anche per la propria salute.
In un'intervista al primo cittadino del comune di Ventasso, Antonio Manari, uscita sul mensile locale Tutto Montagna il sindaco si dice "diviso in due". Da un lato ha infatti affermato la potenza e utilità del 5G nei diversi campi di applicazione (dalla salute alla mobilità, passando dalle telecomunicazioni). Allo stesso tempo rigetta la possibilità di invadere i boschi di micro-antenne, la cui nocività non è del tutto da escludere.
A quest'articolo, in cui più di una volta si fa riferimento al buffo nesso Coronavirus-5G e agli atti vandalici e irrazionali imputati ai gruppi contrari alla rete 5G, vuole rispondere il Comitato Stop 5G Montagna Reggiana.
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Sei contrario al 5G? Allora come minimo sei un complottista da Covid o un vandalo!
Ecco come una certa parte del mondo giornalistico (persino quello di casa nostra, come espresso forte e chiaro in un articolo sul mensile della montagna reggiana, nel numero di maggio) e politico stanno contribuendo alla campagna pubblicitaria pro 5G dei colossi delle telecomunicazioni. Questi messaggi neanche tanto velati, tesi ad etichettare chi si oppone alla nuova tecnologia con quel termine tanto in voga negli ultimi tempi (complottista!) farebbero quasi sorridere, se non fosse che finiscono inevitabilmente per screditare i numerosi studi seri che indicano la potenziale pericolosità della nuova tecnologia 5G in termini di effetti sulla salute umana e sull’ambiente... e di banalizzare quando non addirittura sbeffeggiare l’operato di comitati e associazioni di cittadini sensibili a queste tematiche.
La verità, che probabilmente non piace, è che tali estremismi (complottismo paranoide che vede un legame di causa-effetto tra Coronavirus e 5G, atti vandalici ai danni delle relative infrastrutture verificatisi in varie città, che anche noi ovviamente condanniamo) rappresentano una piccolissima parte di tutto ciò che è il movimento mondiale che si oppone al 5G. Il restante 99% consiste infatti in attivisti e semplici cittadini, comitati, associazioni, esperti indipendenti quali medici, fisici, ricercatori dotati di raziocinio e senso civico; ma anche di spirito critico, che li porta ad interrogarsi sul REALE bisogno di implementazione tecnologica, a fronte dei possibili rischi che una parte consistente di comunità scientifica non esclude, anzi segnala come probabili.
La Comunità Europea indica il 5G tra i 14 principali fattori di rischio emergenti per la salute umana e l’ambiente: l’ISPRA sottolinea carenze di riferimenti tecnici, autorizzativi e normativi, l’ARPA pare non sia ancora in possesso di strumenti di rilevazione adeguati, per cui l’impiego su larga scala del 5G appare quanto meno prematuro. Chiedere alla politica nazionale e locale di non essere asservita ai poteri forti delle multinazionali, di non compiere scelte avventate, di smetterla di ignorare gli avvertimenti del mondo scientifico, di non renderci ancora più schiavi di un progresso tecnologico che ci sta divorando e ammorbando... è complottismo?Allora dovrebbero essere complottisti anche i circa 500 sindaci che in tutta Italia stanno negando il consenso alla sperimentazione, in nome del PRINCIPIO DI PRECAUZIONE (che impone che, in assenza di prove CERTE di innocuità sanitaria ed ambientale, debba prevalere in via cautelativa l’astensione dal procedere).
A noi sembra superfluo dirlo, ma ci teniamo di nuovo a precisare, visto il contenuto dell’articolo di Tuttomontagna di cui sopra, che la linea principale di chi si oppone alla sperimentazione 5G nulla ha a che vedere con gli improbabili nessi col Coronavirus, si basa su centinaia di studi INDIPENDENTI effettuati in tutto il mondo da autorevoli esperti in campo medico e scientifico.
Spesso chi osa pensieri e dichiarazioni distanti da quelle “ufficiali”, per non dire imposte dall’alto, viene guardato con sospetto. A noi, invece, l’indipendenza economica e politica dai poteri forti sembra un valore aggiunto, una garanzia in termini di attendibilità e neutralità, mentre studi commissionati dalle stesse compagnie telefoniche che devono vendere il loro prodotto, così come da istituzioni in chiaro conflitto di interesse, ci destano dubbi e perplessità!
