Deturpata la Madonna delle Neve a Passo della Scalucchia, nel comune di Ventasso. Così, alcuni post, ieri, sui social tra cui quello di Alessandro Rainiero Davoli (consigliere Lega a Castelnovo e nell’Unione dei Comuni). E’ accaduto, infatti, che nottetempo ignote mani avessero voluto intervenire imbrattando di nero, pare con un pennarello, l’immagine scultorea delle Vergine. Numerosi e indignati, come prevedibile, i commenti.
La maestà, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù, è stata l’ultima opera incisa su marmo bianco dello scultore Maurizio Vaccari di Cereggio, morto in età giovanile. L’opera è stata collocata nel febbraio 2004 per celebrare, in segno di ringraziamento alla Madonna, la buona riuscita della traversata appenninica ’Balla coi lupi’ con i cani da slitta, una manifestazione di resistenza sulla neve organizzata dalla Pro loco di Miscoso (quest’anno saltata per mancanza di neve).
“L’opera di Maurizio Vaccari, donata alla pro loco di Miscoso – ha ricostruito Davoli -. Ho chiesto ad una nota ditta di lavorazione marmi quale prodotto utilizzare. Il marmo di Carrara è molto delicato, si sconsigliano interventi con solventi generici, si potrebbe macchiare il volto della Madonna in modo irreparabile”.
Poche ore dopo ecco la soluzione: a Passo della Scalucchia è intervenuta con una paziente e delicata opera di restauro la scul
trice Isabella Vaccari “che a suo tempo – spiega Davoli - ha terminato l'opera iniziata dal padre Maurizio, scomparso prematuramente. Poco più di due ore, aiutata dalla madre Liliana Dazzi, con la partecipazione delle due figlie Vittoria e Benedetta Dolci, il volto della Madonna è tornato immacolato”.
“Grazie a Te Alessandro, per il tuo impegno, il tuo sostegno e l'interessamento dimostrato – ha replicato Isabella di
cui pubblichiamo alcune foto all’opera -. Ho sempre creduto nella tua profondità umana e nella tua lealtà. Oggi hai rinnovato profondamente questa stima. Le Maestà disseminate sul territorio sono un patrimonio prezioso per tutti ed è brutto constatare che non tutti riescano a comprenderlo e che addirittura non abbiano abbastanza senso civico, non Fede, da lasciarle alla contemplazione altrui. Quella in particolare ha un valore speciale per me. Speriamo davvero che non
capiti più”.
Non è la prima volta che leggiamo di atti vandalici compiuti in Appennino contro simboli religiosi, e le tiepide reazioni che mi par talora di osservare al riguardo non vorrei fossero da interpretare come una sorta di assuefazione o minimizzazione del fenomeno – declassato ad una bravata o marachella, o suppergiù – mentre a me sembra che ogni forma di oltraggio alle nostre immagini religiose sia insensatamente e deplorevolmente offensiva verso il sentimento di fede dei credenti (oltre ad essere irrispettosa delle nostre tradizioni e della nostra identità, abituata da secoli alla presenza delle immagini sacre del cristianesimo, talché andrebbe doppiamente censurata).
P.B. 30.05.2020
P.B.