Lo scorso mercoledì 10 giugno, al termine dell’udienza generale, Papa Francesco ha rivolto un accorato e forte appello perché cessi nel mondo lo sfruttamento del lavoro minorile. Molto spesso, infatti, si configura attraverso forme di schiavitù e di reclusione, con conseguenti sofferenze fisiche e psicologiche per i minori.
Il Santo Padre ha affermato:“Questo venerdì si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, un fenomeno che priva i bambini e le bambine della loro infanzia e che ne mette a repentaglio lo sviluppo integrale. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, in diversi Paesi molti bambini e ragazzi sono costretti a lavori inadeguati alla loro età, per aiutare le proprie famiglie in condizioni di estrema povertà. In non pochi casi si tratta di forme di schiavitù e di reclusione, con conseguenti sofferenze fisiche e psicologiche. Tutti noi siamo responsabili di questo”.
Nei territori più poveri il lavoro minorile costituisce un “sostegno” al reddito familiare, a cui ricorrono le famiglie in condizioni di grave disagio economico. E’ una piaga dilagante non solo in Sud America, Africa e Asia, ma anche nei cosiddetti “paesi del primo mondo”. Questi minori sono spesso succubi di violenze sessuali e dovendo lavorare, non posso andare a scuola, privandoli di un diritto essenziale allo sviluppo della persona umana.
Il Santo Padre ha espresso questo forte auspicio: “Faccio appello alle istituzioni affinché pongano in essere ogni sforzo per proteggere i minori, colmando le lacune economiche e sociali che stanno alla base della dinamica distorta nella quale essi sono purtroppo coinvolti. I Bambini sono il futuro della famiglia umana: a tutti noi spetta il compito di favorirne la crescita, la salute e la serenità!”