Le criticità sulle quali gli esperti (ISDE Medici per l’Ambiente e Istituto Ramazzini di Bologna in primis, per quanto riguarda il contesto italiano) ci mettono in guardia sono numerose; ne citiamo solo alcune:
- le onde centimetriche e millimetriche del 5G, finora inesplorate dalla società civile ma utilizzate solo in campo militare, non sostituiranno ma SI AGGIUNGERANNO all’inquinamento elettromagnetico già esistente, moltiplicandone l’esposizione;
- i limiti di esposizione, per cui sono autorizzati innalzamenti di 10 volte quelli attuali, vengono valutati solo sulla base degli effetti termici sul corpo, mentre sono totalmente ignorati dagli studi “ufficiali” tutti gli altri effetti biologici, compresi quelli sulle alterazioni cromosomiche e sulle proliferazioni cellulari. Inoltre si ignorano completamente gli effetti a lungo termine dell’esposizione cronica;
- la copertura territoriale della rete sarà del 98%, per cui la quasi totalità delle persone, degli animali, degli ecosistemi terrestri e acquatici, della vegetazione sarà esposta ad un’iperconnessione permanente, da cui non ci si potrà in alcun modo sottrarre;
- pare probabile che tali onde possano interferire con gli apparecchi per le rilevazioni degli eventi meteorologici avversi, come gli uragani. Si parla infatti di numeri stratosferici (1 milione secondo AGCOM) di connessioni di dispositivi per km quadrato, garantite non solo dalla presenza delle classiche antenne, ma anche da mini antenne sui semafori, nei tombini, sui lampioni, oltre a tutti i satelliti in orbita.
Per chi volesse approfondire la tematica, invitiamo gli interessati a partecipare agli eventi informativi che stanno avendo luogo un po’ in tutta la provincia e province limitrofe, così come in tutta Italia. In particolare anticipiamo che anche il nascente Comitato Cittadino Difesa del Territorio Alto Crinale organizzerà a breve alcune serate informative.
Tale comitato è nato spontaneamente per dare voce alle preoccupazioni dei residenti, in seguito alla notizia secondo cui il comune di Ventasso rientrava nella lista dei 120 comuni italiani prescelti per la sperimentazione del 5G.
In molte città la sperimentazione è già iniziata: si stima che gli italiani consapevolmente o inconsapevolmente irradiati siano già alcuni milioni.
In tutta Italia infatti, anche durante il lockdown si è notato un anomalo ed incessante brulicare di operai delle telecomunicazioni al lavoro. A tal proposito invitiamo i cittadini ad informarsi presso gli uffici comunali di competenza e a contattare Arpa qualora notino installazioni di nuove antenne.
Sappiamo infatti che si stanno ultimando anche in tutto il territorio montano i lavori per la copertura della fibra, che potrebbe essere utilizzata anche senza il 5G. Un utilizzo della fibra senza 5G è infatti possibile, mentre è impossibile che il 5G viaggi senza fibra. Quindi anche se il terreno è stato meticolosamente già preparato, nulla vieterebbe di fare un prudente passo indietro e servirci della sola fibra per potenziare la copertura internet anche nel nostro territorio montano.
Questo è ciò che abbiamo chiesto alle amministrazioni, in nome del principio di precauzione, almeno fino a quando non ci saranno studi univoci riguardanti gli effetti sulla salute umana e l’ambiente, che provino senza ombra di dubbio l’innocuità del 5G. Lo abbiamo fatto l’autunno scorso come Comitato Stop 5G Montagna Reggiana inviando lettere al sindaco di Ventasso Manari, al presidente dell’Unione Bini e al presidente del Parco Giovannelli.
Da quest’ultimo non ci è mai giunta risposta, mentre dagli altri enti ne è arrivata una identica che, curiosamente, consisteva nella medesima citazione testuale della frase su cui avevamo chiesto lumi: “Non si tratterà di sperimentazione 5G, bensì dell’offerta di servizi commerciali”. Che significa? Qual è la differenza? Lumi mai pervenuti...
Ma poco importa, perchè ora dobbiamo fare i conti con il decreto Semplificazioni del Governo: uno schiaffo morale ai 500 sindaci che, nel pieno esercizio dei loro poteri quali responsabili sanitari, avevano emesso ordinanze precauzionali a tutela della salute pubblica. Un emendamento del Dl impone infatti che i primi cittadini non potranno più stabilire limitazioni al 5G sul territorio di loro competenza. “Una norma folle, palesemente incostituzionale, pericolosa, sovversiva (...), una misura di stampo fascista, che espropria i sindaci dalle proprie funzioni”, replica il Codacons, aprendo la porta ai Comuni di tutta Italia per un’azione congiunta da presentare alla Corte Costituzionale. Una norma che forse, ci interroghiamo noi, da un lato potrebbe anche tornare utile a tutti quegli amministratori indecisi o timorosi di esporsi, che in questo modo saranno dispensati dal prendere decisioni “scomode”...?
