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Allarme Caritas: monitoraggio su povertà e risposte ai bisogni

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Il 2 luglio di 49 anni fa nasceva Caritas Italiana. In questi decenni ha sempre cercato di essere “stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli – in Italia, in Europa, nel mondo”. Un servizio che ha messo radici sul territorio e dentro le comunità locali, grazie al fiorire delle 218 Caritas diocesane.

Durante la pandemia, Caritas Italiana e tutte le Caritas diocesane hanno continuato a restare accanto agli ultimi, affrontando sfide drammatiche e adattandosi alle nuove necessità.

Secondo l'indagine nazionale condotta dal 3 al 23 giugno, il 95,9% delle Caritas partecipanti al monitoraggio segnala un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre il 50% riscontra difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione e rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria.

Nel dettaglio rispetto alle condizioni occupazionali si sono rivolti ai centri Caritas per lo più disoccupati in cerca di nuova occupazione, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari/saltuari che non godono di ammortizzatori sociali, lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga, lavoratori autonomi/stagionali in attesa del bonus 600/800 euro, pensionati, inoccupati in cerca di prima occupazione, persone con impiego irregolare, casalinghe.

Altre questioni evidenziate sono: problemi burocratici/amministrativi, difficoltà delle persone in situazione di disabilità/handicap, mancanza di alloggio in particolare per i senza dimora, diffusione dell'usura e dell'indebitamento, violenza/maltrattamenti in famiglia, difficoltà a visitare/mantenere un contatto con parenti/congiunti in carcere, diffusione del gioco d'azzardo/scommesse.

Accanto all’impegno degli operatori è stato fondamentale l’apporto di migliaia di volontari, tra cui molti giovani, che nella fase acuta della pandemia hanno garantito la prosecuzione dei servizi sostituendo molti over 65 che in via precauzionale rimanevano a casa. Tra operatori e volontari sono stati 179 quelli positivi al Covid-19, di cui 95 ricoverati e 20 purtroppo deceduti. Piccoli segnali positivi arrivano dal 28,4% delle Caritas che, dopo il forte incremento dello scorso monitoraggio, con la fine del lockdown hanno registrato un calo delle domande di aiuto.

Non tutte le Caritas interpellate hanno quantificato con precisione le persone accompagnate e sostenute da marzo a maggio, che dalle risposte parziali pervenute risultano quasi 450.000, di cui il 61,6% italiane. Di queste il 34% sono “nuovi poveri”, cioè persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas. Sono state 92.000 le famiglie in difficoltà che hanno avuto accesso a fondi diocesani, oltre 3.000 famiglie hanno usufruito di attività di supporto per la didattica a distanza e lo smart working, 537 piccole imprese hanno ricevuto un sostegno.

Complessivamente - grazie al fiorire di iniziative di solidarietà e al contributo che la Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica - i servizi forniti sono stati molteplici: dispositivi di protezione individuale/fornitura igienizzanti, pasti da asporto/consegne a domicilio, servizi di ascolto e accompagnamento telefonico, acquisto farmaci e prodotti sanitari, ascolti in presenza su appuntamento, supporto/orientamento rispetto alle misure messe in atto dalle amministrazioni/governo, assistenza domiciliare, attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi, servizi di supporto psicologico, rimodulazione dei servizi per senza dimora, accompagnamento alla dimensione del lutto, sportelli medici telefonici, aiuto per lo studio/doposcuola, alloggio per quarantena/isolamento, presenza in ospedale/Rsa, accoglienza infermieri e medici.