È morto nei giorni scorsi a Modena dove risiedeva da oltre 65 anni Bruno Domenichini, sindaco di Casina dal 1951 al 1953.
Nato nel 1926 al Braglio di Cortogno, giovane partigiano nelle Squadre di Azione Patriottica negli ultimi mesi della guerra aveva avuto il compito di provvedere ai rifornimenti dei partigiani in montagna. Un fratello, Igino, era disperso in Russia, un altro, Umberto, era tornato 45 giorni dopo la Liberazione dalla Grecia dove, dopo l’8 settembre, si era unito ai partigiani. Nel dopoguerra Bruno Domenichini emigra a Milano dove rimane fino al 1949. Rientrato a Casina, nel 1951 partecipa alle elezioni del consiglio comunale come indipendente di sinistra nella lista Castello “Doveva essere eletto sindaco il dott. Pistelli, ma la sua contemporanea elezione nel Consiglio Comunale di Reggio e l’aver egli optato per quest’ultimo impose la ricerca di un nuovo candidato e l’attenzione cadde su di me. Ero giovane e fui sorpreso” ricorda in un’intervista per il libro Casa Comune in cui il prof. Paolo Gregori ricostruisce la storia delle amministrazioni comunali.
Sotto la sua guida furono realizzati l’acquedotto di Banzola e Sordiglio, la scuola elementare di Banzola, i “cantieri” sulla Barazzone Trinità, evitando che dalla frazione di Trinità, per raggiungere il capoluogo del Comune si dovesse passare da Ciano.
Il suo mandato fu breve: dopo due anni diede le dimissioni e si trasferì a Modena dove trovò lavoro in un’assicurazione.