Concludiamo con una breve citazione tratta da una dichiarazione dell dott. A. Di Ciaula, presidente del Comitato Scientifico ISDE, che condividiamo pienamente: “Nessuno vuole impedire il progresso tecnologico (...) ma questo non può realizzarsi sacrificando la prudenza, semplicemente per soddisfare esigenze commerciali”.
Non siamo contro il progresso. Ma siamo per un progresso che migliori la vita e non che la metta in pericolo. Siamo per un progresso più naturale, sostenibile, sicuro... E soprattutto più UMANO! Chi davvero può dirsi così entusiasta di questo INTERNET DELLE COSE, che sarà sempre più efficiente e veloce con l’avvento del 5G? Chi pensa che impiegare un secondo anziché tre per scaricare un video, o avere un frigo che dialoga via internet con una lavatrice, sia di fondamentale importanza?
Crediamo che la tecnologia debba essere al servizio dell’uomo, non che debba sostituirlo; e crediamo che chi compie la scelta di vivere in montagna, in mezzo alla natura, rinunciando a certi agi e comodità, abbia il pieno diritto di goderne e guadagnare in salute, tranquillità e serenità.
Comitato Stop 5G Montagna Reggiana
Aiuto!!! E io che volevo acquistare casa in quel comune! Meglio lasciar stare!
Vanessa casi
– “Non si tratterà di sperimentazione 5G, bensì dell’offerta di servizi commerciali”. Che significa? Qual è la differenza? Lumi mai pervenuti… –
Torniamo a scuola, analisi logica: “Non si tratterà di sperimentazione 5G”.
Sperimentare: ”Sottoporre qualcosa a prove e verifiche per valutarne qualità, efficienza e rendimento; saggiare, controllare”. – Saggiare, controllare -. No, non si tratta di questo.
“ bensì dell’offerta di servizi commerciali”.
Giovanni Annigoni
Pienamente d’accordo con il comunicato del Comitato.
Paolo Romei
ASSOLUTAMENTE CONTRARIO AL 5G NEI NOSTRI MONTI “PATRIMONIO UNESCO E PARCO NAZIONALE”
mattia rontevroli
Una connessione internet veloce e affidabile non serve solamente per far dialogare il frigo con la lavatrice, che banalità. E non in tutte le frazioni montane i video si scaricano in tre secondi.
Anche a causa del covid si sta diffondendo il lavoro da remoto, ed il 5G potrà permettere, speriamo, di scegliere dove vivere e lavorare a milioni di persone anche dove non arriva la fibra ottica. Una vera rivoluzione nel modo di vivere in cui si potranno evitare pericolosi e stressanti spostamenti in auto e migliorare la qualità della vita.
L.B
Da noi hanno fatto scavi e posato i cavi per la fibra ottica… Ma non fanno gli allacciamenti… Tanto per buttare dei soldi…
mattia rontevroli
Il 5g non darà lavoro a milioni di persone , piuttosto a milioni di robot… oltre che agli effetti di frequenze a microonde sulla biosfera , (e qui è comprensibile l imbarazzo dei gestori del parco e del mab unesco a rispondere sulla questione 5g) renderà obsoleto il lavoro dell’ uomo , non è una bella notizia… Fermare il 5g almeno sui monti, meglio allevamento , agricoltura, selvocoltura etcc.
R.B.
Continuo a non capire questo passaggio obbligato, quasi che il 5G sia una necessità. Ci serve davvero il 5G, e per cosa ? Per come ce l’hanno raccontata la fibra ottica era in grado di sopperire alle carenze di copertura del territorio, con ottime prestazioni, ora invece,, visti anche i tempi di realizzazione degli impianti, sembra che sia in attesa, che sia stata pensata proprio in favore del 5G. Il solo dubbio di pericoli per la salute dovrebbe dissuadere da sperimentazioni, invece c’è questa fretta di istallare le antenne fregandosene altamente del principio di precauzione. Il fatto poi che si impedisca ai sindaci di opporsi a questa tecnologia è un segnale degli interessi che la circondano e dei poteri che la impongono. Purtroppo riescono a farci percepire come una necessità il poter scaricare file in pochi secondi, come se questo mondo non corresse già abbastanza. Più imput arrivano al cervello e meno è il tempo che gli resta per pensare autonomamente e aver tempo per pensare è importante. Forse vogliono abituarci a non farlo…
Antonio D. Manini