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Due anni fa inizia la collaborazione tra Redacon e i ragazzi del Liceo Linguistico Cattaneo Dall’Aglio: le parole dei docenti

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Riceviamo e pubblichiamo

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L’avventura del Liceo Linguistico Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti con Redacon è iniziata due anni fa, perché noi docenti procediamo come funamboli: l’amore per la nostra disciplina ci spinge a cercare una perfezione naturalmente irraggiungibile, mentre il rispetto per le giovani persone che ci guardano ci dice che non si impara nulla se si pensa di non farcela. Così siamo sempre a destreggiarci su una fune che ci può far sbilanciare da un lato verso l’eccesso di severità e dall’altro l’eccesso di fiducia.

Lo studio delle lingue richiede una precisione e una costanza che possono scoraggiare, perché i tempi sono spesso lunghi, i processi logici nello studio dei codici complessi, il traguardo finale della competenza e dell’accesso alla prosa e alla poesia può a volte sembrare terribilmente lontano.

Ma la fiducia nelle proprie capacità è il miglior libro di testo, quindi bisogna riuscire a dimostrare a studenti e studentesse che stanno realmente costruendo la loro padronanza linguistica.

E’ così che Redacon, grazie a Doris Corsini e Gabriele Arlotti che ci hanno accolto a braccia aperte, ci ha fornito due anni fa uno strumento potente: la possibilità di pubblicare articoli scritti in inglese che dimostrassero ciò che si è imparato a fare a scuola. Così abbiamo cominciato la sfida di Speakeasy.

Quando ho chiesto alla prima classe coinvolta nel progetto di scegliere un nome per la rubrica, la scelta fatta, Speakeasy appunto, mi ha fatto capire che lo spirito dell’iniziativa era stato compreso pienamente.

Naturalmente dimostrava anche che non c’era una perfetta comprensione della storia del termine, legato al proibizionismo americano e al desiderio di consumare alcol in segreto, senza attirare l’attenzione delle autorità. Ma la cosa bella delle parole è l’aura che le circonda, e l’aura di “Speakeasy” è quella di un posto anche nascosto, privato, ma dove si parla in libertà, magari seguendo percorsi ‘alternativi’. Perché quando si è adolescenti si ha voglia di farsi sentire, e di farsi sentire a dire cose ‘diverse’.

La maggior parte dei nostri articoli è ispirata dalle pubblicazioni del sito online di The Guardian, fondato a Manchester nel 1821 e che si definisce come l’unico quotidiano britannico a diffusione nazionale privo di un proprietario, indipendente rispetto ai partiti politici e il cui fondatore, John Edward Taylor, diceva: “Comment is free, but facts are sacred… The voice of opponents no less than that of friends has a right to be heard.” (I commenti sono liberi, ma i fatti sono sacri… La voce degli oppositori ha il diritto di essere ascoltata non meno di quella degli amici).

La scelta del Guardian è dovuta alla grande varietà di temi offerti, temi che le classi elaborano, semplificano, fanno propri. E dico ‘le classi’ perché tutte le studentesse e gli studenti sono incoraggiati a partecipare: non è un progetto solo per i ‘bravi’, anche chi si sente meno capace sa che potrà far sentire la propria voce, perché chi è già motivato ti seguirà comunque mentre sono i più insicuri a rappresentare la sfida maggiore.

Gli articoli sono suggeriti, scelti, analizzati, rielaborati e naturalmente tradotti in italiano per quei lettori che hanno bisogno di un ‘aiutino’. Se qualcuno di questi lettori volesse ripercorrere la cronologia degli articoli pubblicati in questi due anni, si accorgerebbe della grande varietà degli argomenti. Si accorgerebbe anche della mole di lavoro svolta dalle classi: nel solo anno scolastico 2019-2020 sono stati pubblicati 38 articoli.

E questo anno scolastico ha visto anche l’inizio della collaborazione con Apenninus, la rivista del MaB Unesco. Tradurre in inglese gli articoli di Apenninus offre alle classi l’opportunità di aprire gli occhi sulle realtà del nostro Appennino che tendiamo a dare per scontate. Naturalmente quando si è adolescenti quello che ci sta davanti ci sembra spesso ovvio e banale, mentre il fascino sta nel “fuori”, “nell’altro da qui”. Poter leggere e tradurre gli articoli di Apenninus risveglia la consapevolezza di vivere in un posto meraviglioso che non ha nulla da invidiare ad altri luoghi e che va compreso e protetto. Naturalmente ci avviciniamo a questa attività di traduzione con grande umiltà: tradurre è un’abilità molto complessa, che richiede anni di studio e pratica perché la sintassi della lingua inglese e italiana presenta differenze strutturali e una traduzione letterale non è quasi mai possibile. Inoltre tradurre non è un’abilità che faccia parte integrante del curricolo di un Liceo Linguistico, proprio a causa della sua complessità. Ma i vantaggi per le classi sono innegabili in termini di approccio ad una realtà locale che altrimenti sarebbe difficile da ottenere. Così ce la mettiamo tutta nel fare in modo che la nostra traduzione possa comunque essere un aiuto per rendere ancora più ampio il pubblico dei lettori.

Ma tra tutti questi aspetti il meno evidente ma forse più importante è poter essere protagonisti, farsi sentire, dimostrare cosa si è imparato, diventare fiduciosi nelle proprie potenzialità.

Grazie a Redacon, le ragazze e i ragazzi sono usciti dalla classe mettendo alla prova la propria competenza, imparando che comunicare è difficile ma inevitabile, gratificante, arricchente. Durante i primi tempi del progetto le reazioni delle classi alla richiesta di scrivere articoli erano di due tipi: entusiasmo nel poter partecipare o scetticismo verso la possibilità di suscitare interesse. Ora invece la voglia di provare è sempre prevalente.

Direi che anche solo questo è già un gran bel successo

Ornella Gigli